Negli ultimi venti anni l’economia dei principali paesi industrializzati è stata attraversata da una molteplicità di fenomeni innovativi. Le caratteristiche distintive dei processi innovativi cui si è assistito più recentemente sono almeno tre: il ruolo prevalente della conoscenza incorporata in capitale materiale ed immateriale, l’associarsi dei cambiamenti organizzativi ai cambiamenti tecnologici incorporati in beni strumentali; la pervasività in contesti locali e globali del fenomeno innovativo declinato in termini tecno-organizzativi . Il binomio innovazione - conoscenza è divenuto così parola chiave per coloro che si occupano della competitività di imprese e sistemi economici complessi, sia nel campo degli studi e della ricerca scientifica, sia in quello della ideazione e gestione delle strategie aziendali e delle politiche macroeconomiche. Il nostro paese, anche in contesti regionali storicamente virtuosi, si confronta con difficoltà con i processi di cui sopra. Certamente, il sistema ha manifestato negli ultimi anni difficoltà ad adattare un modello di successo a condizioni diverse da quelle nelle quali aveva prodotto buoni risultati nei decenni precedenti, in modo da far fronte all’accresciuta competitività non solo delle economie emergenti (soprattutto di quelle asiatiche e dei paesi dell’Europa dell’Est), la cui crescita è comprensibilmente molto rapida, ma anche di quelle ‘mature’, a noi assai più simili, dei nostri partners europei. L’elemento centrale che manifesta questa incapacità di adattamento del modello italiano ed anche regionale è la crisi nella dinamica della produttività. Come ben sottolinea il documento Per un patto sociale sulla produttività e la competitività, vari fattori sono alla base di tale crisi: dalla rigidità dei rapporti di lavoro alle diseconomie attribuite alle infrastrutture inefficienti; dalla carenza di impegni nei confronti degli investimenti, della formazione, delle innovazioni e della ricerca, alla contenuta diffusione di sistemi organizzativi innovativi nella produzione e nel lavoro; dalla presenza diffusa di posizioni di rendita in settori strategici alle carenze di incentivi economici e difficoltà di fare sistema da parte dei soggetti pubblici e privati. Benché ognuno di questi aspetti presenti una sua intrinseca validità, è tuttavia vero che dal punto di vista dell’impresa, l’attenzione si sta progressivamente spostando verso modelli in grado di cogliere sempre più gli aspetti legati al capitale immateriale che riguardano sia la dimensione endogena alle imprese (risorse umane, innovazione organizzativa, governance) sia il contesto esterno all’organizzazione dell’impresa (network, sistema di relazioni, contesto istituzionale, strutture di mercato). Così, accanto alle forme più tradizionali di innovazione, intesa come miglioramento dei prodotti e dei processi produttivi, è dunque emerso sia nella letteratura economica che per gli operatori un interesse via via crescente per l’innovazione organizzativa, anche grazie al ruolo sempre più strategico che il capitale intangibile ha assunto nei processi di innovazione aziendali . L’innovazione è evidentemente la chiave per la competitività di un sistema industriale a forte vocazione manifatturiera, caratterizzato dalla prevalente presenza di imprese di piccole e medie dimensioni, che operano in un contesto economico e normativo tipico di un paese industrializzato dell’Europa caratterizzato, quindi, da livelli di costo elevati. Al contempo, tale sistema è composto da vari sub-sistemi economico-territoriali che in vari casi hanno un notevole grado di coesione interna. Questo si configura com’è noto a livello distrettuale ma anche a livelli territoriali superiori tra i quali si può considerare quello regionale (Rossi, Raimondi, 2007).

Impresa, innovazione, relazioni industriali in sistemi locali regionali. Gli insegnamenti della letteratura economica ed alcune evidenze per le imprese dell'Emilia-Romagna.

PINI, Paolo
2007

Abstract

Negli ultimi venti anni l’economia dei principali paesi industrializzati è stata attraversata da una molteplicità di fenomeni innovativi. Le caratteristiche distintive dei processi innovativi cui si è assistito più recentemente sono almeno tre: il ruolo prevalente della conoscenza incorporata in capitale materiale ed immateriale, l’associarsi dei cambiamenti organizzativi ai cambiamenti tecnologici incorporati in beni strumentali; la pervasività in contesti locali e globali del fenomeno innovativo declinato in termini tecno-organizzativi . Il binomio innovazione - conoscenza è divenuto così parola chiave per coloro che si occupano della competitività di imprese e sistemi economici complessi, sia nel campo degli studi e della ricerca scientifica, sia in quello della ideazione e gestione delle strategie aziendali e delle politiche macroeconomiche. Il nostro paese, anche in contesti regionali storicamente virtuosi, si confronta con difficoltà con i processi di cui sopra. Certamente, il sistema ha manifestato negli ultimi anni difficoltà ad adattare un modello di successo a condizioni diverse da quelle nelle quali aveva prodotto buoni risultati nei decenni precedenti, in modo da far fronte all’accresciuta competitività non solo delle economie emergenti (soprattutto di quelle asiatiche e dei paesi dell’Europa dell’Est), la cui crescita è comprensibilmente molto rapida, ma anche di quelle ‘mature’, a noi assai più simili, dei nostri partners europei. L’elemento centrale che manifesta questa incapacità di adattamento del modello italiano ed anche regionale è la crisi nella dinamica della produttività. Come ben sottolinea il documento Per un patto sociale sulla produttività e la competitività, vari fattori sono alla base di tale crisi: dalla rigidità dei rapporti di lavoro alle diseconomie attribuite alle infrastrutture inefficienti; dalla carenza di impegni nei confronti degli investimenti, della formazione, delle innovazioni e della ricerca, alla contenuta diffusione di sistemi organizzativi innovativi nella produzione e nel lavoro; dalla presenza diffusa di posizioni di rendita in settori strategici alle carenze di incentivi economici e difficoltà di fare sistema da parte dei soggetti pubblici e privati. Benché ognuno di questi aspetti presenti una sua intrinseca validità, è tuttavia vero che dal punto di vista dell’impresa, l’attenzione si sta progressivamente spostando verso modelli in grado di cogliere sempre più gli aspetti legati al capitale immateriale che riguardano sia la dimensione endogena alle imprese (risorse umane, innovazione organizzativa, governance) sia il contesto esterno all’organizzazione dell’impresa (network, sistema di relazioni, contesto istituzionale, strutture di mercato). Così, accanto alle forme più tradizionali di innovazione, intesa come miglioramento dei prodotti e dei processi produttivi, è dunque emerso sia nella letteratura economica che per gli operatori un interesse via via crescente per l’innovazione organizzativa, anche grazie al ruolo sempre più strategico che il capitale intangibile ha assunto nei processi di innovazione aziendali . L’innovazione è evidentemente la chiave per la competitività di un sistema industriale a forte vocazione manifatturiera, caratterizzato dalla prevalente presenza di imprese di piccole e medie dimensioni, che operano in un contesto economico e normativo tipico di un paese industrializzato dell’Europa caratterizzato, quindi, da livelli di costo elevati. Al contempo, tale sistema è composto da vari sub-sistemi economico-territoriali che in vari casi hanno un notevole grado di coesione interna. Questo si configura com’è noto a livello distrettuale ma anche a livelli territoriali superiori tra i quali si può considerare quello regionale (Rossi, Raimondi, 2007).
2007
Pini, Paolo
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