Il presente contributo approfondisce l’analisi e la discussione delle dimensioni costitutive di uno specifico modello integrato di formazione e supervisione relativo alle equipe educative nei contesti delle comunità per minori (Bastianoni, Taurino, 2007). La riflessione sui processi dinamici, relazionali e simbolici che sono attivi nel contesto quotidiano delle comunità educative, conferisce infatti una notevole rilevanza al ruolo investito dalla formazione e dalla supervisione nell’analisi, nella restituzione e nella ristrutturazione dei meccanismi alla base delle interazioni/relazioni tra educatori e minori. Partendo dal presupposto che la comunità educativa deve essere considerata come un “ambiente terapeutico globale”- ossia un ambiente in cui la quotidianità/vita quotidiana viene intesa come luogo strutturato nella sua globalità per la realizzazione dell'intervento riparativo e terapeutico- è possibile rilevare che l’adeguatezza di ogni intervento educativo, agito dagli educatori di comunità, può funzionare solo entro un processo di strutturazione di dinamiche relazionali in cui l’accoglienza dell’altro (il minore a rischio) deve passare attraverso il contenimento delle emozioni, la restituzione dei processi emotivo-affettivi in atto, l’ascolto empatico, la corretta analisi della domanda (esplicita ma soprattutto latente/implicita), la costruzione di esperienze protettive che annullino i fattori di rischio personali, l’individuazione di percorsi di intervento pensati sia sull’individualità del soggetto che riceve la cura, sia sulla contingenza della reciprocità relazionale e non sull’applicazione di procedure educative standardizzate. Sulla base di tali considerazioni, la peculiarità del setting integrato di formazione e supervisione con le equipe educative consente attraverso la formazione di risalire a quelli che, dal punto di vista degli educatori, possono essere considerati i primi potenti organizzatori impliciti delle modalità di intervento e di strutturazione della relazione con ragazzi/e e con i colleghi, ossia l’articolato universo interno dei vissuti emotivi soggettivi relativi alla propria esperienza relazionale e, attraverso la supervisione, di lavorare sull’analisi della domanda, sul bisogno del minore e sulle risposte da fornire nelle interazioni contingenti e nelle dinamiche relazionali significative.

Formazione e supervisione agli operatori di comunità. Un modello integrato

BASTIANONI, Paola;
2006

Abstract

Il presente contributo approfondisce l’analisi e la discussione delle dimensioni costitutive di uno specifico modello integrato di formazione e supervisione relativo alle equipe educative nei contesti delle comunità per minori (Bastianoni, Taurino, 2007). La riflessione sui processi dinamici, relazionali e simbolici che sono attivi nel contesto quotidiano delle comunità educative, conferisce infatti una notevole rilevanza al ruolo investito dalla formazione e dalla supervisione nell’analisi, nella restituzione e nella ristrutturazione dei meccanismi alla base delle interazioni/relazioni tra educatori e minori. Partendo dal presupposto che la comunità educativa deve essere considerata come un “ambiente terapeutico globale”- ossia un ambiente in cui la quotidianità/vita quotidiana viene intesa come luogo strutturato nella sua globalità per la realizzazione dell'intervento riparativo e terapeutico- è possibile rilevare che l’adeguatezza di ogni intervento educativo, agito dagli educatori di comunità, può funzionare solo entro un processo di strutturazione di dinamiche relazionali in cui l’accoglienza dell’altro (il minore a rischio) deve passare attraverso il contenimento delle emozioni, la restituzione dei processi emotivo-affettivi in atto, l’ascolto empatico, la corretta analisi della domanda (esplicita ma soprattutto latente/implicita), la costruzione di esperienze protettive che annullino i fattori di rischio personali, l’individuazione di percorsi di intervento pensati sia sull’individualità del soggetto che riceve la cura, sia sulla contingenza della reciprocità relazionale e non sull’applicazione di procedure educative standardizzate. Sulla base di tali considerazioni, la peculiarità del setting integrato di formazione e supervisione con le equipe educative consente attraverso la formazione di risalire a quelli che, dal punto di vista degli educatori, possono essere considerati i primi potenti organizzatori impliciti delle modalità di intervento e di strutturazione della relazione con ragazzi/e e con i colleghi, ossia l’articolato universo interno dei vissuti emotivi soggettivi relativi alla propria esperienza relazionale e, attraverso la supervisione, di lavorare sull’analisi della domanda, sul bisogno del minore e sulle risposte da fornire nelle interazioni contingenti e nelle dinamiche relazionali significative.
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