La necessità di far fronte agli elevati consumi e alla scarsa qualità ambientale che connotano il vasto patrimonio storico richiede, dunque, un cambiamento radicale nella concezione dell’intervento di natura conservativa, considerando l’efficienza energetica e le azioni volte alla sostenibilità ambientale non più come un atto di violenza contro il patrimonio storico, ma, al contrario, come innovative forme di tutela del patrimonio stesso. Se, infatti, il restauro è sostenibile quando consente alle generazioni future di riconoscere gli stessi valori culturali che possiamo riconoscere oggi (parafrasando il Rapporto Brundtland, 1987), anche le attività connesse con la manutenzione e il recupero di manufatti storici diventano azioni sostenibili, in grado di incidere positivamente sull’organismo edilizio migliorando le condizioni ambientali interne e limitando gli shock termici e la formazione di fenomeni di condensazione che aumentano i livelli di degrado degli involucri architettonici storici, degli apparati decorativi e delle opere d’arte ivi contenute. In questo contesto, il progetto di ricerca ha come obiettivo l’approfondimento delle relazioni tra gli interventi finalizzati al recupero dell’edificato storico e il miglioramento delle prestazioni energetico-ambientali, in virtù degli ambiti tematici connessi ai principi di sostenibilità. Attraverso la partecipazione al progetto di ricerca “Improving the energy efficiency in heritage building: research on real cases”, già attivo presso il Dipartimento ospitante, sarà possibile: 1. verificare l’attendibilità delle attuali procedure di diagnosi energetica applicate agli edifici storici, individuandone le criticità connesse all’acquisizione dei dati e alle successive analisi; 2. definire un quadro delle criticità relative alle prestazioni energetico-ambientali allo stato di fatto degli involucri edilizi storici, consentendo una più approfondita conoscenza delle dinamiche che portano a consumi energetici elevati e a situazioni di discomfort ambientale, da un lato, e gli elementi delle costruzioni che vanno invece valorizzati in quanto utili al controllo ambientale passivo, dall’altro. Il quadro conoscitivo raggiunto sarà funzionale alla definizione di un repertorio sistematico delle strategie di retrofit attuabili sugli edifici storici, anche in funzione del grado di tutela e del livello testimoniale dei manufatti, in relazione alla qualità ambientale degli spazi esterni, alla gestione delle acque, al comportamento energetico, all’uso di materiali e risorse e alla qualità ambientale indoor. In questo senso, la ricerca trova piena convergenza con gli obiettivi prefissati all’interno del tavolo di lavoro internazionale finalizzato allo sviluppo di GBC Historic Building, rating system di certificazione volontaria sviluppato da Green Building Council Italia che si propone di valutare il livello di sostenibilità dei processi di natura conservativa (Coordinatore: Paola Boarin). Questo strumento trova fondamento nel confronto e nell’unione di due diverse culture: i criteri di sostenibilità dello standard LEED®, riconosciuto e adottato a livello mondiale, e il vasto patrimonio di conoscenze proprie del restauro architettonico, attraverso la definizione di un sistema metrico che renda tra loro confrontabili le azioni finalizzate al miglioramento prestazionale dei manufatti storici, in modo compatibile con la salvaguardia dei caratteri tipologici e costruttivi. La necessità di fornire strumenti condivisi per la diffusione delle best practice sull’edificato storico e della certificazione dei relativi interventi, sebbene ancora di natura volontaria, potrà dunque contribuire, da un lato, al raggiungimento degli obiettivi previsti da Horizon 2020 circa le priorità relative alle azioni per il clima e all’efficienza sotto il profilo delle risorse (anche economiche) e delle materie prime e, dall’altro, al superamento del gap legislativo attuale.

SU.R.E2 – Sustainable Retrofit for Energy and Environmental improvement of heritage buildings.

BOARIN, Paola
2013

Abstract

La necessità di far fronte agli elevati consumi e alla scarsa qualità ambientale che connotano il vasto patrimonio storico richiede, dunque, un cambiamento radicale nella concezione dell’intervento di natura conservativa, considerando l’efficienza energetica e le azioni volte alla sostenibilità ambientale non più come un atto di violenza contro il patrimonio storico, ma, al contrario, come innovative forme di tutela del patrimonio stesso. Se, infatti, il restauro è sostenibile quando consente alle generazioni future di riconoscere gli stessi valori culturali che possiamo riconoscere oggi (parafrasando il Rapporto Brundtland, 1987), anche le attività connesse con la manutenzione e il recupero di manufatti storici diventano azioni sostenibili, in grado di incidere positivamente sull’organismo edilizio migliorando le condizioni ambientali interne e limitando gli shock termici e la formazione di fenomeni di condensazione che aumentano i livelli di degrado degli involucri architettonici storici, degli apparati decorativi e delle opere d’arte ivi contenute. In questo contesto, il progetto di ricerca ha come obiettivo l’approfondimento delle relazioni tra gli interventi finalizzati al recupero dell’edificato storico e il miglioramento delle prestazioni energetico-ambientali, in virtù degli ambiti tematici connessi ai principi di sostenibilità. Attraverso la partecipazione al progetto di ricerca “Improving the energy efficiency in heritage building: research on real cases”, già attivo presso il Dipartimento ospitante, sarà possibile: 1. verificare l’attendibilità delle attuali procedure di diagnosi energetica applicate agli edifici storici, individuandone le criticità connesse all’acquisizione dei dati e alle successive analisi; 2. definire un quadro delle criticità relative alle prestazioni energetico-ambientali allo stato di fatto degli involucri edilizi storici, consentendo una più approfondita conoscenza delle dinamiche che portano a consumi energetici elevati e a situazioni di discomfort ambientale, da un lato, e gli elementi delle costruzioni che vanno invece valorizzati in quanto utili al controllo ambientale passivo, dall’altro. Il quadro conoscitivo raggiunto sarà funzionale alla definizione di un repertorio sistematico delle strategie di retrofit attuabili sugli edifici storici, anche in funzione del grado di tutela e del livello testimoniale dei manufatti, in relazione alla qualità ambientale degli spazi esterni, alla gestione delle acque, al comportamento energetico, all’uso di materiali e risorse e alla qualità ambientale indoor. In questo senso, la ricerca trova piena convergenza con gli obiettivi prefissati all’interno del tavolo di lavoro internazionale finalizzato allo sviluppo di GBC Historic Building, rating system di certificazione volontaria sviluppato da Green Building Council Italia che si propone di valutare il livello di sostenibilità dei processi di natura conservativa (Coordinatore: Paola Boarin). Questo strumento trova fondamento nel confronto e nell’unione di due diverse culture: i criteri di sostenibilità dello standard LEED®, riconosciuto e adottato a livello mondiale, e il vasto patrimonio di conoscenze proprie del restauro architettonico, attraverso la definizione di un sistema metrico che renda tra loro confrontabili le azioni finalizzate al miglioramento prestazionale dei manufatti storici, in modo compatibile con la salvaguardia dei caratteri tipologici e costruttivi. La necessità di fornire strumenti condivisi per la diffusione delle best practice sull’edificato storico e della certificazione dei relativi interventi, sebbene ancora di natura volontaria, potrà dunque contribuire, da un lato, al raggiungimento degli obiettivi previsti da Horizon 2020 circa le priorità relative alle azioni per il clima e all’efficienza sotto il profilo delle risorse (anche economiche) e delle materie prime e, dall’altro, al superamento del gap legislativo attuale.
2013
Boarin, Paola
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