Nell'ambito delle ricerche riguardanti la matematica elementare, e i processi di trasmissione delle conoscenze matematiche in Italia, è stato individuato un insieme assai cospicuo di manoscritti matematici del secolo XVII, conservati presso l'Accademia dei Lincei e Corsiniana di Roma, e che non risulta siano stati esaminati in tempi recenti. Essi sono opera di Vitale Giordani o Giordano (1633-1711), noto come autore di un voluminoso trattato sugli Elementi di Euclide: l"Euclide restituto", e come corrispondente di Leibniz. L'interesse per l'"Euclide restituto" crebbe notevolmente agli inizi del Novecento grazie agli studi di Roberto Bonola sul V Postulato e di Giovanni Vailati sulla teoria delle proporzioni; Federigo Enriques pure ne trattò nella sua opera riguardante gli "Elementi" di Euclide e la critica antica e moderna. La figura di Giordani ha poi avuto un rilancio ad opera di Maurizio Torrini, che si è occupato del Giordani nell'ambito di una polemica riguardante questioni di meccanica, e di André Robinet in relazione al viaggio di Leibniz in Italia. Per l'ampiezza del materiale ritrovato, le ricerche, pur iniziate da oltre un anno, possono considerarsi soltanto preliminari. Tuttavia è possibile fin da ora dare un quadro complessivo di questi manoscritti, ed illustrare alcuni punti di essi che colmano qualche lacuna nello studio delle matematiche in Italia nella seconda metà del Seicento e mettono in rilievo l'importanza dell'opera del Giordani, non solo nell'ambito della geometria euclidea e della meccanica, ma anche della diffusione in Italia della geometria di Descartes. Nel primo paragrafo di questo lavoro i manoscritti sono messi in relazione con il concorso del Giordani all'Università La Sapienza di Roma e col progetto di un Corso contenente tutte le parti della matematica. Nel secondo paragrafo vengono decritti i punti più rilevanti della sua maggiore opera a stampa, l'Euclide restituto", ed è anche riportata una annotazione autografa di Leibniz, a margine di un esemplare di essa. Nel terzo paragrafo si esaminano in generale i lavori del Giordani nell'ambito della revisione delle opere matematiche dell'Antichità, un tipo di ricerca matematica assai diffuso nella seconda metà del Seicento. Negli altri due paragrafi sono evidenziate alcune parti dei manoscritti che pure trattando temi classici (i "Luoghi piani" di Apollonio, gli "Equiponderanti" di Archimede) fanno uso di tecniche e teorie nuove: la geometria analitica e la geostatica. Infine nell'appendice sono riportati alcuni brani delle opere inedite di Vitale Giordani.

Una presentazione di opere inedite di Vitale Giordani (1633-1711)

BORGATO, Maria Teresa
1991

Abstract

Nell'ambito delle ricerche riguardanti la matematica elementare, e i processi di trasmissione delle conoscenze matematiche in Italia, è stato individuato un insieme assai cospicuo di manoscritti matematici del secolo XVII, conservati presso l'Accademia dei Lincei e Corsiniana di Roma, e che non risulta siano stati esaminati in tempi recenti. Essi sono opera di Vitale Giordani o Giordano (1633-1711), noto come autore di un voluminoso trattato sugli Elementi di Euclide: l"Euclide restituto", e come corrispondente di Leibniz. L'interesse per l'"Euclide restituto" crebbe notevolmente agli inizi del Novecento grazie agli studi di Roberto Bonola sul V Postulato e di Giovanni Vailati sulla teoria delle proporzioni; Federigo Enriques pure ne trattò nella sua opera riguardante gli "Elementi" di Euclide e la critica antica e moderna. La figura di Giordani ha poi avuto un rilancio ad opera di Maurizio Torrini, che si è occupato del Giordani nell'ambito di una polemica riguardante questioni di meccanica, e di André Robinet in relazione al viaggio di Leibniz in Italia. Per l'ampiezza del materiale ritrovato, le ricerche, pur iniziate da oltre un anno, possono considerarsi soltanto preliminari. Tuttavia è possibile fin da ora dare un quadro complessivo di questi manoscritti, ed illustrare alcuni punti di essi che colmano qualche lacuna nello studio delle matematiche in Italia nella seconda metà del Seicento e mettono in rilievo l'importanza dell'opera del Giordani, non solo nell'ambito della geometria euclidea e della meccanica, ma anche della diffusione in Italia della geometria di Descartes. Nel primo paragrafo di questo lavoro i manoscritti sono messi in relazione con il concorso del Giordani all'Università La Sapienza di Roma e col progetto di un Corso contenente tutte le parti della matematica. Nel secondo paragrafo vengono decritti i punti più rilevanti della sua maggiore opera a stampa, l'Euclide restituto", ed è anche riportata una annotazione autografa di Leibniz, a margine di un esemplare di essa. Nel terzo paragrafo si esaminano in generale i lavori del Giordani nell'ambito della revisione delle opere matematiche dell'Antichità, un tipo di ricerca matematica assai diffuso nella seconda metà del Seicento. Negli altri due paragrafi sono evidenziate alcune parti dei manoscritti che pure trattando temi classici (i "Luoghi piani" di Apollonio, gli "Equiponderanti" di Archimede) fanno uso di tecniche e teorie nuove: la geometria analitica e la geostatica. Infine nell'appendice sono riportati alcuni brani delle opere inedite di Vitale Giordani.
1991
Vitale Giordano; Euclide restituto; Leibniz; Restituzione di Archimede; Apollonio; Geostatica
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/463626
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact