L’articolo tratta, per la prima volta, nell’ambito della tradizione demonologica, l’immagine del diavolo con la zampa d’oca. A tal proposito sono stati analizzati i molteplici aspetti del tessuto simbolico del pensiero occidentale, al fine di rintracciare l’origine e la persistenza di questo attributo nell’età moderna. Attraverso le testimonianze letterarie, filosofiche e figurative è stato ricostruito un aspetto particolare dell’ibridismo che lega l’uomo agli animali, percorrendo itinerari desueti che conducono al confronto tra la tradizione classica e ciò che il Medioevo e il Rinascimento hanno alimentato con ‘nuove superstizioni’. Risulta così che le immagini rappresentanti questi ibridismi si nutrono di complessi e singolari intrecci di idee. Il punto centrale del saggio riguarda la testimonianza relativa al demonio con la zampa d’oca fornita da Gianfrancesco Pico della Mirandola nella “Strix” (1523), ove, perplesso, si chiede l’origine di questa peculiarità, fornendo al lettore alcune considerazioni desunte in parte dalla letteratura classica. Dopo un attento censimento risulta che questa tipologia è diffusa nell’ambito della fascia geografica della Germania e del nord Italia dove, ad esempio, tale affezione è messa in rilievo nei “Diari” del Sanudo che ricorda demoniache fanciulle con mani palmate “come le hanno le oche”. Questa morfologia è realmente diffusa nel nord Italia con il nome di sindattilia. Ciò permette di collegare questa patologia all’ambito della tradizione demonologica, là dove il desueto viene interpretato come la prova di un intervento al di fuori della sfera del divino.

Il demonio e la zampa d'oca nella "Strix" di Gianfrancesco Pico della Mirandola.

CASTELLI, Patrizia
2010

Abstract

L’articolo tratta, per la prima volta, nell’ambito della tradizione demonologica, l’immagine del diavolo con la zampa d’oca. A tal proposito sono stati analizzati i molteplici aspetti del tessuto simbolico del pensiero occidentale, al fine di rintracciare l’origine e la persistenza di questo attributo nell’età moderna. Attraverso le testimonianze letterarie, filosofiche e figurative è stato ricostruito un aspetto particolare dell’ibridismo che lega l’uomo agli animali, percorrendo itinerari desueti che conducono al confronto tra la tradizione classica e ciò che il Medioevo e il Rinascimento hanno alimentato con ‘nuove superstizioni’. Risulta così che le immagini rappresentanti questi ibridismi si nutrono di complessi e singolari intrecci di idee. Il punto centrale del saggio riguarda la testimonianza relativa al demonio con la zampa d’oca fornita da Gianfrancesco Pico della Mirandola nella “Strix” (1523), ove, perplesso, si chiede l’origine di questa peculiarità, fornendo al lettore alcune considerazioni desunte in parte dalla letteratura classica. Dopo un attento censimento risulta che questa tipologia è diffusa nell’ambito della fascia geografica della Germania e del nord Italia dove, ad esempio, tale affezione è messa in rilievo nei “Diari” del Sanudo che ricorda demoniache fanciulle con mani palmate “come le hanno le oche”. Questa morfologia è realmente diffusa nel nord Italia con il nome di sindattilia. Ciò permette di collegare questa patologia all’ambito della tradizione demonologica, là dove il desueto viene interpretato come la prova di un intervento al di fuori della sfera del divino.
2010
9788862272339
Demonologia; iconologia; storia delle idee.
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