La valutazione delle politiche pubbliche rappresenta un momento fondamentale nell’azione di governo dell’attore pubblico. Sul tema delle politiche di intervento a sostegno dell’attività di ricerca e sviluppo (R&S) e, più in generale, della capacità innovativa delle imprese sono stati proposti diversi contributi accademici e non aventi l’obiettivo di evidenziare il fallimento di mercato all’origine di un potenziale sottoinvestimento in R&S da parte dei privati. La ragione che sta alla base dei finanziamenti pubblici all’attività privata di R&S è che esistono progetti di R&S che conducono ad innovazioni che non sono profittevoli per i privati, ma lo sono per la società. Progetti di R&S preliminari a questo tipo di innovazioni non sono, perciò, adeguatamente finanziati dal punto di vista privato, generando un livello sub-ottimale, per la società, di investimenti in innovazione. L’intervento pubblico mira quindi a mitigare gli effetti negativi di fallimenti di mercato di questo tipo. L’azione di politica regionale 3.1.A nell’ambito del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT) ha tra gli obiettivi principali lo stimolo dell’attività di R&S precompetitivo delle imprese. Tale obiettivo è affiancato da altri primari obiettivi: favorire la creazione di nuova occupazione nel settore della ricerca industriale; rafforzare rapporti di collaborazione volti al trasferimento di conoscenze; promuovere la ricaduta industriale e tecnologica sul tessuto produttivo regionale della ricerca scientifica; stimolare l’adozione di forme di tutela della proprietà intellettuale e dei risultati della ricerca da parte delle imprese regionali. Il cofinanziamento dei progetti presentati dalle imprese non è quindi solo riassumibile in termini di incentivo ad attività di R&S, ma ad una più ampia gamma di interventi nell’ambito dell’attività innovativa. Non è ovviamente semplice disegnare policy che siano in grado di incentivare R&S solo per quei progetti che altrimenti non sarebbero finanziati dal punto di vista privato o che evitino effetti di spiazzamento/sostituzione degli investimenti privati. Data l’architettura della policy regionale e dell’azione 3.1.A, ci attendiamo che vi siano effetti di complementarietà sull’investimento privato in R&S. Dal punto di vista formale significa che tali effetti si concretizzano in una spesa in R&S addizionale almeno dell’ordine di un euro per ogni euro di finanziamento ricevuto (input addidionality). Allo stesso tempo ciò che ci si attende sul fronte dell’output innovativo è che le imprese finanziate siano in grado di generare più innovazione, ovvero introdurre sul mercato nuovi prodotti o implementare nuovi processi, oltre che maggiori profitti essendo più competitive sul mercato grazie alla maggiore intensità dell’attività innovativa (output additionality). Infine, ma non meno importanti, sono gli effetti che il finanziamento pubblico può generare sul comportamento d’impresa (behavioural additionality), sia direttamente collegato all’attività di R&S (es. incremento di collaborazioni con università), sia indirettamente collegato ad essa (es. cambiamento del modello organizzativo d’impresa). In sintesi, gli aspetti che toccano la valutazione di una policy, ed in particolare la valutazione di una policy volta al finanziamento di progetti di innovazione così ampiamente articolati, sono molteplici e tra loro potenzialmente correlati (tabella 1). Inoltre, i diversi effetti si manifestano necessariamente in tempi diversi. Alcuni, più direttamente collegati agli obiettivi stessi della policy ed all’attività di R&S, si manifestano probabilmente già nel breve periodo, altri, come gli effetti legati all’output innovativo, o al comportamento d’impresa più in generale, si manifestano più probabilmente nel medio-lungo periodo. Rimane quindi l’esigenza di valutare gli effetti della politica pubblica su diversi orizzonti temporali. In ragione della tipologia di valutazione effettuata (valutazione ex-post) l’analisi empirica è basata essenzialmente sulla comparazione tra imprese beneficiarie, ovvero imprese che hanno ricevuto il finanziamento regionale, ed imprese di controllo, che condividono con le imprese beneficiarie determinate caratteristiche misurate sul periodo pre-policy. Il processo di matching che così ha origine è in grado di mitigare il problema dato dal bias di selezione: le imprese che partecipano al programma e che vengono finanziate possono avere caratteristiche specifiche che conducono a selezionare loro e non altre come beneficiarie. Come conseguenza, una comparazione svolta tra beneficiarie e non beneficiarie, senza che vengano selezionate le non beneficiarie sulla base di determinate caratteristiche pre-policy che le rendano simili al gruppo di beneficiarie potrebbe portare a risultati distorti.

