L’associazione tra evidenze di trauma e momento di morte è un elemento di importanza cruciale nelle indagini forensi su resti umani scheletrizzati. Determinare se un trauma sia avvenuto prima (antemortem), durante (peri-mortem) o dopo (post-mortem) la morte consente infatti di metterlo o meno in relazione a questa, contribuendo così a ricostruire gli ultimi momenti di vita di un individuo e gli eventi che lo hanno portato alla morte. Mentre la distinzione tra traumi ante-mortem e post-mortem su cadavere integro è piuttosto agevole (indagini necroscopiche e istologiche), sui resti scheletrici essa è più difficile, e si basa sull’osservazione di alcune caratteristiche macroscopiche e microscopiche dell’osso: tra queste, la presenza di rimodellamento osseo (ante-mortem) e le caratteristiche dei margini di frattura, che indicano se essa è avvenuta su osso fresco (peri-mortem) o secco (postmortem). È inoltre possibile individuare il tipo di trauma, se accidentale o inflitto, ed eventualmente il tipo di arma (da taglio, smussata, pistola ecc.) e le modalità con cui è stata utilizzata (forza impressa, direzionalità del colpo ecc.). L’analisi dei traumi ante-mortem, con relativa localizzazione, tipologia, e determinazione del tempo intercorso tra formazione del trauma e momento di morte, può fornire un enorme contributo all’identificazione personale, qualora si disponga di informazioni relative alla storia traumatologica pregressa dell’individuo (banche dati mediche e ospedaliere, testimonianze di famigliari ecc.). Nel caso di traumi peri-mortem viceversa può fornire indicazioni fondamentali per ricostruire la dinamica e, in alcuni casi, per determinare la causa di morte (omicidio, suicidio, incidente, cause naturali ecc.) dell’individuo. La presenza di traumi post-mortem può infine dare indicazioni sull’ambiente di seppellimento ed eventuali interventi sul cadavere. Si sottolinea quindi l’importanza della figura dell’antropologo nella risoluzione di casi forensi su resti umani scheletrizzati.

Lesioni su resti umani scheletrizzati: contributo all’identificazione personale o all’interpretazione delle cause di morte?

MANZON, Vanessa Samantha;GUALDI, Emanuela
2014

Abstract

L’associazione tra evidenze di trauma e momento di morte è un elemento di importanza cruciale nelle indagini forensi su resti umani scheletrizzati. Determinare se un trauma sia avvenuto prima (antemortem), durante (peri-mortem) o dopo (post-mortem) la morte consente infatti di metterlo o meno in relazione a questa, contribuendo così a ricostruire gli ultimi momenti di vita di un individuo e gli eventi che lo hanno portato alla morte. Mentre la distinzione tra traumi ante-mortem e post-mortem su cadavere integro è piuttosto agevole (indagini necroscopiche e istologiche), sui resti scheletrici essa è più difficile, e si basa sull’osservazione di alcune caratteristiche macroscopiche e microscopiche dell’osso: tra queste, la presenza di rimodellamento osseo (ante-mortem) e le caratteristiche dei margini di frattura, che indicano se essa è avvenuta su osso fresco (peri-mortem) o secco (postmortem). È inoltre possibile individuare il tipo di trauma, se accidentale o inflitto, ed eventualmente il tipo di arma (da taglio, smussata, pistola ecc.) e le modalità con cui è stata utilizzata (forza impressa, direzionalità del colpo ecc.). L’analisi dei traumi ante-mortem, con relativa localizzazione, tipologia, e determinazione del tempo intercorso tra formazione del trauma e momento di morte, può fornire un enorme contributo all’identificazione personale, qualora si disponga di informazioni relative alla storia traumatologica pregressa dell’individuo (banche dati mediche e ospedaliere, testimonianze di famigliari ecc.). Nel caso di traumi peri-mortem viceversa può fornire indicazioni fondamentali per ricostruire la dinamica e, in alcuni casi, per determinare la causa di morte (omicidio, suicidio, incidente, cause naturali ecc.) dell’individuo. La presenza di traumi post-mortem può infine dare indicazioni sull’ambiente di seppellimento ed eventuali interventi sul cadavere. Si sottolinea quindi l’importanza della figura dell’antropologo nella risoluzione di casi forensi su resti umani scheletrizzati.
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