Progetto finanziato con Fondo di Ateneo per la Ricerca Scientifica (FAR) 2011 (attribuiti nel 2012). Città compatta ed ecoquartieri ad elevata efficienza energetica e sostenibilità ambientale Dal 2005 ad oggi, ovvero dall’anno di uscita dei primi disposti normativi di natura sistemica in materia di efficienza energetica nel settore delle costruzioni, molti sono stati gli studi elaborati (ed in gran parte acquisiti all’interno delle dinamiche del processo edilizio) sul fronte dell’ottimizzazione dei modelli di involucro architettonico e di efficienza integrata degli impianti nel campo della nuova costruzione. A questo primo step di forte avanzamento delle conoscenze in un settore fino ad allora scarsamente indagato in termini operativi, è seguito un consistente sforzo della ricerca per l’individuazione di metodi e tecnologie indirizzate al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, proseguito a breve distanza da un’approfondita analisi (tutt’ora in corso) delle possibilità e potenzialità dell’intervento sui contenitori architettonici a più elevato valore testimoniale, finanche vincolati, con l’obiettivo di una loro tutela e valorizzazione attraverso non solo un atto conservativo, ma anche una loro necessaria rifunzionalizzazione compatibile ed un loro adeguamento agli standard odierni di qualità edilizia, in particolar modo di benessere ambientale. Nella definizione dei diversi tipi di intervento orientati al parco degli edifici esistenti, a diverso livello di “storicizzazione”, si è iniziato anche a tenere in debita considerazione il concetto di embodied energy, ovvero la quantità di energia grigia inglobata nei processi edilizi, per valutare, di volta in volta e fatti salvi gli eventuali gradi di tutela, la convenienza del recupero o della sostituzione degli organismi edilizi. La comunità scientifica si è accorta poi che le conoscenze precedentemente acquisite andavano calate con più attenzione nel contesto edilizio ambientale proprio del nostro Paese, ovvero nell’ambiente mediterraneo, contraddistinto da specifiche condizioni termoigrometriche. Dall’interesse verso il singolo edificio, gli studi si sono poi rivolti al tessuto ed al sistema urbano integrato. Particolarmente interessanti e promettenti per la riduzione delle emissioni complessive di CO2 e l’aumento della qualità di vita, si sono dimostrate le ricerche tese alla codifica del concetto di Zona Clima (evidente evoluzione di quello in primis altoatesino di Casa Clima), in cui si tendono a definire idonei meccanismi per incentivare soprattutto il privato a densificare il territorio, a completarlo, riqualificando il parco degli edifici esistenti (rendendoli cioè virtuosi principalmente dal punto di vista dei consumi energetici) e costruendo nuove addizioni a bassissimo fabbisogno energetico e con evidenti caratteri di ecosensibilità. La presente proposta di ricerca ha come obiettivo, da un parte, la riorganizzazione sistemica dei citati studi e, dall’altra, la loro naturale evoluzione finalizzata a ridurre i troppo diffusi sprechi di territorio (una risorsa né illimitata, né rinnovabile) e a garantire città o brani di città caratterizzati da indicatori ambientali in linea con le direttive europee. Questi concetti tendono a valorizzare l’idea di città compatta, strutturata su modelli anche diversificati di eco quartieri ad elevata efficienza energetica (“zona di efficienza” prestabilita), qualità architettonica e sostenibilità ambientale. Secondo questi indirizzi la città è intesa come organismo dotato di un proprio metabolismo, frutto sì della sommatoria dei singoli episodi, ma anche di una regia in grado di considerarla come unica entità capace di gestire e controllare il suo sviluppo e le sue influenze alla scala territoriale. In questa logica ci si accorge del ruolo strategico che assumono le reti dei sistemi energetico- impiantistici, siano esse risolte partendo da micro impianti di quartiere (disseminazione e diffusione all’interno della città) oppure da sistemi più centralizzati, con diversi modelli di generazione dell’energia (cogenerazione, trigenerazione ed altro) e con l’impiego sistematico di fonti rinnovabili (solare fotovoltaico, solare termico, microeolico, biomasse, microidroelettrico). L’assunto deve essere però non quello del semplice inserimento, quanto quello della ricerca di una loro coerente integrazione architettonica ed urbanistica, in modo che essi siano considerati veri e propri sottosistemi edilizi. Il controllo tecnico-morfologico e materico delle soluzioni adottate, quando in particolare il tessuto edilizio di riferimento è quello storico, rappresenta un altro importante indicatore per il successo degli interventi di densificazione o di completamento controllato all’interno dei processi evolutivi del perimetro urbano. Diventano dunque imprescindibili anche le conoscenze nel settore del material design, per quanto concerne soprattutto l’impiego di materiali sì innovativi in termini di prestazioni energetiche, ma compatibili al tempo stesso con