La cattedrale di Norwich ha rappresentato da sempre per la collettività un punto di riferimento, un luogo di incontro e riunione ricco di spiritualità ma anche di senso comunitario. La mancanza di due dei quattro lati del grande chiostro a due piani, tranne che per pochi tratti di mura, rendeva il complesso privo di quella unitarietà e compattezza che contraddistingue simili grandi architetture medioevali. L’esigenza, sotto la grande pressione turistica locale, di avere maggiori spazi a diposizione ha portato alla decisione di ricostituire l’organismo perduto attraverso la costruzione di due nuove ali sulle tracce delle precedenti. Il progetto di Hopkins Architects, nota firma internazionale nel campo dell’architettura High Tech affronta la tematica con rigore e estrema coerenza (ricordiamo Sir Michael Hopkins assieme a Sir Norman Foster sin dal 1971 in quell’incredibile flusso architettonico che contraddistinse l’Inghilterra degli anni Settanta e Ottanta). Anche in questo intervento ritroviamo alcune delle caratteristiche che hanno fatto di Hopkins Architects uno dei migliori studi nell’integrazione di un grande sapere tecnologico e sensibilità progettuale, un binomio che è sfociato spesso in edifici eleganti e al tempo stesso con elevate prestazioni energetiche. Se negli edifici progettati dallo studio come l’Evelina Children Hospital di Londra ma anche in alcune opere in quelli che possiamo definire i nuovi territori di conquista dell’architettura contemporanea come gli Emirati Arabi, emerge sempre in modo chiaro l’alta competenza dei progettisti di Sir Michael è forse nel progetto descritto in queste pagine che la compenetrazione del contemporaneo nel contesto storico e delle più avanzate tecnologie trova la sua più alta espressione.

Memorie e tecnologie rievocano un antico chiostro

ROSSATO, Luca
2011

Abstract

La cattedrale di Norwich ha rappresentato da sempre per la collettività un punto di riferimento, un luogo di incontro e riunione ricco di spiritualità ma anche di senso comunitario. La mancanza di due dei quattro lati del grande chiostro a due piani, tranne che per pochi tratti di mura, rendeva il complesso privo di quella unitarietà e compattezza che contraddistingue simili grandi architetture medioevali. L’esigenza, sotto la grande pressione turistica locale, di avere maggiori spazi a diposizione ha portato alla decisione di ricostituire l’organismo perduto attraverso la costruzione di due nuove ali sulle tracce delle precedenti. Il progetto di Hopkins Architects, nota firma internazionale nel campo dell’architettura High Tech affronta la tematica con rigore e estrema coerenza (ricordiamo Sir Michael Hopkins assieme a Sir Norman Foster sin dal 1971 in quell’incredibile flusso architettonico che contraddistinse l’Inghilterra degli anni Settanta e Ottanta). Anche in questo intervento ritroviamo alcune delle caratteristiche che hanno fatto di Hopkins Architects uno dei migliori studi nell’integrazione di un grande sapere tecnologico e sensibilità progettuale, un binomio che è sfociato spesso in edifici eleganti e al tempo stesso con elevate prestazioni energetiche. Se negli edifici progettati dallo studio come l’Evelina Children Hospital di Londra ma anche in alcune opere in quelli che possiamo definire i nuovi territori di conquista dell’architettura contemporanea come gli Emirati Arabi, emerge sempre in modo chiaro l’alta competenza dei progettisti di Sir Michael è forse nel progetto descritto in queste pagine che la compenetrazione del contemporaneo nel contesto storico e delle più avanzate tecnologie trova la sua più alta espressione.
2011
Rossato, Luca
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