Ripubblicando i quattro numeri del «Præraphaelite magazine» e l’Introduction, le curatrici perseguono una duplice finalità: dimostrare come il valore intrinseco delle opere in prosa e in versi si esprima attraverso specifici quesiti estetici, affrontati da artisti molto diversi tra loro per temperamento e facoltà espressive, e porre in luce come la rilevanza storico-culturale del loro progetto sia da ricercare nei contributi offerti, con impeto giovanile, al coevo dibattito sulle finalità dell’arte e sul ruolo dell’artista nella società. L’importanza della rivista nell’estetica preraffaellita e nel canone della cultura anglosassone sarà valutata individuando due percorsi di lettura che ne rivelano gli aspetti originali ed innovativi: in The Germ la ‘prosa estetica’ inizia a definirsi come genere letterario, mentre l’immaginario poetico si nutre di immagini e suggestioni che anticipano la poesia dell’Estetismo e del Decadentismo. Sulle pagine di ogni numero i Preraffaelliti riversano i loro pensieri sulla realtà e la rappresentazione, sul nesso fra Bellezza e Verità, parlano di convenzionalità e di volgarità, identificano le tematiche necessarie oppure sterili e persino perniciose, disquisiscono di tecniche espressive valide oppure inadeguate. Dalla volontà comune di ridefinire il ruolo delle arti nella seconda metà dell’Ottocento scaturisce l’estetica preraffaellita, che si esprimerà in opere contraddistinte da plurivalenza segnica. Il Preraffaellitismo è stato recepito parzialmente dalla critica: il progetto interartistico è stato divaricato, esaminato separatamente con gli strumenti della storia dell’arte oppure della critica letteraria. La complessità concettuale ad esso sottesa è stata trascurata, e solo il Preraffaellitismo pittorico è stato posto in risalto, tenuto in vita dal suo richiamo visivo, e al contempo sottoposto ad un processo di semplificazione da parte della cultura di massa. A partire dalla fine degli anni Novanta gli storici dell’arte hanno compiuto studi che uniscono finalità divulgative e approfondimento critico, dando inizio ad un processo di ridefinizione del canone figurativo, nel quale ora i Preraffaelliti sono identificati come Simbolisti inglesi. Con cadenza annuale, l’opera di numerosi pittori associati al Preraffaellitismo è proposta in prestigiose esposizioni collettive e personali, non solo in Gran Bretagna. Minore riguardo è stato riservato ai loro scritti, come dimostra la pubblicazione di antologie dove sono rappresentati solo alcuni, oppure uno, fra i molteplici generi letterari nei quali essi si cimentarono; anche gli studi critici, oltre a non essere recenti, prendono in esame opere in prosa oppure in versi dei singoli autori, senza istituire raffronti né fra le reciproche poetiche, né con le opere figurative. Se gli storici dell’arte hanno riesaminato la pittura preraffaellita per coglierne i caratteri anglosassoni e al contempo per collocarla in una contesto europeo, gli studiosi del Vittorianesimo hanno valutato solo parzialmente il lascito del Preraffaellitismo letterario alla cultura coeva e posteriore. Gli studi critici che adottano una prospettiva interartistica sono invero rari e chiaramente orientati a indagare aspetti specifici, come la percezione visiva, la rappresentazione del corpo oppure i rapporti fra l’illustrazione e il testo da cui essa trae origine. Rendersi conto che The Germ è noto ai soli studiosi del Preraffaellitismo, mentre appare facilmente riconoscibile, e riproducibile, tutto ciò che da un punto di vista iconografico presenta tratti ‘preraffaelliti’, induce a formulare una considerazione sugli orientamenti finora seguiti dalla critica: si è trascurato di porre in rilievo che le concezioni estetiche preraffaellite si sono costituite, seppure non sistematicamente, a partire dalla fondazione della Brotherhood. The Germ offre una conferma irrefutabile che l’origine del Preraffaellitismo è da ricercarsi nell’interazione continua fra parola e immagine.