il contesto culturale ed ambientale di riferimento, accompagnando tale azione con un controllo generalizzato del LCA (Life Cycle Assesment) di prodotti e componenti. Nell’alveo di queste considerazioni appare chiaro come le competenze indispensabili per raggiungere gli obiettivi della ricerca non possono che attingere ad un corpo estremamente interdisciplinare. Il gruppo di ricerca si avvale perciò delle seguenti specifiche competenze: • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA (ICAR/14): capacità critica e di gestione del progetto di intervento sull’ambiente urbano (secondo le diverse declinazioni della densificazione, della modificazione, del completamento e via dicendo) dal punto di vista tipologico-spaziale e storico-tipologico; • TECNOLOGIA DELL’ARCHITETTURA (ICAR/12): strumenti di indagine e strategie di intervento finalizzate ad un processo edilizio sia di nuova costruzione, sia di recupero e riqualificazione, per la corretta conformazione dell’involucro edilizio e la scelta delle soluzioni tecniche più idonee (sistemi costruttivi, stratificazioni funzionali, scelte materiche in rapporto alla corretta conoscenza dei tipi-costruttivi recenti o storicizzati, ecc.); • FISICA TECNICA INDUSTRIALE (ING-IND/10): capacità di calcolo e verifica dei fenomeni fisici ed energetici e conoscenza dei sistemi impiantistici ad elevato livello di integrazione architettonica e territoriale, in grado di dialogare con la componente passiva delle costruzioni e di prevedere l’utilizzo di fonti rinnovabili o comunque innovative per il soddisfacimento dei fabbisogni. Il gruppo di ricerca è completato dalla presenza di dottorandi ed assegnisti di ricerca che svolgono indagini sul tema dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, sia a livello di involucro edilizio, sia di innovazione di componenti e sistemi impiantistici alle diverse scale. Il dottorato in questione (dottorato in Tecnologia dell’architettura, con sede presso il Dipartimento di Architettura dell’ateneo Ferrarese, consorziato con la Facoltà di Architettura di Cesena, Università di Bologna), pur espressamente orientato verso il s.s.d ICAR/12, presenta nella formazione del collegio dei docenti le stesse analogie di evidente multidisciplinarietà proprie della presente ricerca. Completano il gruppo alcuni professionisti (docenti a contratto o dottori di ricerca) esperti nelle discipline soprarichiamate.

Città compatta ed ecoquartieri ad elevata efficienza energetica e sostenibilità ambientale

DAVOLI, Pietromaria
2012

Abstract

Progetto finanziato con Fondo di Ateneo per la Ricerca Scientifica (FAR) 2011 (attribuiti nel 2012). Città compatta ed ecoquartieri ad elevata efficienza energetica e sostenibilità ambientale Dal 2005 ad oggi, ovvero dall’anno di uscita dei primi disposti normativi di natura sistemica in materia di efficienza energetica nel settore delle costruzioni, molti sono stati gli studi elaborati (ed in gran parte acquisiti all’interno delle dinamiche del processo edilizio) sul fronte dell’ottimizzazione dei modelli di involucro architettonico e di efficienza integrata degli impianti nel campo della nuova costruzione. A questo primo step di forte avanzamento delle conoscenze in un settore fino ad allora scarsamente indagato in termini operativi, è seguito un consistente sforzo della ricerca per l’individuazione di metodi e tecnologie indirizzate al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, proseguito a breve distanza da un’approfondita analisi (tutt’ora in corso) delle possibilità e potenzialità dell’intervento sui contenitori architettonici a più elevato valore testimoniale, finanche vincolati, con l’obiettivo di una loro tutela e valorizzazione attraverso non solo un atto conservativo, ma anche una loro necessaria rifunzionalizzazione compatibile ed un loro adeguamento agli standard odierni di qualità edilizia, in particolar modo di benessere ambientale. Nella definizione dei diversi tipi di intervento orientati al parco degli edifici esistenti, a diverso livello di “storicizzazione”, si è iniziato anche a tenere in debita considerazione il concetto di embodied energy, ovvero la quantità di energia grigia inglobata nei processi edilizi, per valutare, di volta in volta e fatti salvi gli eventuali gradi di tutela, la convenienza del recupero o della sostituzione degli organismi edilizi. La comunità scientifica si è accorta poi che le conoscenze precedentemente acquisite andavano calate con più attenzione nel contesto edilizio ambientale proprio del nostro Paese, ovvero nell’ambiente mediterraneo, contraddistinto da specifiche condizioni termoigrometriche. Dall’interesse verso il singolo edificio, gli studi si sono poi rivolti al tessuto ed al sistema urbano integrato. Particolarmente interessanti e promettenti per la riduzione delle emissioni complessive di CO2 e l’aumento della qualità di vita, si sono dimostrate le ricerche tese alla codifica del concetto di Zona Clima (evidente evoluzione di quello in primis altoatesino di Casa Clima), in cui