La ricerca sviluppa alcuni argomenti volti a dimostrare come lo studio del cambiamento linguistico e quello dell’acquisizione costituiscano due aree di ricerca cruciali per una riconsiderazione dell’interrelazione tra forme e funzioni nell’individuazione delle categorie grammaticali. L’analisi di alcuni aspetti di un complesso gioco di assunti impliciti ed espliciti che caratterizzano le descrizioni di alcune categorie, il cui status è controverso in sincronia, ma che presentano una comune deriva diacronica, come pure di alcune caratteristiche morfosintattiche presenti nell’acquisizione, non soltanto consente di offrire una serie di generalizzazioni grammaticali significative, per la quale categorizzazioni diverse in lingue diverse, le loro variazioni d’uso e la loro strutturazione nell’acquisizione possono trovare una spiegazione unificante, ma impone anche una rivisitazione del ruolo di una serie di fenomeni etichettati come ‘pragmatici’ nella teoria linguistica. Infatti, anche se la pertinenza della pragmatica nello studio di categorie grammaticali potrebbe sembrare al centro del dibattito scientifico attuale, ed abbia ricevuto forti riconoscimenti ‘di principio’ sia nella ricerca diacronica come anche in quella sincronica, l’attenzione che di fatto ha ricevuto nella letteratura non è sempre soddisfacente ed il panorama scientifico attuale non è per nulla omogeneo. Non soltanto il rapporto tra forme e funzioni sembra, volta a volta, completamente sbilanciato o in un senso o nell’altro, ma è anche sbilanciato il peso che viene dato, dagli stessi studiosi di pragmatica, all’interfaccia con la grammatica. Per esempio, in un alcuni importanti direzioni di ricerca, riprese anche in studi squisitamenti linguistici, si presuppone, a fronte del carattere modulare della grammatica, il carattere non modulare di questa, ricondotto ad un più ampio dominio in cui interagiscono anche logica e memoria.Invero, contrariamente alle premesse, in molti studi grammaticali, che hanno sviluppato diversi aspetti di questa concezione, si è argomentato a favore di una stretta compenetrazione tra grammatica e pragmatica. In altri filoni di ricerca, invece, in cui questa comprenetrazione è asserita, è piuttosto la semantica ad essere centrale, muovendosi verso una concezione che va al di là del significato lessicale e frasale, includendo anche informazioni relative all’uso ed ai contesti d’uso. In questo quadro teorico aperto a soluzioni anche molto diverse tra loro, e suscettibile di sviluppi divergenti, difendo la pertinenza, nella teoria grammaticale, di due aree che tradizionalmente sono fatte ricadere nel dominio della pragmatica, gli atti linguistici e la struttura informazionale. N Soltanto accettando il carattere modulare della pragmatica, è possibile offrire generalizzazioni soddisfacenti per questa due serie di fenomeni, ordine dei sintagmi e accordo verbale, nei primi stadi di acquisizione dell’italiano e del vicentino. Anche il recente dibattito tra l’ipotesi maturazionale e quella di continuità potrebbe essere rivisitato in questa luce.

Categorie linguistiche e mutamento: assunti impliciti ed espliciti e loro pertinenza per una ricerca sull'acquisizione

FAVA, Elisabetta
2004

Abstract

La ricerca sviluppa alcuni argomenti volti a dimostrare come lo studio del cambiamento linguistico e quello dell’acquisizione costituiscano due aree di ricerca cruciali per una riconsiderazione dell’interrelazione tra forme e funzioni nell’individuazione delle categorie grammaticali. L’analisi di alcuni aspetti di un complesso gioco di assunti impliciti ed espliciti che caratterizzano le descrizioni di alcune categorie, il cui status è controverso in sincronia, ma che presentano una comune deriva diacronica, come pure di alcune caratteristiche morfosintattiche presenti nell’acquisizione, non soltanto consente di offrire una serie di generalizzazioni grammaticali significative, per la quale categorizzazioni diverse in lingue diverse, le loro variazioni d’uso e la loro strutturazione nell’acquisizione possono trovare una spiegazione unificante, ma impone anche una rivisitazione del ruolo di una serie di fenomeni etichettati come ‘pragmatici’ nella teoria linguistica. Infatti, anche se la pertinenza della pragmatica nello studio di categorie grammaticali potrebbe sembrare al centro del dibattito scientifico attuale, ed abbia ricevuto forti riconoscimenti ‘di principio’ sia nella ricerca diacronica come anche in quella sincronica, l’attenzione che di fatto ha ricevuto nella letteratura non è sempre soddisfacente ed il panorama scientifico attuale non è per nulla omogeneo. Non soltanto il rapporto tra forme e funzioni sembra, volta a volta, completamente sbilanciato o in un senso o nell’altro, ma è anche sbilanciato il peso che viene dato, dagli stessi studiosi di pragmatica, all’interfaccia con la grammatica. Per esempio, in un alcuni importanti direzioni di ricerca, riprese anche in studi squisitamenti linguistici, si presuppone, a fronte del carattere modulare della grammatica, il carattere non modulare di questa, ricondotto ad un più ampio dominio in cui interagiscono anche logica e memoria.Invero, contrariamente alle premesse, in molti studi grammaticali, che hanno sviluppato diversi aspetti di questa concezione, si è argomentato a favore di una stretta compenetrazione tra grammatica e pragmatica. In altri filoni di ricerca, invece, in cui questa comprenetrazione è asserita, è piuttosto la semantica ad essere centrale, muovendosi verso una concezione che va al di là del significato lessicale e frasale, includendo anche informazioni relative all’uso ed ai contesti d’uso. In questo quadro teorico aperto a soluzioni anche molto diverse tra loro, e suscettibile di sviluppi divergenti, difendo la pertinenza, nella teoria grammaticale, di due aree che tradizionalmente sono fatte ricadere nel dominio della pragmatica, gli atti linguistici e la struttura informazionale. N Soltanto accettando il carattere modulare della pragmatica, è possibile offrire generalizzazioni soddisfacenti per questa due serie di fenomeni, ordine dei sintagmi e accordo verbale, nei primi stadi di acquisizione dell’italiano e del vicentino. Anche il recente dibattito tra l’ipotesi maturazionale e quella di continuità potrebbe essere rivisitato in questa luce.
2004
9788889837023
acquisizione; mutamento; grammmatica
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