Il rapporto con le rovine nel mondo classico costituisce il tema di un’archeologia della memoria o – per dirla con le parole di John Boardman – di un’archeologia “della nostalgia”, su cui esiste una letteratura consolidata e in continua evoluzione. Il rapporto dell’uomo antico con le rovine non è d’altronde univoco, ma cambia non solo a seconda che si tratti la cultura greca o quella romana, ma soprattutto in base al tipo di rovina con cui ci si confrontava: sopite memorie di un passato mitico con cui s’intendeva dialogare o al contrario resti di un evento luttuoso che sconvolge la collettività, sia questo una guerra appena conclusa o un cataclisma naturale.

Le rovine nell’antichità classica

Dubbini R.
Primo
2015

Abstract

Il rapporto con le rovine nel mondo classico costituisce il tema di un’archeologia della memoria o – per dirla con le parole di John Boardman – di un’archeologia “della nostalgia”, su cui esiste una letteratura consolidata e in continua evoluzione. Il rapporto dell’uomo antico con le rovine non è d’altronde univoco, ma cambia non solo a seconda che si tratti la cultura greca o quella romana, ma soprattutto in base al tipo di rovina con cui ci si confrontava: sopite memorie di un passato mitico con cui s’intendeva dialogare o al contrario resti di un evento luttuoso che sconvolge la collettività, sia questo una guerra appena conclusa o un cataclisma naturale.
2015
978-88-918-0628-4
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