Prefigurare delle buone politiche economiche e industriali in particolare significa studiare cosa si nasconde dietro i movimenti dei redditi, dei prezzi e della produzione; nello sviluppo c’è qualcosa di diseguale: gli investimenti nella tecnologia. La riflessione supera la distinzione statistica tra spesa in investimenti e spesa in ricerca e sviluppo, indagando le conseguenze che gli investimenti e la spesa in ricerca e sviluppo, che rimane una declinazione del progresso tecnico, hanno sulla struttura e la composizione del reddito: “in una analisi dinamica lo sviluppo economico è da riguardare, non semplicemente come un aumento sistematico del prodotto nazionale concepito come aggregato a composizione data ma, necessariamente, come un processo di mutamento strutturale, che influisce sulla composizione della produzione e dell’occupazione e che determina cambiamenti nelle forme di mercato, nella distribuzione del reddito e nel sistema dei prezzi” (Sylos Labini, 1993). Non si tratta di un generico aumento degli investimenti o di un altrettanto generico ritmo dell’innovazione tecnologica. Il progresso tecnico non è (solo) l’invenzione di una nuova macchina o di un nuovo principio fisico o meccanico: è la variazione dell’organizzazione economica di una unità produttiva, quindi dell’economia nel suo insieme: “supponendo l’esistenza contemporanea di più tecniche non superiori in un momento determinato, l’introduzione del progresso tecnico si esprimerà nella creazione di una nuova tecnica superiore, non di un intero spettro di tecniche, che non è nelle intenzioni né del tecnico né dell’imprenditore di ottenere; e a partire dal momento in cui la prima tecnica superiore è stata introdotta nell’economia è logico arguire che solo le tecniche superiori verranno successivamente scelte. […]. Lo sviluppo economico avviene nel tempo […],. la continuità cronologica impone che ciò che è valido per la prima scelta lo sia anche per tutte le scelte successive” (Leon, 1965). Alla fine lo sviluppo è l’esito delle “tecniche superiori di produzione”, e la politica pubblica gioca un ruolo specifico: quello di portare avanti con successo una redistribuzione settoriale dell’occupazione da settori in declino verso settori in espansione, facendo del progresso tecnico, del reddito e del fattore lavoro, l’infrastruttura portante del ben-essere. Stiamo analizzando l’infrastruttura dello stato sociale: la piena occupazione, senza la quale non si potrebbe “immaginare” un “piano di protezione sociale” .

I fondamenti della politica economica e della politica industriale

PINI, Paolo;
2014

Abstract

Prefigurare delle buone politiche economiche e industriali in particolare significa studiare cosa si nasconde dietro i movimenti dei redditi, dei prezzi e della produzione; nello sviluppo c’è qualcosa di diseguale: gli investimenti nella tecnologia. La riflessione supera la distinzione statistica tra spesa in investimenti e spesa in ricerca e sviluppo, indagando le conseguenze che gli investimenti e la spesa in ricerca e sviluppo, che rimane una declinazione del progresso tecnico, hanno sulla struttura e la composizione del reddito: “in una analisi dinamica lo sviluppo economico è da riguardare, non semplicemente come un aumento sistematico del prodotto nazionale concepito come aggregato a composizione data ma, necessariamente, come un processo di mutamento strutturale, che influisce sulla composizione della produzione e dell’occupazione e che determina cambiamenti nelle forme di mercato, nella distribuzione del reddito e nel sistema dei prezzi” (Sylos Labini, 1993). Non si tratta di un generico aumento degli investimenti o di un altrettanto generico ritmo dell’innovazione tecnologica. Il progresso tecnico non è (solo) l’invenzione di una nuova macchina o di un nuovo principio fisico o meccanico: è la variazione dell’organizzazione economica di una unità produttiva, quindi dell’economia nel suo insieme: “supponendo l’esistenza contemporanea di più tecniche non superiori in un momento determinato, l’introduzione del progresso tecnico si esprimerà nella creazione di una nuova tecnica superiore, non di un intero spettro di tecniche, che non è nelle intenzioni né del tecnico né dell’imprenditore di ottenere; e a partire dal momento in cui la prima tecnica superiore è stata introdotta nell’economia è logico arguire che solo le tecniche superiori verranno successivamente scelte. […]. Lo sviluppo economico avviene nel tempo […],. la continuità cronologica impone che ciò che è valido per la prima scelta lo sia anche per tutte le scelte successive” (Leon, 1965). Alla fine lo sviluppo è l’esito delle “tecniche superiori di produzione”, e la politica pubblica gioca un ruolo specifico: quello di portare avanti con successo una redistribuzione settoriale dell’occupazione da settori in declino verso settori in espansione, facendo del progresso tecnico, del reddito e del fattore lavoro, l’infrastruttura portante del ben-essere. Stiamo analizzando l’infrastruttura dello stato sociale: la piena occupazione, senza la quale non si potrebbe “immaginare” un “piano di protezione sociale” .
2014
Pini, Paolo; Roberto, Romano
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