Restauro e tempo sono un connubio inscindibile e problematico: il restauro tiene in conto il tempo, i diversi momenti dall’atto creativo al momento percettivo, si confronta (e spesso si scontra) con quanto avvenuto nei diversi tempi, sempre si interroga sulla storia e sulle storie. Nelle molteplici accezioni di tempo, una si pone al restauratore e al conservatore con una sua specifica complessità: il tempo della città. Ogni città è tale perché nel tempo si è costruita per essere tale: il suo tempo, il processo insediativo che si è determinato in questo tempo lungo è alla base di ogni forma urbana, che è percorso e tessuto edilizio, ed è nelle fondamenta di ogni casa che ricalca confini e sedimi, riutilizza strutture, fagocita spazi, è nel rapporto tra pieni e vuoti, tra costruito e spazi aperti, strade, maglie viarie. Lo spazio (urbano) si è fatto nel tempo: in antico è stato spontaneamente organizzato dove era possibile e opportuno, è cresciuto secondo consuetudini (metriche, costruttive, civili) condivise; più recentemente è stato pianificato, progettato, indirizzato ‘a tavolino’; e tutto ciò in esso si legge, si intravede, si rende disponibile per essere decifrato, indagato, interrogato.

Intervento su invito: "Tempo-Città", nell'ambito del Simposio "Il tempo nel restauro: l’orologio, la clessidra e l’arte della timidezza", organizzato da Kermes-Nardini Editore e Shy Architecture Association, Salone del Restauro, 31 Marzo 2009, Ferrara

FABBRI, Rita
2009

Abstract

Restauro e tempo sono un connubio inscindibile e problematico: il restauro tiene in conto il tempo, i diversi momenti dall’atto creativo al momento percettivo, si confronta (e spesso si scontra) con quanto avvenuto nei diversi tempi, sempre si interroga sulla storia e sulle storie. Nelle molteplici accezioni di tempo, una si pone al restauratore e al conservatore con una sua specifica complessità: il tempo della città. Ogni città è tale perché nel tempo si è costruita per essere tale: il suo tempo, il processo insediativo che si è determinato in questo tempo lungo è alla base di ogni forma urbana, che è percorso e tessuto edilizio, ed è nelle fondamenta di ogni casa che ricalca confini e sedimi, riutilizza strutture, fagocita spazi, è nel rapporto tra pieni e vuoti, tra costruito e spazi aperti, strade, maglie viarie. Lo spazio (urbano) si è fatto nel tempo: in antico è stato spontaneamente organizzato dove era possibile e opportuno, è cresciuto secondo consuetudini (metriche, costruttive, civili) condivise; più recentemente è stato pianificato, progettato, indirizzato ‘a tavolino’; e tutto ciò in esso si legge, si intravede, si rende disponibile per essere decifrato, indagato, interrogato.
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