Il presente contributo si pone lo scopo di studiare, con riferimento al contesto delle amministrazioni pubbliche, ed in particolare alla situazione nazionale, l’applicabilità del concetto di fair value per la valutazione delle passività. Negli ultimi anni, le problematiche di gestione del debito e dei profili di rischio e durata, ad esso associati, hanno assunto un rilievo crescente nelle amministrazioni pubbliche italiane: per questo, lo studio realizzato si è posto il compito di esaminare se le soluzioni proposte dai principi contabili internazionali IPSAS potessero andare nella direzione di un miglioramento dell’informativa contabile, capace di avere influssi positivi sulla gestione stessa delle amministrazioni pubbliche. In particolare, sono stati esaminati con un grado di profondità maggiore gli IPSAS n.15 “Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio e informazioni integrative” e n.19 “Accantonamenti, attività e passività potenziali”. La trattazione è articolata lungo quattro paragrafi. Nel primo sono esposti i fondamenti concettuali della metodologia di stima del fair value, mediante una disamina di alcuni contributi dottrinali ed un riferimento ai principi contabili internazionali US-GAAP e IAS/IFRS, con riferimento non esclusivo alle passività,. Nel secondo paragrafo sono considerati gli aspetti di rilievo, legati alla tematica della valutazione delle passività nelle amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento al caso italiano. Nel terzo paragrafo sono trattati in maniera specifica gli IPSAS 15 e 19 (per le parti di interesse rispetto all’argomento della presente trattazione) e sono citati tutti gli IPSAS che contengono un riferimento all’utilizzo del metodo del fair value, quand’anche questo fosse suggerito per la valutazione delle attività. Nell’ultimo paragrafo sono invece poste le osservazioni conclusive e di possibile evoluzione futura riferite agli argomenti trattati: dopo l’analisi svolta, l’opinione che si è maturata è che, pur con le dovute accortezze del caso, l’applicazione degli IPSAS, quanto meno nel recepimento dei principi chiave che ne stanno alla base, potrebbe costituire un importante supporto al miglioramento dell’informativa contabile in materia di valutazione del debito e delle passività, con positivi riflessi anche sulla gestione.

Introduzione al concetto di fair value per la valutazione delle passività nelle Pubbliche Amministrazioni, secondo i principi contabili internazionali per il settore pubblico, con particolare riferimento agli IPSAS 15 e 19

BADIA, Francesco
2008

Abstract

Il presente contributo si pone lo scopo di studiare, con riferimento al contesto delle amministrazioni pubbliche, ed in particolare alla situazione nazionale, l’applicabilità del concetto di fair value per la valutazione delle passività. Negli ultimi anni, le problematiche di gestione del debito e dei profili di rischio e durata, ad esso associati, hanno assunto un rilievo crescente nelle amministrazioni pubbliche italiane: per questo, lo studio realizzato si è posto il compito di esaminare se le soluzioni proposte dai principi contabili internazionali IPSAS potessero andare nella direzione di un miglioramento dell’informativa contabile, capace di avere influssi positivi sulla gestione stessa delle amministrazioni pubbliche. In particolare, sono stati esaminati con un grado di profondità maggiore gli IPSAS n.15 “Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio e informazioni integrative” e n.19 “Accantonamenti, attività e passività potenziali”. La trattazione è articolata lungo quattro paragrafi. Nel primo sono esposti i fondamenti concettuali della metodologia di stima del fair value, mediante una disamina di alcuni contributi dottrinali ed un riferimento ai principi contabili internazionali US-GAAP e IAS/IFRS, con riferimento non esclusivo alle passività,. Nel secondo paragrafo sono considerati gli aspetti di rilievo, legati alla tematica della valutazione delle passività nelle amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento al caso italiano. Nel terzo paragrafo sono trattati in maniera specifica gli IPSAS 15 e 19 (per le parti di interesse rispetto all’argomento della presente trattazione) e sono citati tutti gli IPSAS che contengono un riferimento all’utilizzo del metodo del fair value, quand’anche questo fosse suggerito per la valutazione delle attività. Nell’ultimo paragrafo sono invece poste le osservazioni conclusive e di possibile evoluzione futura riferite agli argomenti trattati: dopo l’analisi svolta, l’opinione che si è maturata è che, pur con le dovute accortezze del caso, l’applicazione degli IPSAS, quanto meno nel recepimento dei principi chiave che ne stanno alla base, potrebbe costituire un importante supporto al miglioramento dell’informativa contabile in materia di valutazione del debito e delle passività, con positivi riflessi anche sulla gestione.
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