La nascita nel 1873 del Museo Civico di Bazzano rappresentò l’esito felice di una stagione di scavi e scoperte nel territorio della Valle del Samoggia, ad opera di illustri cittadini bazzanesi, ma anche di studiosi del calibro di Arsenio Crespellani che per primi diedero un importante contributo alle ricerche archeologiche di questo territorio. Il nucleo principale dell’esposizione museale è costituito proprio dai reperti provenienti dagli scavi dell’immediato periodo postunitario. Si tratta dei materiali preistorici in selce e ftanite dai poderi Bellaria e Livello, i reperti dell’età del Bronzo dagli scavi sull’altura della Rocca, parte dei materiali della necropoli etrusca “Fornace Minelli”e i reperti provenienti dai pozzi-deposito Casini e Sgolfo. Nel secolo scorso le acquisizioni principali del Museo hanno riguardato l’età del bronzo, con i materiali dagli scavi di Ercole Contu nell’area già interessata dalle ricerche ottocentesche, l’epoca romana, con la raccolta di reperti sporadici sia dal territorio bazzanese, sia dalla Valle del Samoggia e le epoche medievale e moderna, con i materiali rinvenuti nell’area della Rocca. I materiali del Museo sono già stati oggetto di pubblicazione ad opera di autorevoli studiosi negli anni ’80 nel precedente catalogo (1986), curato dalla prof. Sara Santoro Bianchi, oltre che in altri studi, tra i quali il catalogo della mostra Il tesoro nel pozzo del 1994 e i recenti atti del convegno Archeologia nella Valle del Samoggia svoltosi a Bazzano nel 2001. In questa sede si propone una ormai necessaria rilettura dei dati archeologici esaminati in passato, alla luce delle nuove acquisizioni sul popolamento del territorio e dei nuovi studi tipologici. Viene quindi presentata l’edizione completa dei singoli oggetti esposti sotto forma di schede analitiche, precedute per ogni sezione da un saggio introduttivo sugli aspetti culturali, economici e topografici del nostro territorio. Nella prima sezione del catalogo “Storia di un Museo” Daniela Scagliarini ripercorre le tappe fondamentali della evoluzione di questa antica istituzione, sempre in contatto con il territorio che l’ha originata. Nella sezione “Preistoria e Protostoria”, oltre alla revisione dei reperti preistorici e dell’età del bronzo ad opera di Davide Mengoli e Gabriella Morico, insieme con gli studi sulla fauna di Antonio Curci ed Elena Maini, viene presentata dalle curatrici del volume l’edizione completa dei reperti etruschi del sepolcreto “Fornace Minelli”conservati a Bazzano, preceduta da un saggio di inquadramento sulla presenza etrusca nel territorio ad opera di Giuseppe Sassatelli. Tra i reperti si segnala un’iscrizione, probabilmente celtica, analizzata da Luca Grasselli. La sezione “Età romana e altomedievale” comprende sia la ricostruzione del popolamento di questo territorio di confine tra le città di Mutina e Bononia, ad opera di Nicoletta Giordani, seguita dalle schede dei materiali dal territorio di Tiziana Ravasio, Sara Campagnari e Rita Burgio, sia l’edizione completa dei materiali dei pozzi-deposito Casini di Bazzano e Sgolfo di Castello di Serravalle. Tali complessi, già oggetto della mostra Il tesoro nel pozzo del 1994, sono stati esaminati da Sauro Gelichi e da Nicoletta Giordani come parte di un fenomeno dalle interpretazioni non univoche che ha caratterizzato la parte occidentale della nostra regione tra V e VII secolo. Le diverse categorie di oggetti recuperati nei pozzi vengono analizzate nei saggi di Carla Boni, Rita Burgio, Sara Campagnari, accompagnati dalle analisi metallurgiche dei vasi di bronzo ad opera di Alessandra Giumlia-Mair, dei reperti vegetali ad opera di Marco Marchesini, Silvia Marvelli e Luisa Forlani e dalle analisi faunistiche di Antonio Curci ed Elena Maini, insieme con un saggio su graffiti dei vasi in ceramica di Luca Grasselli. Il Museo “Arsenio Crespellani” è indissolubilmente legato sin dalle sue origini al suo splendido contenitore, la Rocca dei Bentivoglio, oggetto già in passato di studi approfonditi, ora riproposti e aggiornati nelle pagine di questo catalogo nella sezione “Medioevo e Rinascimento”. Lorena Scaccabarozzi ripercorre la storia della Rocca, le sue trasformazioni architettoniche sono esaminate da Davide Ravaioli e le sue decorazioni di età bentivolesca, ora interamente recuperate grazie ai recenti interventi di restauro, promossi dall’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, sono state oggetto di studio di Chiara Albonico, che ne ha analizzato l’iconografia e i modelli di riferimento. Relativi ai reperti esposti in Museo sono inoltre il saggio di Paola Porta su un capitello medievale, ad oggi unico reperto di questa fase, pertinente alla vicina chiesa di Santo Stefano, il contributo di Sauro Gelichi sulle ceramiche e i materiali di età post-classica provenienti dalla Rocca e lo studio di Aurelia Casagrande sullo stemma di Franciscus de Sancto Petro, capitano della Montagna di Bazzano nel secondo semestre del 1598. Infine, nella sezione “Epoca moderna”, Otello Sangiorgi si è occupato delle vicende e della fisionomia della preziosa raccolta, allestita nel 1978, di armi e uniformi provenienti dai campi di battaglia dove i bazzanesi le usarono per combattere o dove semplicemente le raccolsero come cimeli, oggi presentata dalle curatrici sotto forma di schede sintetiche.

I manufatti lignei e i reperti carpologici del Pozzo Casini.

