La Banca Centrale Europea suggerisce che le retribuzioni nominali del lavoro debbano cre-scere in linea con la produttività dei lavoratori, e non oltre questa. Questa è la “regola di piombo” per la distribuzione del reddito, contrapposta alla “regola d’oro” che lascia inva-riate le quote distributive tra lavoro e capitale. La “regola di piombo” significa svalutazioni competitive interne, a carico del lavoro e del reddito dei lavoratori, ed una distribuzione del reddito sempre più diseguale. La Bce inoltre suggerisce che occorra proseguire lungo la strada delle riforme strutturali, ad iniziare da quelle che devono deregolamentare il mercato del lavoro: più flessibilità in entrata ed in uscita e riduzione delle tutele sul posto di lavoro per aumentare quelle sul mercato. Ma la Bce sembra afflitta da miopia: vede sfocati i fattori di medio-lungo periodo (l’innovazione) che davvero contano, e si concentra sui fattori di breve (la flessibilità di mercato) che però non sembrano favorire la competitività e la ripre-sa della produttività.

Minori tutele del lavoro e contenimento salariale, favoriscono la crescita della produttività? Una critica alle ricette della BCE

PINI, Paolo
2013

Abstract

La Banca Centrale Europea suggerisce che le retribuzioni nominali del lavoro debbano cre-scere in linea con la produttività dei lavoratori, e non oltre questa. Questa è la “regola di piombo” per la distribuzione del reddito, contrapposta alla “regola d’oro” che lascia inva-riate le quote distributive tra lavoro e capitale. La “regola di piombo” significa svalutazioni competitive interne, a carico del lavoro e del reddito dei lavoratori, ed una distribuzione del reddito sempre più diseguale. La Bce inoltre suggerisce che occorra proseguire lungo la strada delle riforme strutturali, ad iniziare da quelle che devono deregolamentare il mercato del lavoro: più flessibilità in entrata ed in uscita e riduzione delle tutele sul posto di lavoro per aumentare quelle sul mercato. Ma la Bce sembra afflitta da miopia: vede sfocati i fattori di medio-lungo periodo (l’innovazione) che davvero contano, e si concentra sui fattori di breve (la flessibilità di mercato) che però non sembrano favorire la competitività e la ripre-sa della produttività.
2013
Pini, Paolo
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