Introduzione Sulla base di numerosi studi longitudinali pubblicati negli ultimi anni, la nascita prematura può essere considerata oggi uno tra i possibili fattori di rischio per i disturbi di natura affettiva sia in età scolare sia nell’età adulta. Alcune differenze tra bambini nati a termine e pretermine sono state messe in evidenza molto precocemente, indagando, in particolare, le modalità comunicative e l’espressività emozionale nel contesto dell’interazione madre-bambino. I pretermine sono stati descritti come meno espressivi, in particolare attraverso il canale comunicativo facciale, e quindi più difficilmente interpretabili nel corso del primo anno di vita (Goldberg, Brachfeld, & Di Vitto, 1980; McGehee & Eckerman, 1983). Inoltre, i nati pretermine durante l’interazione madre-bambino mostrano, perlomeno tra i 4 e i 10 mesi, un minor numero di emozioni positive (Crnic, Ragozin, Greenberg, Robinson, & Basham, 1983) e un maggior numero di emozioni negative rispetto ai nati a termine (Crnic et al., 1983; Field, 1982; Malatesta, Culver, Tesman, & Shepard, 1989) oltre ad essere spesso caratterizzati da un temperamento difficile (Crnic et al 83; Goldberg, 1978; Goldberg, et al., 1980; Ungerer & Sigman, 1983). Queste differenze possono essere consistenti nel corso del primo anno di vita e scomparire poco dopo, ma possono persistere ed essere rilevabili anche in età scolare (Fava Vizziello, Bottos, & Zorzi, 1992; Hansen, Dinesen, Hoff, & Greisen, 2002; Tideman, Nilsson, Smith, & Stjernqvist, 2002). L’obiettivo della presente ricerca è stato indagare se le differenze nell’espressività emozionale dei nati a termine e pretermine registrate nel corso del primo anno di vita siano già rilevabili nel periodo neonatale. Ci siamo chiesti, in particolare, se esistono già delle differenze qualitative e/o quantitative nelle manifestazioni precoci del sorriso, mettendo a confronto due gruppi di neonati della stessa età postconcezionale (40 settimane): il primo nato a termine, il secondo pretermine. Il gruppo di neonati pretermine era composto da bambini sani, e di peso appropriato alla nascita per l’età gestazionale (AGA). Metodo Per la rilevazione e la codifica analitica del sorriso abbiamo fatto riferimento alla metodologia costruita su base anatomica più diffusa e utilizzata per descrivere il comportamento facciale, il FACS di Ekman e Friesen (1978), seguendo, in particolare, le indicazioni del Baby-FACS (Oster e Rosenstein, in corso di stampa) circa il riconoscimento delle azioni facciali nelle prime fasi dello sviluppo. Particolare attenzione è stata dedicata al confronto tra i due gruppi di neonati relativamente alla manifestazione di asimmetrie espressivo-facciali nell’esibizione del sorriso. La prematurità, infatti, è una condizione significativamente associata a deviazioni rispetto alle normali lateralizzazioni corporee e cerebrali. Risultati Non sono emerse differenze significative tra i due gruppi esaminati per quanto riguarda la frequenza di comparsa al minuto e la durata media del sorriso semplice e del sorriso di Duchenne. Nonostante questo le analisi hanno messo in evidenza differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda la presenza di asimmetrie facciali. In particolare, i pretermine hanno mostrato in modo significativo la tendenza a contrarre più rapidamente e con maggiore intensità l’emifaccia sinistra piuttosto che la destra. Al contrario le azioni facciali asimmetriche in favore del lato sinistro sono state osservate molto raramente nei neonati a termine, i quali, coerentemente con i dati presenti in letteratura, hanno mostrato un lieve tendenza nella direzione opposta, cioè in favore del lato destro del volto. Questa diversa lateralizzazione delle azioni facciali consente di ipotizzare, già a 40 settimane postconcezionali, delle differenze nello sviluppo delle strutture e delle vie nervose che controllano l’esibizione del sorriso nei due gruppi esaminati

Differenti asimmetrie espressivo-facciali nell’esibizione del sorriso nei neonati a termine e pretermine a 40 settimane di età postconcezionale

