L’ autore pensa al fenomeno educativo nelle sue differenti declinazioni storiche, come movimento di libertà, di autodeterminazione e di autorealizzazione. Dunque, come implicito strumento di democrazia, in un senso talmente lato da giustificarne la tensione libertaria e autodeterminante sia pure in due momenti storici così lontani: il mondo contemporaneo e la classicità greca. Altrove, l’implicito educativo riveste una valenza quasi contraria, ovvero, sembra esaurirsi nelle relazioni che reggono il sistema di potere nella società. Si parla dell’educazione in quanto essa rappresenta uno dei dispositivi di potere su cui si fonda la società e che mette in atto pratiche di dominio. È un’istanza di normalizzazione che regola il rapporto sapere/potere, una disciplina che tende al governo/controllo della vita degli individui. In questa prospettiva egli cita la scuola nel medesimo ambito di significazione del carcere, dei manicomi, degli ospizi, degli ospedali; istituzioni nelle quali il soggetto verrà tras-formato in una rappresentazione vivente dell’ordine sociale. Da subito la relazione educazione/democrazia appare segnata da non poche complicazioni, nonché, forse, da qualche contraddizione che, come cercheremo di mostrare, rappresenta solo un abbaglio momentaneo, nel gioco di specchi che le riflessioni del filosofo francese ci propongono, proprio mentre egli tenta di eludere ogni tentazione di sistematizzazione. Eppure, se i soggetti appartengono concretamente ad un sistema di potere, il tentativo di studiarne e svelarne i meccanismi è di per sé un’ermeneutica educativa di sicuro interesse.

La forma della libertà. Antipedagogia e democrazia nel pensiero di MIchel Foucault

GRAMIGNA, Anita
2010

Abstract

L’ autore pensa al fenomeno educativo nelle sue differenti declinazioni storiche, come movimento di libertà, di autodeterminazione e di autorealizzazione. Dunque, come implicito strumento di democrazia, in un senso talmente lato da giustificarne la tensione libertaria e autodeterminante sia pure in due momenti storici così lontani: il mondo contemporaneo e la classicità greca. Altrove, l’implicito educativo riveste una valenza quasi contraria, ovvero, sembra esaurirsi nelle relazioni che reggono il sistema di potere nella società. Si parla dell’educazione in quanto essa rappresenta uno dei dispositivi di potere su cui si fonda la società e che mette in atto pratiche di dominio. È un’istanza di normalizzazione che regola il rapporto sapere/potere, una disciplina che tende al governo/controllo della vita degli individui. In questa prospettiva egli cita la scuola nel medesimo ambito di significazione del carcere, dei manicomi, degli ospizi, degli ospedali; istituzioni nelle quali il soggetto verrà tras-formato in una rappresentazione vivente dell’ordine sociale. Da subito la relazione educazione/democrazia appare segnata da non poche complicazioni, nonché, forse, da qualche contraddizione che, come cercheremo di mostrare, rappresenta solo un abbaglio momentaneo, nel gioco di specchi che le riflessioni del filosofo francese ci propongono, proprio mentre egli tenta di eludere ogni tentazione di sistematizzazione. Eppure, se i soggetti appartengono concretamente ad un sistema di potere, il tentativo di studiarne e svelarne i meccanismi è di per sé un’ermeneutica educativa di sicuro interesse.
2010
9788840014128
Formazione; Michel Foucault; democrazia; epistemologia
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