Studi di carattere meso-strutturale condotti nelle Dolomiti nord-orientali hanno permesso di ricostruire la stratigrafia tettonica dell'area e, in particolare, di evidenziare la presenza di almeno quattro fasi deformative non coassiali fra loro e tutte di carattere compressivo. La cronologia relativa fra le diverse fasi, come ricavata direttamente in campagna utilizzando vari criteri di sovrapposizione fra strie e di antecedenza fra faglie, mostra una successione di eventi i cui assi di massima compressione hanno rispettivamente i seguenti orientamenti attuali: N58°E, N26°E, N346°E e N307°E (direzioni medie pesate). A causa dell'età delle rocce coinvolte (Permiano-Liassico), la cronologia assoluta è stata possibile soltanto per confronto con i risultati di simili ricerche condotte in altri settori della catena sudalpina. E' stato così possibile attribuire le seguenti età: tardo Cretaceo(?)-Paleogene (N58°E), Cattiano-Burdigaliano (N26°E), Serravalliano-Tortoniano (N346°E) e Messiniano superiore-Pliocene inferiore (N307°E). Le stesse ricerche hanno inoltre permesso di documentare l'evoluzione temporale dell'ellissoide degli sforzi la cui forma è variata da triassiale puramente compressionale (sigma3 subverticale), a triassiale trascorrente (sigma2 subverticale) attraverso uno stadio intermedio con geometria uniassiale (sigma2 = sigma3). Ulteriori indagini in questo settore delle Dolomiti, hanno poi messo in evidenza l'esistenza di un sistema regmatico, inaspettatamente complesso, che coinvolge l'area. Sono state riconosciute numerose strutture e, in base al comportamento cinematico prevalente, è stato possibile distinguere tre tipi principali: i) faglie trascorrenti, ii) faglie trastensive e iii) faglie contrazionali a basso e medio angolo. Il primo tipo è certamente quello maggiormente rappresentato e forma diversi set di piani paralleli che caratterizzano localmente interi settori della regione. Al contrario, le strutture trastensive sono sviluppate esclusivamente nel settore nordorientale e sono rappresentate da strutture a fiore negative, come la struttura della Croda dei Rondoi, e da graben, come quello di Croda dei Toni o delle Tre Cime di Lavaredo. Le faglie contrazionali a basso e medio angolo sono rappresentate da piani di taglio sia nord- che sud-vergenti, fra i quali il retroscorrimento di Dobbiaco, ma soprattutto l'Ansiei Thrust System, sono sicuramente le strutture più importanti. Quest'ultima, infatti, ha una estensione di oltre 30 km ed ha causato un raccorciamento di almeno 4-5 km. Tenendo conto sia della polifasicità della tettonica che del progressivo sollevamento e conseguente denudamento, viene infine tentata una ricostruzione dell'evoluzione generale di questo complesso sistema regmatico.

Geologia delle Dolomiti. Evoluzione tettonica delle Dolomiti e della Valsugana

CAPUTO, Riccardo;
1996

Abstract

Studi di carattere meso-strutturale condotti nelle Dolomiti nord-orientali hanno permesso di ricostruire la stratigrafia tettonica dell'area e, in particolare, di evidenziare la presenza di almeno quattro fasi deformative non coassiali fra loro e tutte di carattere compressivo. La cronologia relativa fra le diverse fasi, come ricavata direttamente in campagna utilizzando vari criteri di sovrapposizione fra strie e di antecedenza fra faglie, mostra una successione di eventi i cui assi di massima compressione hanno rispettivamente i seguenti orientamenti attuali: N58°E, N26°E, N346°E e N307°E (direzioni medie pesate). A causa dell'età delle rocce coinvolte (Permiano-Liassico), la cronologia assoluta è stata possibile soltanto per confronto con i risultati di simili ricerche condotte in altri settori della catena sudalpina. E' stato così possibile attribuire le seguenti età: tardo Cretaceo(?)-Paleogene (N58°E), Cattiano-Burdigaliano (N26°E), Serravalliano-Tortoniano (N346°E) e Messiniano superiore-Pliocene inferiore (N307°E). Le stesse ricerche hanno inoltre permesso di documentare l'evoluzione temporale dell'ellissoide degli sforzi la cui forma è variata da triassiale puramente compressionale (sigma3 subverticale), a triassiale trascorrente (sigma2 subverticale) attraverso uno stadio intermedio con geometria uniassiale (sigma2 = sigma3). Ulteriori indagini in questo settore delle Dolomiti, hanno poi messo in evidenza l'esistenza di un sistema regmatico, inaspettatamente complesso, che coinvolge l'area. Sono state riconosciute numerose strutture e, in base al comportamento cinematico prevalente, è stato possibile distinguere tre tipi principali: i) faglie trascorrenti, ii) faglie trastensive e iii) faglie contrazionali a basso e medio angolo. Il primo tipo è certamente quello maggiormente rappresentato e forma diversi set di piani paralleli che caratterizzano localmente interi settori della regione. Al contrario, le strutture trastensive sono sviluppate esclusivamente nel settore nordorientale e sono rappresentate da strutture a fiore negative, come la struttura della Croda dei Rondoi, e da graben, come quello di Croda dei Toni o delle Tre Cime di Lavaredo. Le faglie contrazionali a basso e medio angolo sono rappresentate da piani di taglio sia nord- che sud-vergenti, fra i quali il retroscorrimento di Dobbiaco, ma soprattutto l'Ansiei Thrust System, sono sicuramente le strutture più importanti. Quest'ultima, infatti, ha una estensione di oltre 30 km ed ha causato un raccorciamento di almeno 4-5 km. Tenendo conto sia della polifasicità della tettonica che del progressivo sollevamento e conseguente denudamento, viene infine tentata una ricostruzione dell'evoluzione generale di questo complesso sistema regmatico.
1996
geologia strutturale; analisi mesostrutturale; Paleogene; Neogene; Alpi meridionali; structural geology; mesostructural analysis; Palaeogene; Southern Alps
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