si tendono a definire idonei meccanismi per incentivare soprattutto il privato a densificare il territorio, a completarlo, riqualificando il parco degli edifici esistenti (rendendoli cioè virtuosi principalmente dal punto di vista dei consumi energetici) e costruendo nuove addizioni a bassissimo fabbisogno energetico e con evidenti caratteri di ecosensibilità. La presente proposta di ricerca ha come obiettivo, da un parte, la riorganizzazione sistemica dei citati studi e, dall’altra, la loro naturale evoluzione finalizzata a ridurre i troppo diffusi sprechi di territorio (una risorsa né illimitata, né rinnovabile) e a garantire città o brani di città caratterizzati da indicatori ambientali in linea con le direttive europee. Questi concetti tendono a valorizzare l’idea di città compatta, strutturata su modelli anche diversificati di eco quartieri ad elevata efficienza energetica (“zona di efficienza” prestabilita), qualità architettonica e sostenibilità ambientale. Secondo questi indirizzi la città è intesa come organismo dotato di un proprio metabolismo, frutto sì della sommatoria dei singoli episodi, ma anche di una regia in grado di considerarla come unica entità capace di gestire e controllare il suo sviluppo e le sue influenze alla scala territoriale. In questa logica ci si accorge del ruolo strategico che assumono le reti dei sistemi energetico- impiantistici, siano esse risolte partendo da micro impianti di quartiere (disseminazione e diffusione all’interno della città) oppure da sistemi più centralizzati, con diversi modelli di generazione dell’energia (cogenerazione, trigenerazione ed altro) e con l’impiego sistematico di fonti rinnovabili (solare fotovoltaico, solare termico, microeolico, biomasse, microidroelettrico). L’assunto deve essere però non quello del semplice inserimento, quanto quello della ricerca di una loro coerente integrazione architettonica ed urbanistica, in modo che essi siano considerati veri e propri sottosistemi edilizi. Il controllo tecnico-morfologico e materico delle soluzioni adottate, quando in particolare il tessuto edilizio di riferimento è quello storico, rappresenta un altro importante indicatore per il successo degli interventi di densificazione o di completamento controllato all’interno dei processi evolutivi del perimetro urbano. Diventano dunque imprescindibili anche le conoscenze nel settore del material design, per quanto concerne soprattutto l’impiego di materiali sì innovativi in termini di prestazioni energetiche, ma compatibili al tempo stesso con il contesto culturale ed ambientale di riferimento, accompagnando tale azione con un controllo generalizzato del LCA (Life Cycle Assesment) di prodotti e componenti. Nell’alveo di queste considerazioni appare chiaro come le competenze indispensabili per raggiungere gli obiettivi della ricerca non possono che attingere ad un corpo estremamente interdisciplinare. Il gruppo di ricerca si avvale perciò delle seguenti specifiche competenze: • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA (ICAR/14): capacità critica e di gestione del progetto di intervento sull’ambiente urbano (secondo le diverse declinazioni della densificazione, della modificazione, del completamento e via dicendo) dal punto di vista tipologico-spaziale e storico-tipologico; • TECNOLOGIA DELL’ARCHITETTURA (ICAR/12): strumenti di indagine e strategie di intervento finalizzate ad un processo edilizio sia di nuova costruzione, sia di recupero e riqualificazione, per la corretta conformazione dell’involucro edilizio e la scelta delle soluzioni tecniche più idonee (sistemi costruttivi, stratificazioni funzionali, scelte materiche in rapporto alla corretta conoscenza dei tipi-costruttivi recenti o storicizzati, ecc.); • FISICA TECNICA INDUSTRIALE (ING-IND/10): capacità di calcolo e verifica dei fenomeni fisici ed energetici e conoscenza dei sistemi impiantistici ad elevato livello di integrazione architettonica e territoriale, in grado di dialogare con la componente passiva delle costruzioni e di prevedere l’utilizzo di fonti rinnovabili o comunque innovative per il soddisfacimento dei fabbisogni. Il gruppo di ricerca è completato dalla presenza di dottorandi ed assegnisti di ricerca che svolgono indagini sul tema dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, sia a livello di involucro edilizio, sia di innovazione di componenti e sistemi impiantistici alle diverse scale. Il dottorato in questione (dottorato in Tecnologia dell’architettura, con sede presso il Dipartimento di Architettura dell’ateneo Ferrarese, consorziato con la Facoltà di Architettura di Cesena, Università di Bologna), pur espressamente orientato verso il s.s.d ICAR/12, presenta nella formazione del collegio dei docenti le stesse analogie di evidente multidisciplinarietà proprie della presente ricerca. Completano il gruppo alcuni professionisti (docenti a contratto o dottori di ricerca) esperti nelle discipline soprarichiamate.
2012
Davoli, Pietromaria
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