MARCHESINI, Marco;MARVELLI, SILVIA;
2008

Abstract

La nascita nel 1873 del Museo Civico di Bazzano rappresentò l’esito felice di una stagione di scavi e scoperte nel territorio della Valle del Samoggia, ad opera di illustri cittadini bazzanesi, ma anche di studiosi del calibro di Arsenio Crespellani che per primi diedero un importante contributo alle ricerche archeologiche di questo territorio. Il nucleo principale dell’esposizione museale è costituito proprio dai reperti provenienti dagli scavi dell’immediato periodo postunitario. Si tratta dei materiali preistorici in selce e ftanite dai poderi Bellaria e Livello, i reperti dell’età del Bronzo dagli scavi sull’altura della Rocca, parte dei materiali della necropoli etrusca “Fornace Minelli”e i reperti provenienti dai pozzi-deposito Casini e Sgolfo. Nel secolo scorso le acquisizioni principali del Museo hanno riguardato l’età del bronzo, con i materiali dagli scavi di Ercole Contu nell’area già interessata dalle ricerche ottocentesche, l’epoca romana, con la raccolta di reperti sporadici sia dal territorio bazzanese, sia dalla Valle del Samoggia e le epoche medievale e moderna, con i materiali rinvenuti nell’area della Rocca. I materiali del Museo sono già stati oggetto di pubblicazione ad opera di autorevoli studiosi negli anni ’80 nel precedente catalogo (1986), curato dalla prof. Sara Santoro Bianchi, oltre che in altri studi, tra i quali il catalogo della mostra Il tesoro nel pozzo del 1994 e i recenti atti del convegno Archeologia nella Valle del Samoggia svoltosi a Bazzano nel 2001. In questa sede si propone una ormai necessaria rilettura dei dati archeologici esaminati in passato, alla luce delle nuove acquisizioni sul popolamento del territorio e dei nuovi studi tipologici. Viene quindi presentata l’edizione completa dei singoli oggetti esposti sotto forma di schede analitiche, precedute per ogni sezione da un saggio introduttivo sugli aspetti culturali, economici e topografici del nostro territorio. Nella prima sezione del catalogo “Storia di un Museo” Daniela Scagliarini ripercorre le tappe fondamentali della evoluzione di questa antica istituzione, sempre in contatto con il territorio che l’ha originata. Nella sezione “Preistoria e Protostoria”, oltre alla revisione dei reperti preistorici e dell’età del bronzo ad opera di Davide Mengoli e Gabriella Morico, insieme con gli studi sulla fauna di Antonio Curci ed Elena Maini, viene presentata dalle curatrici del volume l’edizione completa dei reperti etruschi del sepolcreto “Fornace Minelli”conservati a Bazzano, preceduta da un saggio di inquadramento sulla presenza etrusca nel territorio ad opera di Giuseppe Sassatelli. Tra i reperti si segnala un’iscrizione, probabilmente celtica, analizzata da Luca Grasselli. La sezione “Età romana e altomedievale” comprende sia la ricostruzione del popolamento di questo territorio di confine tra le città di Mutina e Bononia, ad opera di Nicoletta Giordani, seguita dalle schede dei materiali dal territorio di Tiziana Ravasio, Sara Campagnari e Rita Burgio, sia l’edizione completa dei materiali dei pozzi-deposito Casini di Bazzano e Sgolfo di Castello di Serravalle. Tali complessi, già oggetto della mostra Il tesoro nel pozzo del 1994, sono stati esaminati da Sauro Gelichi e da Nicoletta Giordani come parte di un fenomeno dalle interpretazioni non univoche che ha caratterizzato la parte occidentale della nostra regione tra V e VII secolo. Le diverse categorie di oggetti recuperati nei pozzi vengono analizzate nei saggi di Carla Boni, Rita Burgio, Sara Campagnari, accompagnati dalle analisi metallurgiche dei vasi di bronzo ad opera di Alessandra Giumlia-Mair, dei reperti vegetali ad opera di Marco Marchesini, Silvia Marvelli e Luisa Forlani e dalle analisi faunistiche di Antonio Curci ed Elena Maini, insieme con un saggio su graffiti dei vasi in ceramica di Luca Grasselli. Il Museo “Arsenio Crespellani” è indissolubilmente legato sin dalle sue origini al suo splendido contenitore, la Rocca dei Bentivoglio, oggetto già in passato di studi approfonditi, ora riproposti e aggiornati nelle pagine di questo catalogo nella sezione “Medioevo e Rinascimento”. Lorena Scaccabarozzi ripercorre la storia della Rocca, le sue trasformazioni architettoniche sono esaminate da Davide Ravaioli e le sue decorazioni di età bentivolesca, ora interamente recuperate grazie ai recenti interventi di restauro, promossi dall’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, sono state oggetto di studio di Chiara Albonico, che ne ha analizzato l’iconografia e i modelli di riferimento. Relativi ai reperti esposti in Museo sono inoltre il saggio di Paola Porta su un capitello medievale, ad oggi unico reperto di questa fase, pertinente alla vicina chiesa di Santo Stefano, il contributo di Sauro Gelichi sulle ceramiche e i materiali di età post-classica provenienti dalla Rocca e lo studio di Aurelia Casagrande sullo stemma di Franciscus de Sancto Petro, capitano della Montagna di Bazzano nel secondo semestre del 1598. Infine, nella sezione “Epoca moderna”, Otello Sangiorgi si è occupato delle vicende e della fisionomia della preziosa raccolta, allestita nel 1978, di armi e uniformi provenienti dai campi di battaglia dove i bazzanesi le usarono per combattere o dove semplicemente le raccolsero come cimeli, oggi presentata dalle curatrici sotto forma di schede sintetiche.
2008
manufatti lignei; Bazzano; reperti carpologici; Museo Arsenio Crespellani
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