Alla fine del I secolo a.C.- inizio del I secolo d.C., il paesaggio risulta molto aperto e antropizzato: un territorio agricolo con campi, prati e pascoli. La costruzione dell’edificio 1 ed i livelli di vita associati (pieno I - inizi II secolo d.C.) corrispondono ad un intensificarsi delle attività agricole e in particolare della coltivazione dei cereali (grano tenero, spelta, farro e piccolo farro, orzo, avena, miglio e segale), che probabilmente venivano lavorati e immagazzinati all’interno dell’ambiente A. Oltre ai cereali sono coltivate fava, canapa, ortive (cicoria e fragola), alberi da frutta (gelso, noce, prunoidee, melo, nespolo) e vite, probabilmente maritata all’olmo. La presenza di numerosi reperti di foraggere (erba medica, erba medica lupolina, trifoglio pratense, trifoglio ladino, lupinella, sulla, festuca, loglio, forasacco, ecc.) all’interno dell’ambiente B testimonia una larga diffusione dell’allevamento e l’utilizzo dell’ambiente stesso come fienile. Sono presenti specie di ambienti umidi collegabili a fossati o canali locali inseriti all’interno delle centurie. Nella fase successiva dell’insediamento (pieno II secolo d.C.) si assiste ad una contrazione delle aree coltivate e ad un incremento dell’incolto e delle aree umide: ciò indica il passaggio da un’agricoltura intensiva a un’agricoltura estensiva. Con l’abbandono dell’edificio (fine II secolo d.C.), la presenza dell’uomo si affievolisce notevolmente, l’attività agricola si riduce ulteriormente, il mancato controllo del territorio determina delle piccole esondazioni con un aumento delle zone umide. Solamente dalla seconda metà del IV alla prima metà del VI secolo d.C. si segnala una debole ripresa dell’attività antropica prima del definitivo abbandono del sito. Segue una fase di forte instabilità ambientale caratterizzata da abbondanti allagamenti con un notevole incremento delle aree umide permanentemente allagate. Contemporaneamente il bosco prende il sopravvento e colonizza vaste aree ormai abbandonate; in zone vicine al sito continua tuttavia l’attività agricola e in particolare la coltivazione dei cereali

L’edificio rustico di età romana in località Luogo Pozzo.

MARCHESINI, Marco;
1998

Abstract

Alla fine del I secolo a.C.- inizio del I secolo d.C., il paesaggio risulta molto aperto e antropizzato: un territorio agricolo con campi, prati e pascoli. La costruzione dell’edificio 1 ed i livelli di vita associati (pieno I - inizi II secolo d.C.) corrispondono ad un intensificarsi delle attività agricole e in particolare della coltivazione dei cereali (grano tenero, spelta, farro e piccolo farro, orzo, avena, miglio e segale), che probabilmente venivano lavorati e immagazzinati all’interno dell’ambiente A. Oltre ai cereali sono coltivate fava, canapa, ortive (cicoria e fragola), alberi da frutta (gelso, noce, prunoidee, melo, nespolo) e vite, probabilmente maritata all’olmo. La presenza di numerosi reperti di foraggere (erba medica, erba medica lupolina, trifoglio pratense, trifoglio ladino, lupinella, sulla, festuca, loglio, forasacco, ecc.) all’interno dell’ambiente B testimonia una larga diffusione dell’allevamento e l’utilizzo dell’ambiente stesso come fienile. Sono presenti specie di ambienti umidi collegabili a fossati o canali locali inseriti all’interno delle centurie. Nella fase successiva dell’insediamento (pieno II secolo d.C.) si assiste ad una contrazione delle aree coltivate e ad un incremento dell’incolto e delle aree umide: ciò indica il passaggio da un’agricoltura intensiva a un’agricoltura estensiva. Con l’abbandono dell’edificio (fine II secolo d.C.), la presenza dell’uomo si affievolisce notevolmente, l’attività agricola si riduce ulteriormente, il mancato controllo del territorio determina delle piccole esondazioni con un aumento delle zone umide. Solamente dalla seconda metà del IV alla prima metà del VI secolo d.C. si segnala una debole ripresa dell’attività antropica prima del definitivo abbandono del sito. Segue una fase di forte instabilità ambientale caratterizzata da abbondanti allagamenti con un notevole incremento delle aree umide permanentemente allagate. Contemporaneamente il bosco prende il sopravvento e colonizza vaste aree ormai abbandonate; in zone vicine al sito continua tuttavia l’attività agricola e in particolare la coltivazione dei cereali
1998
9788855524711
edificio rustico; pianura bolognese; Medicina-Bologna; analisi archeobotaniche
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