L’elemento oggettivo del delitto di maltrattamenti in famiglia, in quanto reato abituale, non può ritenersi integrato da soli tre episodi di percosse avvenuti a notevole distanza temporale l’uno dall’altro. Non sussiste il dolo del reato di maltrattamenti in famiglia quando l’agente abbia usato violenza per punire comportamenti della figlia ritenuti scorretti, mancando in tal caso il necessario requisito di volontà di sopraffazione e disprezzo della vittima.

Una dubbia interpretazione dei profili oggettivi e soggettivi del reato di maltrattamenti in famiglia.

GRANDI, Ciro
2008

Abstract

L’elemento oggettivo del delitto di maltrattamenti in famiglia, in quanto reato abituale, non può ritenersi integrato da soli tre episodi di percosse avvenuti a notevole distanza temporale l’uno dall’altro. Non sussiste il dolo del reato di maltrattamenti in famiglia quando l’agente abbia usato violenza per punire comportamenti della figlia ritenuti scorretti, mancando in tal caso il necessario requisito di volontà di sopraffazione e disprezzo della vittima.
2008
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