Con il Trattato di Lisbona si aprono nuove frontiere per la tutela multilivello dei diritti, in quanto tale Trattato innova radicalmente il panorama dei rapporti tra fonti e Corti a livello nazionale, regionale ed internazionale. Due, in particolare, sono gli elementi da evidenziare: l’attribuzione di valore giuridico cogente alla Carta di Nizza, per il tramite dell’art. 6 § 2 del TUE, nonché la previsione della formale adesione dell’Unione alla CEDU. Si pone così un punto fermo all’interno di un dibattito che da decenni occupa la dottrina, e si manifesta la necessità di riflettere sulle conseguenze dell’adesione, soprattutto per quanto concerne i rapporti tra Corte di giustizia e Corte europea dei diritti dell’uomo, in genere gelose del ruolo apicale rivestito entro il sistema di riferimento loro proprio. L’ottica con cui può essere opportuno indagare il fenomeno sembra spostarsi dal piano della teoria delle fonti a quello della teoria dell’interpretazione, il che consente di abbandonare la tradizionale logica monistica e solipsistica entro la quale inserire le riflessioni sui rapporti tra Corti e tra fonti, per abbracciarne una che valorizzi il dialogo e la sinergia tra attori istituzionali e documenti normativi. Per rappresentare tale fenomeno appare allora più indicato – rispetto alle tradizionali descrizioni che si rifanno alla piramide – ricorrere alla metafora della rete, in quanto si tratta di una raffigurazione che è maggiormente in grado di dar conto delle relazioni mobili intercorrenti tra le fonti e le Corti, e che richiama l’attenzione circa la necessità di una cooperazione tra gli attori istituzionali in vista di un obiettivo comune, ossia una tutela dei diritti fondamentali incisiva e di standard sempre più elevato.

L’Unione europea ed il Trattato di Lisbona: nuove frontiere per la tutela multilivello dei diritti

BERNARDINI, Maria Giulia
2010

Abstract

Con il Trattato di Lisbona si aprono nuove frontiere per la tutela multilivello dei diritti, in quanto tale Trattato innova radicalmente il panorama dei rapporti tra fonti e Corti a livello nazionale, regionale ed internazionale. Due, in particolare, sono gli elementi da evidenziare: l’attribuzione di valore giuridico cogente alla Carta di Nizza, per il tramite dell’art. 6 § 2 del TUE, nonché la previsione della formale adesione dell’Unione alla CEDU. Si pone così un punto fermo all’interno di un dibattito che da decenni occupa la dottrina, e si manifesta la necessità di riflettere sulle conseguenze dell’adesione, soprattutto per quanto concerne i rapporti tra Corte di giustizia e Corte europea dei diritti dell’uomo, in genere gelose del ruolo apicale rivestito entro il sistema di riferimento loro proprio. L’ottica con cui può essere opportuno indagare il fenomeno sembra spostarsi dal piano della teoria delle fonti a quello della teoria dell’interpretazione, il che consente di abbandonare la tradizionale logica monistica e solipsistica entro la quale inserire le riflessioni sui rapporti tra Corti e tra fonti, per abbracciarne una che valorizzi il dialogo e la sinergia tra attori istituzionali e documenti normativi. Per rappresentare tale fenomeno appare allora più indicato – rispetto alle tradizionali descrizioni che si rifanno alla piramide – ricorrere alla metafora della rete, in quanto si tratta di una raffigurazione che è maggiormente in grado di dar conto delle relazioni mobili intercorrenti tra le fonti e le Corti, e che richiama l’attenzione circa la necessità di una cooperazione tra gli attori istituzionali in vista di un obiettivo comune, ossia una tutela dei diritti fondamentali incisiva e di standard sempre più elevato.
2010
Bernardini, Maria Giulia
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