Viene presentato un quadro di sintesi dell’evoluzione stratigrafica e paleoambientale nel Tardoglaciale (19 – 11,5 mila anni cal BP) e dei suoi rapporti con il popolamento antropico sul versante meridionale delle Alpi e in Pianura Padana, basato su successioni stratigrafiche ad alta risoluzione e dotate di datazioni radiometriche. Dopo il ritiro dei ghiacciai dagli anfiteatri pedemontani e dai grandi laghi prealpini, nella prima parte del Tardoglaciale si verifica il collasso dei ghiacciai entro le vallate alpine, accompagnate da una intensa evoluzione dei fondovalle e dei versanti in ambiente paraglaciale. In questo intervallo, che registra le prime installazioni antropiche al piede delle Prealpi, la vegetazione forestale era limitata alle aree stabili del settore pedemontano, agli anfiteatri deglaciati in corso di colonizzazione e alle aree prossimali della pianura, mentre i settori distali dei megaconoidi erano in attiva aggradazione. Con l’inizio (14,5±0,2 mila anni cal BP) dell’interstadio di Bølling –Allerød, le foreste avanzarono rapidamente fino a 1700-1800 metri. Gli effetti del riscaldamento sono rilevabili da un aumento di produttività dei sistemi lacustri e palustri nelle Alpi. Gli insediamenti epigravettiani si portano nella fascia montana delle Alpi orientali. In conseguenza dei mutamenti ecologici durante gli interstadiali, ha inizio la colonizzazione epigravettiana delle Prealpi e delle Dolomiti e si verifica la diffusione di insediamenti differenziati per posizione altimetrica e orientamento funzionale. Nella seconda parte dell’interstadio si diffusero latifoglie termofile. La culminazione di quest’ultima fase coincise con la deposizione del Laacher See Tephra (13 – 12,9 mila anni cal BP) e precedette di due secoli l’inizio del Dryas recente, che pertanto appare sincrono con il centro-Europa. Gli effetti del Dryas Recente nel bacino padano sono riconducibili a condizioni climatiche continentali quasi semiaride, con stagioni molto contrastate. Nella seconda metà del Dryas Recente inizia una fase complessa di avanzata dei ghiacciai (stadi di Egesen, Kartell, Kromer), che interessa anche i primi due millenni dell’Olocene. Allo stato attuale, i dati archeologici non sono in grado di rilevare l’impatto del Dryas Recente sulle dinamiche insediative.

IL TARDOGLACIALE NELLE ALPI ITALIANE E IN PIANURA PADANA. EVOLUZIONE STRATIGRAFICA, STORIA DELLA VEGETAZIONE E DEL POPOLAMENTO ANTROPICO

PERESANI, Marco;
2007

Abstract

Viene presentato un quadro di sintesi dell’evoluzione stratigrafica e paleoambientale nel Tardoglaciale (19 – 11,5 mila anni cal BP) e dei suoi rapporti con il popolamento antropico sul versante meridionale delle Alpi e in Pianura Padana, basato su successioni stratigrafiche ad alta risoluzione e dotate di datazioni radiometriche. Dopo il ritiro dei ghiacciai dagli anfiteatri pedemontani e dai grandi laghi prealpini, nella prima parte del Tardoglaciale si verifica il collasso dei ghiacciai entro le vallate alpine, accompagnate da una intensa evoluzione dei fondovalle e dei versanti in ambiente paraglaciale. In questo intervallo, che registra le prime installazioni antropiche al piede delle Prealpi, la vegetazione forestale era limitata alle aree stabili del settore pedemontano, agli anfiteatri deglaciati in corso di colonizzazione e alle aree prossimali della pianura, mentre i settori distali dei megaconoidi erano in attiva aggradazione. Con l’inizio (14,5±0,2 mila anni cal BP) dell’interstadio di Bølling –Allerød, le foreste avanzarono rapidamente fino a 1700-1800 metri. Gli effetti del riscaldamento sono rilevabili da un aumento di produttività dei sistemi lacustri e palustri nelle Alpi. Gli insediamenti epigravettiani si portano nella fascia montana delle Alpi orientali. In conseguenza dei mutamenti ecologici durante gli interstadiali, ha inizio la colonizzazione epigravettiana delle Prealpi e delle Dolomiti e si verifica la diffusione di insediamenti differenziati per posizione altimetrica e orientamento funzionale. Nella seconda parte dell’interstadio si diffusero latifoglie termofile. La culminazione di quest’ultima fase coincise con la deposizione del Laacher See Tephra (13 – 12,9 mila anni cal BP) e precedette di due secoli l’inizio del Dryas recente, che pertanto appare sincrono con il centro-Europa. Gli effetti del Dryas Recente nel bacino padano sono riconducibili a condizioni climatiche continentali quasi semiaride, con stagioni molto contrastate. Nella seconda metà del Dryas Recente inizia una fase complessa di avanzata dei ghiacciai (stadi di Egesen, Kartell, Kromer), che interessa anche i primi due millenni dell’Olocene. Allo stato attuale, i dati archeologici non sono in grado di rilevare l’impatto del Dryas Recente sulle dinamiche insediative.
2007
C., Ravazzi; Peresani, Marco; R., Pini; E., Vescovi
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