Il presente lavoro rappresenta un primo contributo allo studio della successione sedimentaria di Riparo Cogola, descritta e campionata nel corso delle indagini svolte a più riprese tra il 1999 e il 2000. Il deposito di riempimento del riparo si è conservato integralmente fino a una distanza massima di 3 metri dalla parete rocciosa, lungo la direzione E-W. La terminazione esterna del deposito non è definibile a causa dei recenti lavori di sbancamento. La sequenza di strati subparalleli, ad andamento suborizzontale e leggermente inclinata verso l’esterno, comprende, al di sotto di un riporto antropico dello spessore variabile da 30 a 45 cm, il suolo sub-attuale, sviluppatosi a spese di unità rinascimentali sovrapposte alle unità postglaciali antiche e tardiglaciali. I caratteri di campagna relativi alle unità postglaciali antiche e tardiglaciali attestano l’assenza di importanti superfici di erosione o di interfacce antropiche connesse all’asportazione deliberata di depositi precedenti. I processi prevalenti riconosciuti sono quelli antropici e pedogenetici, che attestano brevi interruzioni o variazioni nel ritmo della sedimentazione; a questi processi si associano, in maniera subordinata, fenomeni di crollo o di distacco termoclastico. Dal punto di vista paleoclimatico l’unità 19 sembra svilupparsi sotto l’influenza di condizioni di basse temperature e di relativa aridità. Ad una fase successiva alla deposizione delle unità 18 e 16, va ricondotta la precipitazione di CaCO3 in queste unità, imputabile a processi di decarbonatazione degli orizzonti superiori. Quest’ultimo processo indica il cambiamento verso condizioni ambientali più umide e temperate in una fase posteriore all’occupazione mesolitica.
Riparo Cogola, Carbonare di Fogaria (Trento). Note preliminari sulla successione stratigrafica.
PERESANI, Marco
2004
Abstract
Il presente lavoro rappresenta un primo contributo allo studio della successione sedimentaria di Riparo Cogola, descritta e campionata nel corso delle indagini svolte a più riprese tra il 1999 e il 2000. Il deposito di riempimento del riparo si è conservato integralmente fino a una distanza massima di 3 metri dalla parete rocciosa, lungo la direzione E-W. La terminazione esterna del deposito non è definibile a causa dei recenti lavori di sbancamento. La sequenza di strati subparalleli, ad andamento suborizzontale e leggermente inclinata verso l’esterno, comprende, al di sotto di un riporto antropico dello spessore variabile da 30 a 45 cm, il suolo sub-attuale, sviluppatosi a spese di unità rinascimentali sovrapposte alle unità postglaciali antiche e tardiglaciali. I caratteri di campagna relativi alle unità postglaciali antiche e tardiglaciali attestano l’assenza di importanti superfici di erosione o di interfacce antropiche connesse all’asportazione deliberata di depositi precedenti. I processi prevalenti riconosciuti sono quelli antropici e pedogenetici, che attestano brevi interruzioni o variazioni nel ritmo della sedimentazione; a questi processi si associano, in maniera subordinata, fenomeni di crollo o di distacco termoclastico. Dal punto di vista paleoclimatico l’unità 19 sembra svilupparsi sotto l’influenza di condizioni di basse temperature e di relativa aridità. Ad una fase successiva alla deposizione delle unità 18 e 16, va ricondotta la precipitazione di CaCO3 in queste unità, imputabile a processi di decarbonatazione degli orizzonti superiori. Quest’ultimo processo indica il cambiamento verso condizioni ambientali più umide e temperate in una fase posteriore all’occupazione mesolitica.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.