Le utopie dell’Ottocento sono tutte attraversate dalla dialettica fra il tempo storico e il tempo ‘altro’ in cui si collocano le vicende narrate. Più di ogni altra, tuttavia, Looking Backward: from 2000 to 1887 sollecita quesiti sulla temporalità. Più precisamente, il romanzo utopico di Edward Bellamy induce a considerare i propri contenuti in relazione all’incidenza del tempo, inteso sia come dimensione temporale finzionale, interna al testo, sia come età, cioè obsolescenza, dell’opera. È l’autore innanzitutto a intersecare molteplici cronologie, poiché pubblica l’utopia nel 1888 a Boston e fa raccontare a Julian West, protagonista e narratore, come si vive a Boston nel 2000 e al contempo come si viveva nel 1887. Presentando il 2000 come il tempo presente e al contempo rivolgendo lo sguardo all’indietro agli ultimi decenni dell’Ottocento – “looking backward”, come annuncia il titolo –, il narratore parla come se il ventunesimo secolo, che al lettore appare un futuro possibile e desiderabile, fosse il presente, e come se gli ultimi decenni del diciannovesimo secolo, cioè il presente, fossero il passato, rievocato come una memoria storica da salvaguardare, perché testimonia il radicale mutamento dell’assetto sociale. I piani temporali si moltiplicano per il lettore contemporaneo, che compie l’atto di guardare a ritroso nel tempo dopo che sono davvero trascorsi centoventi anni dal presente di Bellamy: è iniziato un nuovo millennio e il 2000 è esattamente il tempo attuale. La superiorità della democrazia è l’ideologia sulla quale si fondano i rapporti internazionali degli Stati Uniti dall’epoca di Bellamy ad oggi, così come la convinzione di esportare le proprie libertà repubblicane ha dato agli Stati Uniti la forza di costruire un impero. Tali assunti ideologici spiegano perché la tradizione americana del non-interventismo, promosso da George Washington, abbia subito un progressivo indebolimento e la politica estera sia stata improntata, nell’ultimo secolo, all’interventismo in tutto il mondo. Gli Americani intervennero nella seconda guerra mondiale, legittimati dalla missione di debellare il nazismo e il fascismo, ed intervengono in epoca contemporanea, movendo guerre etiche che dovrebbero ristabilire l’ordine e la pace in paesi dilaniati da guerre etniche. Il loro è un impero globale, che si auto-rappresenta come un benefattore universale, e i cittadini americani provano sconcerto e risentimento, se scoprono che gli altri non condividono, e addirittura combattono, la loro concezione di eroismo e solidarietà fra i popoli. Al lettore contemporaneo l’Americanità proclamata da Bellamy appare intrisa di dualismi: un sistema di valori condiviso diviene conformismo; l’egualitarismo serve ad una migliore produttività della forza lavoro e dunque diventa strumentale al capitalismo; la verniciatura etica cela il colonialismo. E infine, la decentralizzazione progettata da Bellamy serve ad imprimere all’ordinamento istituzionale una nuova virata centralizzatrice. Eppure, mentre si pensa che l’autore si contraddice, ci si deve rendere conto che dalle contraddizioni l’autore non rimane intrappolato. Mentre si giudica Looking Backward come un’utopia che ha aspirato ad essere globale, si deve anche riconoscere che il capitalismo globale americano è stato esportato.

Looking Backward

SPINOZZI, Paola
2008

Abstract

Le utopie dell’Ottocento sono tutte attraversate dalla dialettica fra il tempo storico e il tempo ‘altro’ in cui si collocano le vicende narrate. Più di ogni altra, tuttavia, Looking Backward: from 2000 to 1887 sollecita quesiti sulla temporalità. Più precisamente, il romanzo utopico di Edward Bellamy induce a considerare i propri contenuti in relazione all’incidenza del tempo, inteso sia come dimensione temporale finzionale, interna al testo, sia come età, cioè obsolescenza, dell’opera. È l’autore innanzitutto a intersecare molteplici cronologie, poiché pubblica l’utopia nel 1888 a Boston e fa raccontare a Julian West, protagonista e narratore, come si vive a Boston nel 2000 e al contempo come si viveva nel 1887. Presentando il 2000 come il tempo presente e al contempo rivolgendo lo sguardo all’indietro agli ultimi decenni dell’Ottocento – “looking backward”, come annuncia il titolo –, il narratore parla come se il ventunesimo secolo, che al lettore appare un futuro possibile e desiderabile, fosse il presente, e come se gli ultimi decenni del diciannovesimo secolo, cioè il presente, fossero il passato, rievocato come una memoria storica da salvaguardare, perché testimonia il radicale mutamento dell’assetto sociale. I piani temporali si moltiplicano per il lettore contemporaneo, che compie l’atto di guardare a ritroso nel tempo dopo che sono davvero trascorsi centoventi anni dal presente di Bellamy: è iniziato un nuovo millennio e il 2000 è esattamente il tempo attuale. La superiorità della democrazia è l’ideologia sulla quale si fondano i rapporti internazionali degli Stati Uniti dall’epoca di Bellamy ad oggi, così come la convinzione di esportare le proprie libertà repubblicane ha dato agli Stati Uniti la forza di costruire un impero. Tali assunti ideologici spiegano perché la tradizione americana del non-interventismo, promosso da George Washington, abbia subito un progressivo indebolimento e la politica estera sia stata improntata, nell’ultimo secolo, all’interventismo in tutto il mondo. Gli Americani intervennero nella seconda guerra mondiale, legittimati dalla missione di debellare il nazismo e il fascismo, ed intervengono in epoca contemporanea, movendo guerre etiche che dovrebbero ristabilire l’ordine e la pace in paesi dilaniati da guerre etniche. Il loro è un impero globale, che si auto-rappresenta come un benefattore universale, e i cittadini americani provano sconcerto e risentimento, se scoprono che gli altri non condividono, e addirittura combattono, la loro concezione di eroismo e solidarietà fra i popoli. Al lettore contemporaneo l’Americanità proclamata da Bellamy appare intrisa di dualismi: un sistema di valori condiviso diviene conformismo; l’egualitarismo serve ad una migliore produttività della forza lavoro e dunque diventa strumentale al capitalismo; la verniciatura etica cela il colonialismo. E infine, la decentralizzazione progettata da Bellamy serve ad imprimere all’ordinamento istituzionale una nuova virata centralizzatrice. Eppure, mentre si pensa che l’autore si contraddice, ci si deve rendere conto che dalle contraddizioni l’autore non rimane intrappolato. Mentre si giudica Looking Backward come un’utopia che ha aspirato ad essere globale, si deve anche riconoscere che il capitalismo globale americano è stato esportato.
2008
9782745317087
Utopia come genere letterario; utopismo; Looking Backward; Edward Bellamy; Stati Uniti d'America; XIX secolo.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/463902
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact