Gli studi compiuti negli ultimi anni sull’architettura storica e sulle tradizioni del costruire in area ferrarese hanno contribuito alla messa in luce di quella che è una tra le più straordinarie innovazioni costruttive messe a punto nell’ambito della carpenteria lignea rinascimentale: la trave composta, rispetto a cui è pressoché totale la mancanza di fonti specifiche e di conoscenze acquisite, d’ordine storico e tecnico. La peculiarità del sistema è data dalla capacità di coprire ambienti di notevoli dimensioni, grazie alla opportuna disposizione dei pezzi lignei sagomati e ad un rapporto base-altezza (nella sezione della trave) molto snello (travi strette, fino a 15 cm, e alte fino a 1 m), per ottenere una notevole capacità portante. Nel corso del XV secolo questa particolare tecnologia assume a Ferrara proporzioni di eccezionale rilievo; le ragioni di così particolari e intense sperimentazioni in campo artigiano, che peraltro raggiungono traguardi di altissimo livello sia negli aspetti strettamente tecnici che nei risultati formali, sono diverse: da un lato, esigenze di tipo pratico (il territorio della pianura padana non offre legnami idonei per qualità e dimensioni), dall’altro ragioni di tipo culturale (il pensiero umanistico, favorito dalla corte estense, si esplicita e dà corpo a un nuovo gusto, rappresentato in architettura da ampi spazi, ambienti ariosi e vasti loggiati, a collegare natura e architettura in modo inscindibile). Ne scaturisce la fusione tra elemento tecnologico e concezione architettonica: la comparsa della trave composta è associata agli episodi più significativi della nuova architettura. A partire dal quattrocento, i tradizionali solai lignei a semplice o doppia orditura vengono quindi progressivamente soppiantati dalla nuova tecnologia: travi portanti ottenute attraverso l’assemblaggio di più elementi lignei, efficacemente collegati e chiodati, permettono di coprire luci vastissime (da 8-9 m fino a 16 m), anche con l’utilizzo di pezzi di lunghezze limitate. La continua sperimentazione e l’affinarsi delle abilità artigiane portano a risultati progressivi nel tempo sia in ordine agli esiti specificatamente strutturali sia in relazione al linguaggio formale, spesso prezioso e ricercato, che questi elementi vengono ad assumere: nel volgere di circa sei decenni si assiste a un alto livello di sperimentazione sulle strutture in legno, all’impiego diffuso e sistematico delle travi composte, al perfezionamento dei modelli (da due fino a sei pezzi, con alcune straordinarie eccezioni). Il contributo affronterà il tema approfondendone diversi aspetti: dalle fonti storiche e trattatistiche (Mariano di Jacopo detto il Taccola, Leonardo da Vinci, Leon Battista Alberti), alle considerazioni di tipo strutturale che intuitivamente sono state comprese e risolte dai marangoni, alla definizione della geometria complessiva dell’elemento trave, e sarà accompagnata dai dati di ordine propriamente tecnologico e dall’esemplificazione dei molteplici casi studiati nella città di Ferrara e nel suo territorio (come nel caso delle travi composte nella delizia estense di Belriguardo, ad oggi considerate un esempio imponente e precoce di impiego di tale sistema costruttivo).

Ingegno costruttivo e perizia tecnica nella carpenteria rinascimentale ferrarese

FABBRI, Rita
2009

Abstract

Gli studi compiuti negli ultimi anni sull’architettura storica e sulle tradizioni del costruire in area ferrarese hanno contribuito alla messa in luce di quella che è una tra le più straordinarie innovazioni costruttive messe a punto nell’ambito della carpenteria lignea rinascimentale: la trave composta, rispetto a cui è pressoché totale la mancanza di fonti specifiche e di conoscenze acquisite, d’ordine storico e tecnico. La peculiarità del sistema è data dalla capacità di coprire ambienti di notevoli dimensioni, grazie alla opportuna disposizione dei pezzi lignei sagomati e ad un rapporto base-altezza (nella sezione della trave) molto snello (travi strette, fino a 15 cm, e alte fino a 1 m), per ottenere una notevole capacità portante. Nel corso del XV secolo questa particolare tecnologia assume a Ferrara proporzioni di eccezionale rilievo; le ragioni di così particolari e intense sperimentazioni in campo artigiano, che peraltro raggiungono traguardi di altissimo livello sia negli aspetti strettamente tecnici che nei risultati formali, sono diverse: da un lato, esigenze di tipo pratico (il territorio della pianura padana non offre legnami idonei per qualità e dimensioni), dall’altro ragioni di tipo culturale (il pensiero umanistico, favorito dalla corte estense, si esplicita e dà corpo a un nuovo gusto, rappresentato in architettura da ampi spazi, ambienti ariosi e vasti loggiati, a collegare natura e architettura in modo inscindibile). Ne scaturisce la fusione tra elemento tecnologico e concezione architettonica: la comparsa della trave composta è associata agli episodi più significativi della nuova architettura. A partire dal quattrocento, i tradizionali solai lignei a semplice o doppia orditura vengono quindi progressivamente soppiantati dalla nuova tecnologia: travi portanti ottenute attraverso l’assemblaggio di più elementi lignei, efficacemente collegati e chiodati, permettono di coprire luci vastissime (da 8-9 m fino a 16 m), anche con l’utilizzo di pezzi di lunghezze limitate. La continua sperimentazione e l’affinarsi delle abilità artigiane portano a risultati progressivi nel tempo sia in ordine agli esiti specificatamente strutturali sia in relazione al linguaggio formale, spesso prezioso e ricercato, che questi elementi vengono ad assumere: nel volgere di circa sei decenni si assiste a un alto livello di sperimentazione sulle strutture in legno, all’impiego diffuso e sistematico delle travi composte, al perfezionamento dei modelli (da due fino a sei pezzi, con alcune straordinarie eccezioni). Il contributo affronterà il tema approfondendone diversi aspetti: dalle fonti storiche e trattatistiche (Mariano di Jacopo detto il Taccola, Leonardo da Vinci, Leon Battista Alberti), alle considerazioni di tipo strutturale che intuitivamente sono state comprese e risolte dai marangoni, alla definizione della geometria complessiva dell’elemento trave, e sarà accompagnata dai dati di ordine propriamente tecnologico e dall’esemplificazione dei molteplici casi studiati nella città di Ferrara e nel suo territorio (come nel caso delle travi composte nella delizia estense di Belriguardo, ad oggi considerate un esempio imponente e precoce di impiego di tale sistema costruttivo).
2009
9788895409139
Ferrara; architettura; solai lignei; travi composte; tecniche costruttive storiche
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