Il termine esclusione morale indica l’esclusione di determinati individui o gruppi da una comunità morale (Staub,1987; Opotov,1990; Ravenna, 2004). Ciò significa considerarli al di fuori dei confini entro cui si generalmente si applicano i valori morali e le regole condivise di giustizia e di equità. Chi è moralmente escluso è percepito come non entità da sfruttare o co-me inutile e tale percezione aumenta l’accettabilità di azioni rivolte a danneggiarlo. Tali fenomeni non sono realtà infrequenti nella vita sociale degli individui e dei gruppi e sono frutto di processi psicologici e sociali ordinari. Situazioni di conflitto, sentimenti di distanza e di non connessione sono infatti le condizioni maggiormente in grado di modificare i confini mo-rali delle persone. Accanto alle forme severe in cui le persone o il gruppo escluso sono percepiti come una minaccia da contrastare fino alle conseguenze più estreme; quelle moderate si caratterizzano invece per il mancato riconoscimento dei bisogni, delle sofferenze e delle condizioni di deprivazione di altri individui. In questi casi il danno è frutto di indifferenza, cen-traggio esclusivo sui propri obiettivi, mancata concessione di interventi e risorse indispensabili. Istituzioni sociali caratterizzate da relazioni asimmetriche ed obbligate come servizi socio-sanitari, ospedali, scuole e università sono tutti contesti della vita ordinaria in cui possono verificarsi, con varie gradazioni, fenomeni compresi lungo il continuum che va dall’inclusione all’esclusione nei rapporti fra le persone. Una questione cruciale per chi intenda cogliere fin dal loro insorgere eventuali segnali di esclusione morale in contesti della vita ordinaria è la scarsità di studi specifici sull’argomento. Pur essendo stati individuati numerosi indicatori, non ne è stato però sufficientemente precisa-to il ruolo, le eventuali connessioni e i danni che si associano a forme diversificate di esclu-sione. Se questa si pone come una sfida imprescindibile per la ricerca futura, ci limiteremo qui ad illustrare alcuni studi recentemente realizzati. Tramite due indagini, il cui focus è so-prattutto sulla “vittima”, abbiamo ad esempio verificato la diffusione di esperienze di esclu-sione morale in differenti contesti (una facoltà universitaria ed un’Azienda Usl) approfonden-done inoltre le principali caratteristiche e conseguenze. Mentre la prima ha ricostruito espe-rienze di umiliazione in 118 studenti universitari, la seconda tuttora in corso, raccoglie i reso-conti di eventuali maltrattamenti psicologici, discriminazioni di genere e sessuali in una popo-lazione di 200 donne lavoratrici. In un’ulteriore indagine abbiamo invece verificato, in un campione di 319 insegnanti, quanto le relazioni fra essi e gli studenti si organizzano in base a criteri di inclusione vs. esclusione morale. Ci interessava d’alta parte cogliere quanto gli atteggiamenti verso il lavoro degli insegnanti, la qualità delle loro relazioni intra ed extrascola-stiche, le immagini degli studenti e l’autostima personale e collettiva contribuiscano a produrre atteggiamenti e comportamenti orientati all’inclusione vs. esclusione. Gli aspetti metodolo-gici di queste ricerche ed i principali risultati di quelle già concluse saranno illustrati e discus-si nell’ambito del Simposio.

Fenomeni di esclusione morale in contesti della vita ordinaria: alcuni approcci di ricerca

RAVENNA, Marcella
2004

Abstract

Il termine esclusione morale indica l’esclusione di determinati individui o gruppi da una comunità morale (Staub,1987; Opotov,1990; Ravenna, 2004). Ciò significa considerarli al di fuori dei confini entro cui si generalmente si applicano i valori morali e le regole condivise di giustizia e di equità. Chi è moralmente escluso è percepito come non entità da sfruttare o co-me inutile e tale percezione aumenta l’accettabilità di azioni rivolte a danneggiarlo. Tali fenomeni non sono realtà infrequenti nella vita sociale degli individui e dei gruppi e sono frutto di processi psicologici e sociali ordinari. Situazioni di conflitto, sentimenti di distanza e di non connessione sono infatti le condizioni maggiormente in grado di modificare i confini mo-rali delle persone. Accanto alle forme severe in cui le persone o il gruppo escluso sono percepiti come una minaccia da contrastare fino alle conseguenze più estreme; quelle moderate si caratterizzano invece per il mancato riconoscimento dei bisogni, delle sofferenze e delle condizioni di deprivazione di altri individui. In questi casi il danno è frutto di indifferenza, cen-traggio esclusivo sui propri obiettivi, mancata concessione di interventi e risorse indispensabili. Istituzioni sociali caratterizzate da relazioni asimmetriche ed obbligate come servizi socio-sanitari, ospedali, scuole e università sono tutti contesti della vita ordinaria in cui possono verificarsi, con varie gradazioni, fenomeni compresi lungo il continuum che va dall’inclusione all’esclusione nei rapporti fra le persone. Una questione cruciale per chi intenda cogliere fin dal loro insorgere eventuali segnali di esclusione morale in contesti della vita ordinaria è la scarsità di studi specifici sull’argomento. Pur essendo stati individuati numerosi indicatori, non ne è stato però sufficientemente precisa-to il ruolo, le eventuali connessioni e i danni che si associano a forme diversificate di esclu-sione. Se questa si pone come una sfida imprescindibile per la ricerca futura, ci limiteremo qui ad illustrare alcuni studi recentemente realizzati. Tramite due indagini, il cui focus è so-prattutto sulla “vittima”, abbiamo ad esempio verificato la diffusione di esperienze di esclu-sione morale in differenti contesti (una facoltà universitaria ed un’Azienda Usl) approfonden-done inoltre le principali caratteristiche e conseguenze. Mentre la prima ha ricostruito espe-rienze di umiliazione in 118 studenti universitari, la seconda tuttora in corso, raccoglie i reso-conti di eventuali maltrattamenti psicologici, discriminazioni di genere e sessuali in una popo-lazione di 200 donne lavoratrici. In un’ulteriore indagine abbiamo invece verificato, in un campione di 319 insegnanti, quanto le relazioni fra essi e gli studenti si organizzano in base a criteri di inclusione vs. esclusione morale. Ci interessava d’alta parte cogliere quanto gli atteggiamenti verso il lavoro degli insegnanti, la qualità delle loro relazioni intra ed extrascola-stiche, le immagini degli studenti e l’autostima personale e collettiva contribuiscano a produrre atteggiamenti e comportamenti orientati all’inclusione vs. esclusione. Gli aspetti metodolo-gici di queste ricerche ed i principali risultati di quelle già concluse saranno illustrati e discus-si nell’ambito del Simposio.
2004
esperienze di esclusione morale; contesti universitari e lavorativi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/1195439
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