L’aumentata sopravvivenza dei neonati di peso molto basso (VLBW) ed estremamente basso (ELBW), si è accompagnata all’emergenza di nuove problematiche assistenziali, principalmente legate all’evoluzione neuro-cognitiva e ai risultati auxologici e metabolici a breve e lungo termine di questi soggetti. L’ottimizzazione dell’assistenza a questi nati, che ormai costituiscono un gruppo consistente ed eterogeneo, non può prescindere dall’assicurare apporti nutrizionali adeguati, sia durante il periodo di degenza in terapia intensiva neonatale che nella delicata fase che segue il ricovero. E’ ormai noto, infatti, che tali neonati presentano specifiche esigenze nutrizionali, fortemente legate all’età gestazionale ed al peso neonatale e che un’adeguata nutrizione riveste un ruolo fondamentale sul decorso clinico e l’andamento auxologico. Per quanto riguarda la fase intra-ospedaliera l’obiettivo auxologico è costituito dalla velocità di crescita e dalla composizione corporea del feto di pari età gestazionale, così come raccomandato dalla Accademia Americana di Pediatria (AAP). Nonostante le approfondite conoscenze relative ai fabbisogni nutrizionali dei neonati VLBW ed ELBW, ed il miglioramento dell’approccio nutrizionale in fase precoce per via parenterale, gran parte di questi neonati accumula durante il ricovero un deficit nutrizionale evidente, per lo più inversamente proporzionale all’età gestazionale (EG) e al peso alla nascita (PN). Tale deficit, che si associa ad aumentata morbilità durante la degenza, si protrae spesso anche ben oltre la dimissione e si verifica in un’epoca critica dello sviluppo perinatale, con serie implicazioni per quanto concerne la crescita, l’evoluzione neuro-cognitiva e gli equilibri metabolici. In genere infatti a questa prima fase di restrizione della crescita segue una fase di recupero più o meno precoce, più o meno marcata, con risultati auxologici non sempre soddisfacenti e con conseguenze endocrino-metaboliche ancora non ben definite. L’aspetto più preoccupante riguarda proprio la precocità di un adeguato approccio nutrizionale, in quanto le possibilità di recupero auxologico (catch-up growth) sono tanto minori quanto più tardivi sono gli interventi nutrizionali, specie per quanto concerne la circonferenza cranica e le performances neuro-cognitive.

IL DIVEZZAMENTO NEL PRETERMINE [Weaning in pre-term infants]

FANARO, Silvia;BALLARDINI, Elisa;VIGI, Vittorio
2009

Abstract

L’aumentata sopravvivenza dei neonati di peso molto basso (VLBW) ed estremamente basso (ELBW), si è accompagnata all’emergenza di nuove problematiche assistenziali, principalmente legate all’evoluzione neuro-cognitiva e ai risultati auxologici e metabolici a breve e lungo termine di questi soggetti. L’ottimizzazione dell’assistenza a questi nati, che ormai costituiscono un gruppo consistente ed eterogeneo, non può prescindere dall’assicurare apporti nutrizionali adeguati, sia durante il periodo di degenza in terapia intensiva neonatale che nella delicata fase che segue il ricovero. E’ ormai noto, infatti, che tali neonati presentano specifiche esigenze nutrizionali, fortemente legate all’età gestazionale ed al peso neonatale e che un’adeguata nutrizione riveste un ruolo fondamentale sul decorso clinico e l’andamento auxologico. Per quanto riguarda la fase intra-ospedaliera l’obiettivo auxologico è costituito dalla velocità di crescita e dalla composizione corporea del feto di pari età gestazionale, così come raccomandato dalla Accademia Americana di Pediatria (AAP). Nonostante le approfondite conoscenze relative ai fabbisogni nutrizionali dei neonati VLBW ed ELBW, ed il miglioramento dell’approccio nutrizionale in fase precoce per via parenterale, gran parte di questi neonati accumula durante il ricovero un deficit nutrizionale evidente, per lo più inversamente proporzionale all’età gestazionale (EG) e al peso alla nascita (PN). Tale deficit, che si associa ad aumentata morbilità durante la degenza, si protrae spesso anche ben oltre la dimissione e si verifica in un’epoca critica dello sviluppo perinatale, con serie implicazioni per quanto concerne la crescita, l’evoluzione neuro-cognitiva e gli equilibri metabolici. In genere infatti a questa prima fase di restrizione della crescita segue una fase di recupero più o meno precoce, più o meno marcata, con risultati auxologici non sempre soddisfacenti e con conseguenze endocrino-metaboliche ancora non ben definite. L’aspetto più preoccupante riguarda proprio la precocità di un adeguato approccio nutrizionale, in quanto le possibilità di recupero auxologico (catch-up growth) sono tanto minori quanto più tardivi sono gli interventi nutrizionali, specie per quanto concerne la circonferenza cranica e le performances neuro-cognitive.
2009
Fanaro, Silvia; Ballardini, Elisa; Vigi, Vittorio
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