Introduzione L’allergia agli anestetici locali (AL) di tipo amidico è estremamente rara. Ciononostante il problema di identificare i pazienti a rischio di reazioni allergiche agli AL esiste, considerato il numero elevato di anestesie locali eseguite e la prevalenza non trascurabile delle relative reazione avverse. Obiettivi Valutare l’utilità del test abbreviato di tolleranza ad AL eseguito nel nostro centro allergologico in pazienti con reazioni avverse ad altri farmaci (gruppo 1) o ad AL (gruppo 2) o senza reazioni avverse nell’anamnesi (gruppo 3). Metodi Il test di tolleranza è stato eseguito su 434 pazienti consecutivi (321 di sesso femminile) con mepivacaina 3%, lidocaina (2%), prilocaina (5%) o bupivacaina (0.25%), senza vasocostrittori e conservanti. Il nostro protocollo consisteva di un “prick test” (alla diluizione 1:1, seguito da una intradermoreazione (1:100) e poi da due iniezioni sottocutanee (1:10 e 1:1). L’analisi statistica è stata eseguita con il test del chi-quadrato. Risultati. 50 pazienti presentavano test cutanei positivi: all’intradermoreazione 45 (10.3%) nei quali il test è stato portato a termine senza reazioni avverse; al prick test 3 (0.6%) e alla iniezione sottocutanea 2 (0.4%) (1 con dispnea ed edema dell’ugola e 1 con orticaria), che sono stati avviati ad ulteriore test di tolleranza con AL alternativo giunto alla fine senza eventi avversi. Il test del chi-quadrato non ha messo in evidenza differenze tra i gruppi. Conclusioni Tutti i test di tolleranza hanno identificato l’AL che non ha dato reazioni avverse nell’uso clinico (entro le due settimane successive). Il nostro protocollo pertanto ha dimostrato di essere sicuro ed efficace. Poiché numerosi test intradermici sono risultati falsamente positivi, suggeriamo di abbreviare ulteriormente questo protocollo omettendo il test intradermico.

Il test di tolleranza ad anestetici locali: nostra esperienza su 434 pazienti.

BOCCAFOGLI, Arrigo;VICENTINI, Licia
2003

Abstract

Introduzione L’allergia agli anestetici locali (AL) di tipo amidico è estremamente rara. Ciononostante il problema di identificare i pazienti a rischio di reazioni allergiche agli AL esiste, considerato il numero elevato di anestesie locali eseguite e la prevalenza non trascurabile delle relative reazione avverse. Obiettivi Valutare l’utilità del test abbreviato di tolleranza ad AL eseguito nel nostro centro allergologico in pazienti con reazioni avverse ad altri farmaci (gruppo 1) o ad AL (gruppo 2) o senza reazioni avverse nell’anamnesi (gruppo 3). Metodi Il test di tolleranza è stato eseguito su 434 pazienti consecutivi (321 di sesso femminile) con mepivacaina 3%, lidocaina (2%), prilocaina (5%) o bupivacaina (0.25%), senza vasocostrittori e conservanti. Il nostro protocollo consisteva di un “prick test” (alla diluizione 1:1, seguito da una intradermoreazione (1:100) e poi da due iniezioni sottocutanee (1:10 e 1:1). L’analisi statistica è stata eseguita con il test del chi-quadrato. Risultati. 50 pazienti presentavano test cutanei positivi: all’intradermoreazione 45 (10.3%) nei quali il test è stato portato a termine senza reazioni avverse; al prick test 3 (0.6%) e alla iniezione sottocutanea 2 (0.4%) (1 con dispnea ed edema dell’ugola e 1 con orticaria), che sono stati avviati ad ulteriore test di tolleranza con AL alternativo giunto alla fine senza eventi avversi. Il test del chi-quadrato non ha messo in evidenza differenze tra i gruppi. Conclusioni Tutti i test di tolleranza hanno identificato l’AL che non ha dato reazioni avverse nell’uso clinico (entro le due settimane successive). Il nostro protocollo pertanto ha dimostrato di essere sicuro ed efficace. Poiché numerosi test intradermici sono risultati falsamente positivi, suggeriamo di abbreviare ulteriormente questo protocollo omettendo il test intradermico.
2003
Scolozzi, R.; Boccafogli, Arrigo; Vicentini, Licia
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