Il contributo che è stato presentato alla XXVII Conferenza italiana di Scienze regionali, costituisce la prosecuzione logica di quello che è stato presentato alla Conferenza precedente, rientrando nello stesso progetto di ricerca che ha per oggetto la determinazione quantitativa delle implicazioni finanziarie derivanti dai flussi pendolari, cioè dalla mobilità degli individui dovuta a vari fattori (lavoro, studio, ecc.), fra i comuni ubicati sul territorio delle aree metropolitane. Nel nuovo contributo si estende l’applicazione del metodo elaborato alle altre città metropolitane italiane individuate dalla normativa attualmente vigente in materia, e ciò per due scopi: innanzi tutto, verificare se tale metodo consente effettivamente di essere implementato in contesti geografico-amministrativi differenziati, così da poter essere considerato di valenza tendenzialmente generale; in secondo luogo, nel caso in cui il precedente tentativo portasse ad un esito sostanzialmente soddisfacente, dare avvio ad un’analisi dei risultati così ottenuti in modo da coglierne gli eventuali elementi di uniformità e/o differenziazione, anche in seguito alle diverse caratteristiche socio-demografiche rinvenibili all’interno delle aree in questione. Dal punto di vista metodologico, il contributo si caratterizza oltre che per l’adozione di un’unica fonte ufficiale di documentazione statistica sia per quanto concerne i dati relativi alla mobilità degli individui (costituita dal Censimento ISTAT del 2001), sia relativamente ai dati finanziari concernenti le entrate e le spese registrate dalle Amministrazioni comunali che sono interessate dal fenomeno del pendolarismo; anche per l’estensione della valutazione dei “costi netti” derivanti dalla mobilità dal solo comune “centrale” dell’area metropolitana a tutti i comuni con i quali intercorrono flussi di popolazioni pendolari, in modo da stabilire quali siano le Amministrazioni che effettivamente sostengono i costi netti più elevati, anche in relazione a quanto prevalentemente sostenuto in proposito dalla letteratura internazionale sulla teoria economica della finanza pubblica, secondo la quale il comune centrale fornisce tutta una serie di servizi a queste popolazioni le quali, nella maggior parte dei casi, risiedono nei comuni periferici. Grazie alla serie di elaborazioni che si sono effettuate, si giunge a stabilire se il sorprendente risultato ottenuto nel caso di Milano (si presenta anche negli altri contesti considerati. Inoltre, si svolge una prima serie di riflessioni sui presumibili fattori che stanno alla base di un simile fenomeno, ricorrendo in particolare ai recenti contributi forniti da alcuni sociologi che si sono appunto occupati dei vari problemi rilevabili all’interno delle grandi aree urbane esistenti nel nostro paese.

Le implicazioni per la finanza locale derivanti dalla mobilità degli individui nelle aree urbane e metropolitane italiane

BRUZZO, Aurelio;FERRI, Vittorio
2006

Abstract

Il contributo che è stato presentato alla XXVII Conferenza italiana di Scienze regionali, costituisce la prosecuzione logica di quello che è stato presentato alla Conferenza precedente, rientrando nello stesso progetto di ricerca che ha per oggetto la determinazione quantitativa delle implicazioni finanziarie derivanti dai flussi pendolari, cioè dalla mobilità degli individui dovuta a vari fattori (lavoro, studio, ecc.), fra i comuni ubicati sul territorio delle aree metropolitane. Nel nuovo contributo si estende l’applicazione del metodo elaborato alle altre città metropolitane italiane individuate dalla normativa attualmente vigente in materia, e ciò per due scopi: innanzi tutto, verificare se tale metodo consente effettivamente di essere implementato in contesti geografico-amministrativi differenziati, così da poter essere considerato di valenza tendenzialmente generale; in secondo luogo, nel caso in cui il precedente tentativo portasse ad un esito sostanzialmente soddisfacente, dare avvio ad un’analisi dei risultati così ottenuti in modo da coglierne gli eventuali elementi di uniformità e/o differenziazione, anche in seguito alle diverse caratteristiche socio-demografiche rinvenibili all’interno delle aree in questione. Dal punto di vista metodologico, il contributo si caratterizza oltre che per l’adozione di un’unica fonte ufficiale di documentazione statistica sia per quanto concerne i dati relativi alla mobilità degli individui (costituita dal Censimento ISTAT del 2001), sia relativamente ai dati finanziari concernenti le entrate e le spese registrate dalle Amministrazioni comunali che sono interessate dal fenomeno del pendolarismo; anche per l’estensione della valutazione dei “costi netti” derivanti dalla mobilità dal solo comune “centrale” dell’area metropolitana a tutti i comuni con i quali intercorrono flussi di popolazioni pendolari, in modo da stabilire quali siano le Amministrazioni che effettivamente sostengono i costi netti più elevati, anche in relazione a quanto prevalentemente sostenuto in proposito dalla letteratura internazionale sulla teoria economica della finanza pubblica, secondo la quale il comune centrale fornisce tutta una serie di servizi a queste popolazioni le quali, nella maggior parte dei casi, risiedono nei comuni periferici. Grazie alla serie di elaborazioni che si sono effettuate, si giunge a stabilire se il sorprendente risultato ottenuto nel caso di Milano (si presenta anche negli altri contesti considerati. Inoltre, si svolge una prima serie di riflessioni sui presumibili fattori che stanno alla base di un simile fenomeno, ricorrendo in particolare ai recenti contributi forniti da alcuni sociologi che si sono appunto occupati dei vari problemi rilevabili all’interno delle grandi aree urbane esistenti nel nostro paese.
2006
888788073
Flussi pendolari; implicazioni finanziarie; aree metropolitane; esperienza italiana
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