Negli ultimi decenni, gran parte dell’attenzione della dottrina è stata dedicata all’intervento dell’amministrazione nella fase del controllo e dell’accertamento. Del resto, dopo la riforma tributaria del 1973, questa fase si collocava necessariamente a valle di una autodeterminazione dei tributi effettuata dal contribuente. Non ci si deve quindi meravigliare se l’accordo è stato visto soprattutto come elemento di estinzione delle controversie piuttosto che come elemento di loro prevenzione. L’articolo in oggetto si occupa invece delle ipotesi di accordi preventivi rispetto all’autoliquidazione del tributo. Queste ipotesi sono assai rare nel nostro ordinamento. Ciò non toglie che l’istituto dell’accordo preventivo vada approfondito, perché lasciare, già in via preventiva, possibilità per una condivisione con il contribuente degli aspetti più controversi della determinazione del prelievo tributario, nei suoi aspetti suscettibili di valutazioni “precisione-semplicità”, può essere importante per risolvere i problemi di “individuabilità e determinabilità” della capacità contributiva di alcune categorie di contribuenti (artigiani e piccoli commercianti) per cui l’autodeterminazione analitica del reddito, alla prova dei fatti, non ha dato buoni risultati. Nell’articolo si delinea anche, de iure condendo, un possibile utilizzo degli accordi preventivi nella fiscalità specialistica per precisare meglio gli aspetti più indeterminati della tassazione aziendale (simmetrie tra valori fiscali, imputazione a periodo, perdite su crediti).

Imposizione fiscale e accordi preventivi

CROVATO, Francesco
2008

Abstract

Negli ultimi decenni, gran parte dell’attenzione della dottrina è stata dedicata all’intervento dell’amministrazione nella fase del controllo e dell’accertamento. Del resto, dopo la riforma tributaria del 1973, questa fase si collocava necessariamente a valle di una autodeterminazione dei tributi effettuata dal contribuente. Non ci si deve quindi meravigliare se l’accordo è stato visto soprattutto come elemento di estinzione delle controversie piuttosto che come elemento di loro prevenzione. L’articolo in oggetto si occupa invece delle ipotesi di accordi preventivi rispetto all’autoliquidazione del tributo. Queste ipotesi sono assai rare nel nostro ordinamento. Ciò non toglie che l’istituto dell’accordo preventivo vada approfondito, perché lasciare, già in via preventiva, possibilità per una condivisione con il contribuente degli aspetti più controversi della determinazione del prelievo tributario, nei suoi aspetti suscettibili di valutazioni “precisione-semplicità”, può essere importante per risolvere i problemi di “individuabilità e determinabilità” della capacità contributiva di alcune categorie di contribuenti (artigiani e piccoli commercianti) per cui l’autodeterminazione analitica del reddito, alla prova dei fatti, non ha dato buoni risultati. Nell’articolo si delinea anche, de iure condendo, un possibile utilizzo degli accordi preventivi nella fiscalità specialistica per precisare meglio gli aspetti più indeterminati della tassazione aziendale (simmetrie tra valori fiscali, imputazione a periodo, perdite su crediti).
2008
Crovato, Francesco
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