«Arte Povera 2011 trae energia dall’ipotesi, se non dal sogno, di una comunità immaginaria e ideale: quella di un’arte che è aperta a qualsiasi situazione e condizione, quanto quella di un sistema di musei e di istituzioni culturali che intendono collocarsi fuori da ogni localismo per dare forma a un insieme senza confini né difese». Così Germano Celant, nell’introduzione al catalogo, traccia la motivazione principale che lo ha spinto ad accettare l’invito di riconsiderare il movimento artistico entro una dimensione storiografica più equanime.

Germano Celant (a cura di) Arte Povera 2011. Milano. Electa. 2011. pp. 685

PAIATO, Maria Letizia
2011

Abstract

«Arte Povera 2011 trae energia dall’ipotesi, se non dal sogno, di una comunità immaginaria e ideale: quella di un’arte che è aperta a qualsiasi situazione e condizione, quanto quella di un sistema di musei e di istituzioni culturali che intendono collocarsi fuori da ogni localismo per dare forma a un insieme senza confini né difese». Così Germano Celant, nell’introduzione al catalogo, traccia la motivazione principale che lo ha spinto ad accettare l’invito di riconsiderare il movimento artistico entro una dimensione storiografica più equanime.
2011
Arte Povera; Germano Celant
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