DONDI, Marco;
2006

Abstract

Introduzione Sulla base di numerosi studi longitudinali pubblicati negli ultimi anni, la nascita prematura può essere considerata oggi uno tra i possibili fattori di rischio per i disturbi di natura affettiva sia in età scolare sia nell’età adulta. Alcune differenze tra bambini nati a termine e pretermine sono state messe in evidenza molto precocemente, indagando, in particolare, le modalità comunicative e l’espressività emozionale nel contesto dell’interazione madre-bambino. I pretermine sono stati descritti come meno espressivi, in particolare attraverso il canale comunicativo facciale, e quindi più difficilmente interpretabili nel corso del primo anno di vita (Goldberg, Brachfeld, & Di Vitto, 1980; McGehee & Eckerman, 1983). Inoltre, i nati pretermine durante l’interazione madre-bambino mostrano, perlomeno tra i 4 e i 10 mesi, un minor numero di emozioni positive (Crnic, Ragozin, Greenberg, Robinson, & Basham, 1983) e un maggior numero di emozioni negative rispetto ai nati a termine (Crnic et al., 1983; Field, 1982; Malatesta, Culver, Tesman, & Shepard, 1989) oltre ad essere spesso caratterizzati da un temperamento difficile (Crnic et al 83; Goldberg, 1978; Goldberg, et al., 1980; Ungerer & Sigman, 1983). Queste differenze possono essere consistenti nel corso del primo anno di vita e scomparire poco dopo, ma possono persistere ed essere rilevabili anche in età scolare (Fava Vizziello, Bottos, & Zorzi, 1992; Hansen, Dinesen, Hoff, & Greisen, 2002; Tideman, Nilsson, Smith, & Stjernqvist, 2002). L’obiettivo della presente ricerca è stato indagare se le differenze nell’espressività emozionale dei nati a termine e pretermine registrate nel corso del primo anno di vita siano già rilevabili nel periodo neonatale. Ci siamo chiesti, in particolare, se esistono già delle differenze qualitative e/o quantitative nelle manifestazioni precoci del sorriso, mettendo a confronto due gruppi di neonati della stessa età postconcezionale (40 settimane): il primo nato a termine, il secondo pretermine. Il gruppo di neonati pretermine era composto da bambini sani, e di peso appropriato alla nascita per l’età gestazionale (AGA). Metodo Per la rilevazione e la codifica analitica del sorriso abbiamo fatto riferimento alla metodologia costruita su base anatomica più diffusa e utilizzata per descrivere il comportamento facciale, il FACS di Ekman e Friesen (1978), seguendo, in particolare, le indicazioni del Baby-FACS (Oster e Rosenstein, in corso di stampa) circa il riconoscimento delle azioni facciali nelle prime fasi dello sviluppo. Particolare attenzione è stata dedicata al confronto tra i due gruppi di neonati relativamente alla manifestazione di asimmetrie espressivo-facciali nell’esibizione del sorriso. La prematurità, infatti, è una condizione significativamente associata a deviazioni rispetto alle normali lateralizzazioni corporee e cerebrali. Risultati Non sono emerse differenze significative tra i due gruppi esaminati per quanto riguarda la frequenza di comparsa al minuto e la durata media del sorriso semplice e del sorriso di Duchenne. Nonostante questo le analisi hanno messo in evidenza differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda la presenza di asimmetrie facciali. In particolare, i pretermine hanno mostrato in modo significativo la tendenza a contrarre più rapidamente e con maggiore intensità l’emifaccia sinistra piuttosto che la destra. Al contrario le azioni facciali asimmetriche in favore del lato sinistro sono state osservate molto raramente nei neonati a termine, i quali, coerentemente con i dati presenti in letteratura, hanno mostrato un lieve tendenza nella direzione opposta, cioè in favore del lato destro del volto. Questa diversa lateralizzazione delle azioni facciali consente di ipotizzare, già a 40 settimane postconcezionali, delle differenze nello sviluppo delle strutture e delle vie nervose che controllano l’esibizione del sorriso nei due gruppi esaminati
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