Nell'individuazione delle varie componenti, tra loro interdipendenti, che costituiscono un atto complessivo per cui "dire qualcosa e sempre fare qualcosa, in tutti i sensi di questa espressione ambigua, in quanto insieme azione ed enunciato", solo il singolo atto illocutorio e, a maggior ragione, anche il singolo atto locutorio sono atti compiuti nella parole stessa, mentre appartengono all'atto perlocutorio le conseguenze, intenzionali o meno, gli effetti, voluti o meno, della parole. Ora, proprio perché il singolo atto illocutorio è naturalmente un atto di parole, nel senso che corrisponde al proferimento di un enunciato, si potrebbe sostenere che vi corrispondano, a livello di langue, aspetti di convenzionalità in tanto in quanto sono convenzionali i mezzi linguistici utilizzati per eseguirlo (cfr. Searle 1969, 1.4.). In questa sede, ad alcuni confronti tra italiano e russo, cercherò di evidenziare una serie di fattori hanno fatto sì che l'attenzione ai fatti grammaticali sia stata spesso rapsodica. In particolare, riprendendo alcune proposte precedentemente formulate/ largamente diffuse sulla trattazione grammaticale degli atti linguistici, cercherò di evidenziare come una trattazione che riduca la relazione tra atto locutorio e atto illcutorio ad un solo tratto, od a una somma di tratti, sia insoddisfacente; ripresa poi in molte ricerche a sfondo psicologico o sociologico, e poco all’aspetto grammaticale, è stata vieppiù banalizzata . Adottando invece un quadro teorico, già enucleato, peraltro, in alcuni lavori precedenti (Fava 1984, 1995, 2000), cercherò di dimostrare che le correlazioni di forma e funzioni che caratterizzano alcune strutture grammaticali dell’italiano e del russo appaiono meglio descritte da un approccio in cui alcuni tratti grammaticali correlati alla forza illocutoria siano descritti come grappoli di tratti grammaticali. questi ultimi possono essere usati a due livelli di descrizione grammaticale, così da consentire di analizzare le relazioni di cooccorrenza tra diversi indicatori. Prendendo in considerazione due gruppi di elementi locutori, che, in italiano ed in russo, possono funzionare come indicatori di forza illocutoria, come per esempio, l’imperativo o la presenza di costruzioni parentetiche interrogative del tipo vero? Pravda?, cercherò di evidenziare come una tesi che consenta di distinguere due livelli nelli rappresentazione della forza illocutoria non solo consenta un primo raggruppamento di un gruppo di atti illocutori con la stessa forza, come espressa grammaticalmente, ma anche una organizzazione di una serie di variazioni dal tipo (tipi canonici e non canonici) (§ 3.1.). Ad un secondo livello sono esaminati le variazioni delle caratteristiche del tipo principale (§3.2. e§ 4)Difenderò invece Ad un primo livello vengono definiti alcuni tipi canonici come costrutti astratti caratterizzati da tratti sistematicamente interrelati, che includano nella loro definizione la specificazione delle loro possibili variazioni. Questa caratterizzazione del tipo sintattico offre generalizzazioni più ampie di quelle possibili se si assuma una corrispondenza uno-a-uno fra tratti e forze, consentendo non solo un primo raggruppamento di un gruppo di atti illocutori con la stessa forza, come espressa grammaticalmente, ma anche una organizzazione di una serie di variazioni intorno a tipi sintattici tipi (canonici e non canonici).

Verso una descrizione degli indicatori di forza: note in margine ad alcuni tratti grammaticali dell’italiano e del russo,

FAVA, Elisabetta
2007

Abstract

Nell'individuazione delle varie componenti, tra loro interdipendenti, che costituiscono un atto complessivo per cui "dire qualcosa e sempre fare qualcosa, in tutti i sensi di questa espressione ambigua, in quanto insieme azione ed enunciato", solo il singolo atto illocutorio e, a maggior ragione, anche il singolo atto locutorio sono atti compiuti nella parole stessa, mentre appartengono all'atto perlocutorio le conseguenze, intenzionali o meno, gli effetti, voluti o meno, della parole. Ora, proprio perché il singolo atto illocutorio è naturalmente un atto di parole, nel senso che corrisponde al proferimento di un enunciato, si potrebbe sostenere che vi corrispondano, a livello di langue, aspetti di convenzionalità in tanto in quanto sono convenzionali i mezzi linguistici utilizzati per eseguirlo (cfr. Searle 1969, 1.4.). In questa sede, ad alcuni confronti tra italiano e russo, cercherò di evidenziare una serie di fattori hanno fatto sì che l'attenzione ai fatti grammaticali sia stata spesso rapsodica. In particolare, riprendendo alcune proposte precedentemente formulate/ largamente diffuse sulla trattazione grammaticale degli atti linguistici, cercherò di evidenziare come una trattazione che riduca la relazione tra atto locutorio e atto illcutorio ad un solo tratto, od a una somma di tratti, sia insoddisfacente; ripresa poi in molte ricerche a sfondo psicologico o sociologico, e poco all’aspetto grammaticale, è stata vieppiù banalizzata . Adottando invece un quadro teorico, già enucleato, peraltro, in alcuni lavori precedenti (Fava 1984, 1995, 2000), cercherò di dimostrare che le correlazioni di forma e funzioni che caratterizzano alcune strutture grammaticali dell’italiano e del russo appaiono meglio descritte da un approccio in cui alcuni tratti grammaticali correlati alla forza illocutoria siano descritti come grappoli di tratti grammaticali. questi ultimi possono essere usati a due livelli di descrizione grammaticale, così da consentire di analizzare le relazioni di cooccorrenza tra diversi indicatori. Prendendo in considerazione due gruppi di elementi locutori, che, in italiano ed in russo, possono funzionare come indicatori di forza illocutoria, come per esempio, l’imperativo o la presenza di costruzioni parentetiche interrogative del tipo vero? Pravda?, cercherò di evidenziare come una tesi che consenta di distinguere due livelli nelli rappresentazione della forza illocutoria non solo consenta un primo raggruppamento di un gruppo di atti illocutori con la stessa forza, come espressa grammaticalmente, ma anche una organizzazione di una serie di variazioni dal tipo (tipi canonici e non canonici) (§ 3.1.). Ad un secondo livello sono esaminati le variazioni delle caratteristiche del tipo principale (§3.2. e§ 4)Difenderò invece Ad un primo livello vengono definiti alcuni tipi canonici come costrutti astratti caratterizzati da tratti sistematicamente interrelati, che includano nella loro definizione la specificazione delle loro possibili variazioni. Questa caratterizzazione del tipo sintattico offre generalizzazioni più ampie di quelle possibili se si assuma una corrispondenza uno-a-uno fra tratti e forze, consentendo non solo un primo raggruppamento di un gruppo di atti illocutori con la stessa forza, come espressa grammaticalmente, ma anche una organizzazione di una serie di variazioni intorno a tipi sintattici tipi (canonici e non canonici).
2007
9788884203496
grammativa italiana e russa; parentetiche; forza illocutoria
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