Valutazione di una politica regionale a sostegno dell’innovazione in Emilia-Romagna

PINI, Paolo;ANTONIOLI, Davide;
2011

Abstract

La valutazione delle politiche pubbliche rappresenta un momento fondamentale nell’azione di governo dell’attore pubblico. Sul tema delle politiche di intervento a sostegno dell’attività di ricerca e sviluppo (R&S) e, più in generale, della capacità innovativa delle imprese sono stati proposti diversi contributi accademici e non aventi l’obiettivo di evidenziare il fallimento di mercato all’origine di un potenziale sottoinvestimento in R&S da parte dei privati. La ragione che sta alla base dei finanziamenti pubblici all’attività privata di R&S è che esistono progetti di R&S che conducono ad innovazioni che non sono profittevoli per i privati, ma lo sono per la società. Progetti di R&S preliminari a questo tipo di innovazioni non sono, perciò, adeguatamente finanziati dal punto di vista privato, generando un livello sub-ottimale, per la società, di investimenti in innovazione. L’intervento pubblico mira quindi a mitigare gli effetti negativi di fallimenti di mercato di questo tipo. L’azione di politica regionale 3.1.A nell’ambito del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT) ha tra gli obiettivi principali lo stimolo dell’attività di R&S precompetitivo delle imprese. Tale obiettivo è affiancato da altri primari obiettivi: favorire la creazione di nuova occupazione nel settore della ricerca industriale; rafforzare rapporti di collaborazione volti al trasferimento di conoscenze; promuovere la ricaduta industriale e tecnologica sul tessuto produttivo regionale della ricerca scientifica; stimolare l’adozione di forme di tutela della proprietà intellettuale e dei risultati della ricerca da parte delle imprese regionali. Il cofinanziamento dei progetti presentati dalle imprese non è quindi solo riassumibile in termini di incentivo ad attività di R&S, ma ad una più ampia gamma di interventi nell’ambito dell’attività innovativa. Non è ovviamente semplice disegnare policy che siano in grado di incentivare R&S solo per quei progetti che altrimenti non sarebbero finanziati dal punto di vista privato o che evitino effetti di spiazzamento/sostituzione degli investimenti privati. Data l’architettura della policy regionale e dell’azione 3.1.A, ci attendiamo che vi siano effetti di complementarietà sull’investimento privato in R&S. Dal punto di vista formale significa che tali effetti si concretizzano in una spesa in R&S addizionale almeno dell’ordine di un euro per ogni euro di finanziamento ricevuto (input addidionality). Allo stesso tempo ciò che ci si attende sul fronte dell’output innovativo è che le imprese finanziate siano in grado di generare più innovazione, ovvero introdurre sul mercato nuovi prodotti o implementare nuovi processi, oltre che maggiori profitti essendo più competitive sul mercato grazie alla maggiore intensità dell’attività innovativa (output additionality). Infine, ma non meno importanti, sono gli effetti che il finanziamento pubblico può generare sul comportamento d’impresa (behavioural additionality), sia direttamente collegato all’attività di R&S (es. incremento di collaborazioni con università), sia indirettamente collegato ad essa (es. cambiamento del modello organizzativo d’impresa). In sintesi, gli aspetti che toccano la valutazione di una policy, ed in particolare la valutazione di una policy volta al finanziamento di progetti di innovazione così ampiamente articolati, sono molteplici e tra loro potenzialmente correlati (tabella 1). Inoltre, i diversi effetti si manifestano necessariamente in tempi diversi. Alcuni, più direttamente collegati agli obiettivi stessi della policy ed all’attività di R&S, si manifestano probabilmente già nel breve periodo, altri, come gli effetti legati all’output innovativo, o al comportamento d’impresa più in generale, si manifestano più probabilmente nel medio-lungo periodo. Rimane quindi l’esigenza di valutare gli effetti della politica pubblica su diversi orizzonti temporali. In ragione della tipologia di valutazione effettuata (valutazione ex-post) l’analisi empirica è basata essenzialmente sulla comparazione tra imprese beneficiarie, ovvero imprese che hanno ricevuto il finanziamento regionale, ed imprese di controllo, che condividono con le imprese beneficiarie determinate caratteristiche misurate sul periodo pre-policy. Il processo di matching che così ha origine è in grado di mitigare il problema dato dal bias di selezione: le imprese che partecipano al programma e che vengono finanziate possono avere caratteristiche specifiche che conducono a selezionare loro e non altre come beneficiarie. Come conseguenza, una comparazione svolta tra beneficiarie e non beneficiarie, senza che vengano selezionate le non beneficiarie sulla base di determinate caratteristiche pre-policy che le rendano simili al gruppo di beneficiarie potrebbe portare a risultati distorti.
2011
Pini, Paolo; Antonioli, Davide; Annaflavia, Bianchi
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