Per diversi millenni i materiali disponibili per dare forma all’architettura erano quelli locali, recuperabili nel breve raggio dei sistemi di trasporto disponibili. La forma delle costruzioni ne era fortemente condizionata e si trattava comunque quasi sempre di costruzioni massive, realizzate con l’impiego di elementi costruttivi di limitata resistenza meccanica alle sollecitazioni strutturali che non fosse prevalentemente quelle a compressione. Solo recentemente, considerata l’attività edilizia dell’uomo, lo sviluppo di nuovi materiali o il loro trasferimento da altri settori produttivi diversi dall’edilizia hanno consentito all’architettura di oltrepassare il limite formale imposto dai materiali cosiddetti tradizionali e librarsi oltre la statica scatolarità del trilite e dell’angolo retto alla ricerca di forme avulse dalla geometria euclidea. Questa evoluzione è resa possibile principalmente da due fattori: • dalla presenza di nuovi materiali, tecniche di costruzione e di assemblaggio, innovazioni tecnologiche e sistemi produttivi in grado di rispondere praticamente a qualsiasi richiesta a qualsiasi scala; • dalla disponibilità di sistemi di simulazione, di valutazione e calcolo assistiti, alle maggiori conoscenze sugli stati limite, all’approccio probabilistico che consentono di valutare e gestire il maggior numero di variabili che entrano in campo. La forma dell’architettura ha quindi perso ogni condizionamento tecnico in virtù di una tecnologia che rende possibile praticamente ogni immaginazione. E in questa euforia di libertà priva di rilevanti condizionamenti di tipo materico-costruttivo, che nel passato avevano fortemente guidato la genesi del progetto e i relativi esiti stilistici, alcune architetture pare che abbiano accantonato, assieme ai vincoli, anche il buon senso. Se l’ingresso di nuove tecnologie nel mondo delle costruzioni può essere salutato come una sorta di liberazione del linguaggio architettonico che, superando i limiti e le regole di vitruviana memoria, può dare spazio alle più diverse espressioni della contemporaneità, una tecnologia asservita alla forma senza entrare realmente nel processo progettuale che l’ha generata assume i toni del fraintendimento: viene assunta cioè come strumento che rende possibile ciò che la mente immagina, disgiungendo il processo creativo (venustas) da quello costruttivo (utilitas e firmitas). Ne derivano progetti in cui la tecnologia è costretta a forzare la natura stessa dei materiali, contrastando le leggi fisiche per seguire voli pindarici che possono dar esito a interessanti risvolti compositivi ma che si rivelano fortemente contraddittori sotto il profilo statico-costruttivo, quando non decisamente inefficienti sotto il profilo tecnico-funzionale. Questo atteggiamento della composizione architettonica contemporanea, di essere “al di sopra” dell’architettura costruita per incapacità di esserne “dentro” e separando la sensibilità beaux-arts dalla cultura politecnica, si è definitivamente infranto sui grandi e attuali temi della sostenibilità in tutte le sue accezioni.

Possibilità tecnologiche e sostenibilità

ZANNONI, Giovanni
2012

Abstract

Per diversi millenni i materiali disponibili per dare forma all’architettura erano quelli locali, recuperabili nel breve raggio dei sistemi di trasporto disponibili. La forma delle costruzioni ne era fortemente condizionata e si trattava comunque quasi sempre di costruzioni massive, realizzate con l’impiego di elementi costruttivi di limitata resistenza meccanica alle sollecitazioni strutturali che non fosse prevalentemente quelle a compressione. Solo recentemente, considerata l’attività edilizia dell’uomo, lo sviluppo di nuovi materiali o il loro trasferimento da altri settori produttivi diversi dall’edilizia hanno consentito all’architettura di oltrepassare il limite formale imposto dai materiali cosiddetti tradizionali e librarsi oltre la statica scatolarità del trilite e dell’angolo retto alla ricerca di forme avulse dalla geometria euclidea. Questa evoluzione è resa possibile principalmente da due fattori: • dalla presenza di nuovi materiali, tecniche di costruzione e di assemblaggio, innovazioni tecnologiche e sistemi produttivi in grado di rispondere praticamente a qualsiasi richiesta a qualsiasi scala; • dalla disponibilità di sistemi di simulazione, di valutazione e calcolo assistiti, alle maggiori conoscenze sugli stati limite, all’approccio probabilistico che consentono di valutare e gestire il maggior numero di variabili che entrano in campo. La forma dell’architettura ha quindi perso ogni condizionamento tecnico in virtù di una tecnologia che rende possibile praticamente ogni immaginazione. E in questa euforia di libertà priva di rilevanti condizionamenti di tipo materico-costruttivo, che nel passato avevano fortemente guidato la genesi del progetto e i relativi esiti stilistici, alcune architetture pare che abbiano accantonato, assieme ai vincoli, anche il buon senso. Se l’ingresso di nuove tecnologie nel mondo delle costruzioni può essere salutato come una sorta di liberazione del linguaggio architettonico che, superando i limiti e le regole di vitruviana memoria, può dare spazio alle più diverse espressioni della contemporaneità, una tecnologia asservita alla forma senza entrare realmente nel processo progettuale che l’ha generata assume i toni del fraintendimento: viene assunta cioè come strumento che rende possibile ciò che la mente immagina, disgiungendo il processo creativo (venustas) da quello costruttivo (utilitas e firmitas). Ne derivano progetti in cui la tecnologia è costretta a forzare la natura stessa dei materiali, contrastando le leggi fisiche per seguire voli pindarici che possono dar esito a interessanti risvolti compositivi ma che si rivelano fortemente contraddittori sotto il profilo statico-costruttivo, quando non decisamente inefficienti sotto il profilo tecnico-funzionale. Questo atteggiamento della composizione architettonica contemporanea, di essere “al di sopra” dell’architettura costruita per incapacità di esserne “dentro” e separando la sensibilità beaux-arts dalla cultura politecnica, si è definitivamente infranto sui grandi e attuali temi della sostenibilità in tutte le sue accezioni.
2012
9788866551546
Tecnologia dell'architettura; sostenibilità; composizione architettonica
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