Introduzione a [The Germ. Thoughts towards Nature in Poetry, Literature and Art]

SPINOZZI, Paola
2008

Abstract

Ripubblicando i quattro numeri del «Præraphaelite magazine» e l’Introduction, le curatrici perseguono una duplice finalità: dimostrare come il valore intrinseco delle opere in prosa e in versi si esprima attraverso specifici quesiti estetici, affrontati da artisti molto diversi tra loro per temperamento e facoltà espressive, e porre in luce come la rilevanza storico-culturale del loro progetto sia da ricercare nei contributi offerti, con impeto giovanile, al coevo dibattito sulle finalità dell’arte e sul ruolo dell’artista nella società. L’importanza della rivista nell’estetica preraffaellita e nel canone della cultura anglosassone sarà valutata individuando due percorsi di lettura che ne rivelano gli aspetti originali ed innovativi: in The Germ la ‘prosa estetica’ inizia a definirsi come genere letterario, mentre l’immaginario poetico si nutre di immagini e suggestioni che anticipano la poesia dell’Estetismo e del Decadentismo. Sulle pagine di ogni numero i Preraffaelliti riversano i loro pensieri sulla realtà e la rappresentazione, sul nesso fra Bellezza e Verità, parlano di convenzionalità e di volgarità, identificano le tematiche necessarie oppure sterili e persino perniciose, disquisiscono di tecniche espressive valide oppure inadeguate. Dalla volontà comune di ridefinire il ruolo delle arti nella seconda metà dell’Ottocento scaturisce l’estetica preraffaellita, che si esprimerà in opere contraddistinte da plurivalenza segnica. Il Preraffaellitismo è stato recepito parzialmente dalla critica: il progetto interartistico è stato divaricato, esaminato separatamente con gli strumenti della storia dell’arte oppure della critica letteraria. La complessità concettuale ad esso sottesa è stata trascurata, e solo il Preraffaellitismo pittorico è stato posto in risalto, tenuto in vita dal suo richiamo visivo, e al contempo sottoposto ad un processo di semplificazione da parte della cultura di massa. A partire dalla fine degli anni Novanta gli storici dell’arte hanno compiuto studi che uniscono finalità divulgative e approfondimento critico, dando inizio ad un processo di ridefinizione del canone figurativo, nel quale ora i Preraffaelliti sono identificati come Simbolisti inglesi. Con cadenza annuale, l’opera di numerosi pittori associati al Preraffaellitismo è proposta in prestigiose esposizioni collettive e personali, non solo in Gran Bretagna. Minore riguardo è stato riservato ai loro scritti, come dimostra la pubblicazione di antologie dove sono rappresentati solo alcuni, oppure uno, fra i molteplici generi letterari nei quali essi si cimentarono; anche gli studi critici, oltre a non essere recenti, prendono in esame opere in prosa oppure in versi dei singoli autori, senza istituire raffronti né fra le reciproche poetiche, né con le opere figurative. Se gli storici dell’arte hanno riesaminato la pittura preraffaellita per coglierne i caratteri anglosassoni e al contempo per collocarla in una contesto europeo, gli studiosi del Vittorianesimo hanno valutato solo parzialmente il lascito del Preraffaellitismo letterario alla cultura coeva e posteriore. Gli studi critici che adottano una prospettiva interartistica sono invero rari e chiaramente orientati a indagare aspetti specifici, come la percezione visiva, la rappresentazione del corpo oppure i rapporti fra l’illustrazione e il testo da cui essa trae origine. Rendersi conto che The Germ è noto ai soli studiosi del Preraffaellitismo, mentre appare facilmente riconoscibile, e riproducibile, tutto ciò che da un punto di vista iconografico presenta tratti ‘preraffaelliti’, induce a formulare una considerazione sugli orientamenti finora seguiti dalla critica: si è trascurato di porre in rilievo che le concezioni estetiche preraffaellite si sono costituite, seppure non sistematicamente, a partire dalla fondazione della Brotherhood. The Germ offre una conferma irrefutabile che l’origine del Preraffaellitismo è da ricercarsi nell’interazione continua fra parola e immagine.
2008
9788884432407
Estetica; rivista letteraria; Preraffaelliti; Gran Bretagna; XIX secolo
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Elisa Bizzotto e Paola Spinozzi, Introduzione a The Germ, 2008.pdf

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