La esigenza di raccordare la disciplina di regolamentazione degli scarichi civili con l’attitudine del territorio, ed in particolare dei sistemi idrici, a difendersi naturalmente nei confronti di contaminazioni legate a processi di smaltimento di reflui, ha fatto nascere, a livello di direttiva dell’Unione Europea, la definizione del concetto di “sensibilità”; in corrispondenza di aree ritenute “sensibili”, per motivi di tipo idrogeologico e biologico, il pianificatore delle risorse naturali dovrà porre maggiore attenzione nel vincolare e disciplinare gli scarichi oltre che nell’ideare soluzioni depurative, come la fito-depurazione, più consone ad uno sviluppo eco-compatibile. Peraltro della sensibilità, nella sua formulazione originaria specificamente collegata alle acque superficiali, appare importante definire una metodologia di definizione e valutazione anche nei confronti delle acque sotterranee in virtù dell’importanza che queste hanno negli schemi di approvigionamento idropotabile di molti comuni in Italia. Tale esigenza si sposa con quella di trovare un parametro di rischio ambientale, quale la sensibilità di fatto è, in grado di superare i limiti insiti in una valutazione di vulnerabilità intrinseca che, come noto, non tiene conto del valore della risorsa idrica e delle condizioni di pregio ambientale di una data area. In tal modo sarebbe possibile utilizzare una cartografia tematica di rischio, in questo caso inteso come sensibilità ambientale, come guida alla regolamentazione degli scarichi, individuando le aree non solo più vulnerabili ma anche di maggior pregio per la collettività; alla fine si avrebbe una penalizzazione del territorio più mirata e severa solo in aree specifiche, coincidenti con le più sensibili. Nel lavoro viene presentata, relativamente al territorio comunale di Carmignano (Prato), una metodologia di valutazione della sensibilità degli acquiferi finalizzata all’individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianti di fitodepurazione. L’area è caratterizzata dalla compresenza di aree sensibili di elevato pregio ambientale, corrispondenti alle zone di alimentazione di sorgenti montane captate a scopo idropotabile, e di aree che, pur se vulnerabili, hanno ben minor pregio dato un impiego non acquedottistico della risorsa, una peggiore qualità di base dell’acqua ed una minore produttività delle falde. Viene inoltre illustrato come, in un contesto quale quello studiato, la fitodepurazione rappresenti una soluzione che ben si adatta alle necessità del territorio, una volta che la ubicazione e progettazione dell’impianto siano guidate da considerazioni attinenti alla sensibilità dei sistemi idrici naturali. Viene sottolineata l’importanza dell’applicazione di una tale procedura di valutazione, alla luce delle necessità derivanti dal recepimento, a livello nazionale, della direttiva UE; in sostanza l’ubicazione di infrastrutture definibili come preventori di rischio ambientale, quali sono i fitodepuratori, dovrà basarsi su una valutazione idrogeologica e naturalistica a tutto territorio.

Sensibilità all'inquinamento degli acquiferi come base per la regolamentazione degli scarichi: l'esempio del comune di Carmignano (Prato)

GARGINI, Alessandro;
1999

Abstract

La esigenza di raccordare la disciplina di regolamentazione degli scarichi civili con l’attitudine del territorio, ed in particolare dei sistemi idrici, a difendersi naturalmente nei confronti di contaminazioni legate a processi di smaltimento di reflui, ha fatto nascere, a livello di direttiva dell’Unione Europea, la definizione del concetto di “sensibilità”; in corrispondenza di aree ritenute “sensibili”, per motivi di tipo idrogeologico e biologico, il pianificatore delle risorse naturali dovrà porre maggiore attenzione nel vincolare e disciplinare gli scarichi oltre che nell’ideare soluzioni depurative, come la fito-depurazione, più consone ad uno sviluppo eco-compatibile. Peraltro della sensibilità, nella sua formulazione originaria specificamente collegata alle acque superficiali, appare importante definire una metodologia di definizione e valutazione anche nei confronti delle acque sotterranee in virtù dell’importanza che queste hanno negli schemi di approvigionamento idropotabile di molti comuni in Italia. Tale esigenza si sposa con quella di trovare un parametro di rischio ambientale, quale la sensibilità di fatto è, in grado di superare i limiti insiti in una valutazione di vulnerabilità intrinseca che, come noto, non tiene conto del valore della risorsa idrica e delle condizioni di pregio ambientale di una data area. In tal modo sarebbe possibile utilizzare una cartografia tematica di rischio, in questo caso inteso come sensibilità ambientale, come guida alla regolamentazione degli scarichi, individuando le aree non solo più vulnerabili ma anche di maggior pregio per la collettività; alla fine si avrebbe una penalizzazione del territorio più mirata e severa solo in aree specifiche, coincidenti con le più sensibili. Nel lavoro viene presentata, relativamente al territorio comunale di Carmignano (Prato), una metodologia di valutazione della sensibilità degli acquiferi finalizzata all’individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianti di fitodepurazione. L’area è caratterizzata dalla compresenza di aree sensibili di elevato pregio ambientale, corrispondenti alle zone di alimentazione di sorgenti montane captate a scopo idropotabile, e di aree che, pur se vulnerabili, hanno ben minor pregio dato un impiego non acquedottistico della risorsa, una peggiore qualità di base dell’acqua ed una minore produttività delle falde. Viene inoltre illustrato come, in un contesto quale quello studiato, la fitodepurazione rappresenti una soluzione che ben si adatta alle necessità del territorio, una volta che la ubicazione e progettazione dell’impianto siano guidate da considerazioni attinenti alla sensibilità dei sistemi idrici naturali. Viene sottolineata l’importanza dell’applicazione di una tale procedura di valutazione, alla luce delle necessità derivanti dal recepimento, a livello nazionale, della direttiva UE; in sostanza l’ubicazione di infrastrutture definibili come preventori di rischio ambientale, quali sono i fitodepuratori, dovrà basarsi su una valutazione idrogeologica e naturalistica a tutto territorio.
1999
Gargini, Alessandro; Giovannelli, L.; Lanciotti, E.; Tavazzi, P.
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