Il contributo affronta una tematica che vede abitualmente contrapporsi le opinioni degli studiosi, vale a dire l’idea che i Romani avevano sul destino individuale dopo la morte. Al riguardo oggi sussistono opinioni contrastanti, a seconda che si immagini il prevalere di una visione ottimistica, che ammettesse una qualche forma di continuazione della vita nell’oltretomba, oppure scettica, che la negasse. Il problema viene affrontato attraverso l’analisi critica comparativa dei vari generi di fonti disponibili entro la media età imperiale: giuridiche, letterarie, epigrafiche, monumentali, figurative, iconiche, simboliche, mitologiche ed archeologiche. Nell’insieme emerge chiaramente l’idea che la morte per i Romani implicasse l’annullamento della persona, inducendo i vivi a codificare comportamenti rituali che permettevano di comunicare con i defunti coltivandone il ricordo e garantendone così una una qualche sopravvivenza. A questo proposito era l’atto libatorio a rappresentare il principale strumento di ideale comunicazione con l’oltretomba.

I Romani e l'idea dell'oltretomba tra monumenti, immagini e scritture

ORTALLI, Iacopo
2010

Abstract

Il contributo affronta una tematica che vede abitualmente contrapporsi le opinioni degli studiosi, vale a dire l’idea che i Romani avevano sul destino individuale dopo la morte. Al riguardo oggi sussistono opinioni contrastanti, a seconda che si immagini il prevalere di una visione ottimistica, che ammettesse una qualche forma di continuazione della vita nell’oltretomba, oppure scettica, che la negasse. Il problema viene affrontato attraverso l’analisi critica comparativa dei vari generi di fonti disponibili entro la media età imperiale: giuridiche, letterarie, epigrafiche, monumentali, figurative, iconiche, simboliche, mitologiche ed archeologiche. Nell’insieme emerge chiaramente l’idea che la morte per i Romani implicasse l’annullamento della persona, inducendo i vivi a codificare comportamenti rituali che permettevano di comunicare con i defunti coltivandone il ricordo e garantendone così una una qualche sopravvivenza. A questo proposito era l’atto libatorio a rappresentare il principale strumento di ideale comunicazione con l’oltretomba.
2010
Ortalli, Iacopo
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