Il libro ricostruisce i mutamenti che si ebbero nella cultura scientifica e medica ferrarese negli ultimi decenni del Settecento, in seguito alla riforma universitaria del 1771. Sullo sfondo delle novità introdotte nell’organizzazione e nei metodi degli studi, viene presa in esame la vita che si svolgeva all’interno dell’università e i rapporti che sussistevano tra docenti, studenti e organi accademici. Rapporti tutt’altro che distesi, come testimoniano le carte inedite di un processo che coinvolse uno dei professori più importanti dello Studio, il medico Petronio Zecchini. Tra gli studenti di Zecchini compaiono due giovani ferraresi che verso fine Settecento diventarono figure di spicco della cultura scientifica e medica, oltre che della vita politica. Sono Antonio Campana, a cui si deve la fondazione del Gabinetto di fisica dell’ateneo ferrarese, e Giuseppe Antonio Testa, importante clinico e futuro rettore dell’Università di Bologna. Nel libro viene ricostruita la loro formazione e la loro opera nel contesto istituzionale ferrarese e in quello più ampio della fisica, della chimica e della medicina del XVIII secolo. Analogamente viene presa in esame la figura di un altro “prodotto” dell’università riformata, quel Giovanni Tumiati al quale va attribuita la fondazione del Museo anatomico dell’ateneo ferrarese. Attraverso la ricostruzione di contesti istituzionali e vicende personali, il libro getta nuova luce sulla storia culturale di una città che, sebbene posta ai margini della geografia del sapere settecentesca, seppe a tratti mettersi in sintonia con le novità più significative della cultura illuministica, gettando i semi di ciò che è oggi la realtà scientifica e didattica dell’Università di Ferrara.

L'Università di Ferrara e la cultura dei Lumi. Scienza e medicina alla fine del Settecento

BRESADOLA, Marco
2009

Abstract

Il libro ricostruisce i mutamenti che si ebbero nella cultura scientifica e medica ferrarese negli ultimi decenni del Settecento, in seguito alla riforma universitaria del 1771. Sullo sfondo delle novità introdotte nell’organizzazione e nei metodi degli studi, viene presa in esame la vita che si svolgeva all’interno dell’università e i rapporti che sussistevano tra docenti, studenti e organi accademici. Rapporti tutt’altro che distesi, come testimoniano le carte inedite di un processo che coinvolse uno dei professori più importanti dello Studio, il medico Petronio Zecchini. Tra gli studenti di Zecchini compaiono due giovani ferraresi che verso fine Settecento diventarono figure di spicco della cultura scientifica e medica, oltre che della vita politica. Sono Antonio Campana, a cui si deve la fondazione del Gabinetto di fisica dell’ateneo ferrarese, e Giuseppe Antonio Testa, importante clinico e futuro rettore dell’Università di Bologna. Nel libro viene ricostruita la loro formazione e la loro opera nel contesto istituzionale ferrarese e in quello più ampio della fisica, della chimica e della medicina del XVIII secolo. Analogamente viene presa in esame la figura di un altro “prodotto” dell’università riformata, quel Giovanni Tumiati al quale va attribuita la fondazione del Museo anatomico dell’ateneo ferrarese. Attraverso la ricostruzione di contesti istituzionali e vicende personali, il libro getta nuova luce sulla storia culturale di una città che, sebbene posta ai margini della geografia del sapere settecentesca, seppe a tratti mettersi in sintonia con le novità più significative della cultura illuministica, gettando i semi di ciò che è oggi la realtà scientifica e didattica dell’Università di Ferrara.
2009
9788896463093
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