Il volume di James Whitman presenta numerosi motivi di interesse e sollecita l’apertura di campi di discussione sulla storia della giustizia criminale. The Origins of Reasonable Doubt ha infatti il merito di ricostruire l’origine di un concetto considerato ormai parte integrante della cultura giuridica sia di common che di civil law seguendo un percorso originale, che indaga le radici più profonde, morali e teologiche, dell’istituto. La formula beyond a reasonable doubt appare oggi, nelle parole dell’autore, solo un fossile, un residuo del lontano passato di cui si è smarrito il vero significato, un frammento frainteso del complesso mosaico culturale di un’esperienza giuridica in cui il dato morale giocava un ruolo di essenziale rilievo. Lo smarrimento dell’autentico contenuto della formula, dovuto ad una successiva stratificazione di erronee ricostruzioni storiografiche, ha portato di fatto sia ad un travisamento della funzione del ragionevole dubbio, sia ad una sua conseguente perdita di utilità. I profili di criticità che la formula manifesta nelle dinamiche del processo penale moderno derivano, secondo Whitman, dall’indebita traslazione di contenuto che le si è attribuita, con la trasformazione di uno strumento finalizzato al moral comfort del giudicante in una regola euristica di factual proof. Il ‘viaggio a ritroso’ che l’autore propone è, dunque, una storia del pensiero giuridico in cui non si ripercorre una sterile evoluzione dell’idea, ma si indicano criticamente momenti fondativi, cesure e substrati culturali nello sviluppo di un concetto. Il percorso è tracciato in modo chiaro, si svolge seguendo il filo rosso dell’idea chiave del libro, ovvero la necessità di spostare il fuoco dell’obiettivo dall’accertamento della verità fattuale al bisogno di giustificazione morale per l’anima del giudicante.

Recensione a James Q. Whitman, The Origins of Reasonable Doubt. Theological Roots of the Criminal Trial, New Haven, Yale University Press, 2008.

PIFFERI, Michele
2010

Abstract

Il volume di James Whitman presenta numerosi motivi di interesse e sollecita l’apertura di campi di discussione sulla storia della giustizia criminale. The Origins of Reasonable Doubt ha infatti il merito di ricostruire l’origine di un concetto considerato ormai parte integrante della cultura giuridica sia di common che di civil law seguendo un percorso originale, che indaga le radici più profonde, morali e teologiche, dell’istituto. La formula beyond a reasonable doubt appare oggi, nelle parole dell’autore, solo un fossile, un residuo del lontano passato di cui si è smarrito il vero significato, un frammento frainteso del complesso mosaico culturale di un’esperienza giuridica in cui il dato morale giocava un ruolo di essenziale rilievo. Lo smarrimento dell’autentico contenuto della formula, dovuto ad una successiva stratificazione di erronee ricostruzioni storiografiche, ha portato di fatto sia ad un travisamento della funzione del ragionevole dubbio, sia ad una sua conseguente perdita di utilità. I profili di criticità che la formula manifesta nelle dinamiche del processo penale moderno derivano, secondo Whitman, dall’indebita traslazione di contenuto che le si è attribuita, con la trasformazione di uno strumento finalizzato al moral comfort del giudicante in una regola euristica di factual proof. Il ‘viaggio a ritroso’ che l’autore propone è, dunque, una storia del pensiero giuridico in cui non si ripercorre una sterile evoluzione dell’idea, ma si indicano criticamente momenti fondativi, cesure e substrati culturali nello sviluppo di un concetto. Il percorso è tracciato in modo chiaro, si svolge seguendo il filo rosso dell’idea chiave del libro, ovvero la necessità di spostare il fuoco dell’obiettivo dall’accertamento della verità fattuale al bisogno di giustificazione morale per l’anima del giudicante.
2010
processo penale medievale; ordalia; common law; jury; inquisitio; ragionevole dubbio nella prova
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