INDICE CAPITOLO I L’INTERVENTO DEL DIRITTO PENALE NELLA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE: CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE 1. Le fonti del diritto ambientale in Italia: complessità del panorama normativo e «primato» della legislazione extra codicem Pag. 1 2. La ripartizione di competenze tra Comunità Europea, Stato, Regioni ed enti locali: cenni » 6 3. Rinvio al diritto amministrativo come caratteristica costante del diritto penale ambientale italiano: l’esplicazione da parte della Pubblica Amministrazione di funzioni di controllo, indirizzo tecnico, composizione di conflitti. » 10 4. Le fattispecie ambientali come ipotesi esemplificative delle problematiche proprie del c.d. diritto penale complementare in relazione ai principi della riserva di legge, tassatività, offensività e colpevolezza » 20 CAPITOLO II TECNICA NORMATIVA E PRINCIPIO DI LEGALITÀ NELLA COSTRUZIONE DEI REATI AMBIENTALI 1. La classificazione dei reati ambientali sotto il profilo della legalità: uno schema d’analisi. » 26 2. La tecnica del rinvio ed il fenomeno della scissione testuale tra precetto e sanzione. » 30 2.1.Il rinvio a enunciati normativi di pari grado ed il rinvio interno alla stessa legge. Riflessioni in tema di determinatezza e conoscibilità del divieto penale. pag. 33 2.2.Il rinvio c.d. a catena a fonti subordinate. L’eterointegrazione della norma penale sotto il profilo della riserva di legge. » 39 3. Le fattispecie incentrate sulla violazione dei limiti tabellari. » 46 3.1.I limiti tabellari fissati da fonti primarie ed il problema del loro aggiornamento alla luce del rapporto tra le fonti di produzione. » 47 3.2. La determinazione dei limiti tabellari ad opera di fonti subordinate: ambiti e condizioni della specificazione consentita dal principio di legalità. » 52 4. L’ancoraggio della tipicità penale all’assenza del provvedimento autorizzativo amministrativo prescritto per lo svolgimento di un’attività pericolosa per l’ambiente. » 55 4.1.La nozione di provvedimento amministrativo: varianti nominalistiche e criteri di individuazione. » 56 4.2.I poteri della pubblica amministrazione in relazione alla concessione dei provvedimenti di natura abilitativa: raggio di azione e ambito di discrezionalità. » 60 4.3.Il ruolo dell’atto amministrativo nella struttura della fattispecie e il principio di legalità. » 62 4.4.I riflessi dell’illegittimità del provvedimento amministrativo sulla sussistenza del reato. » 75 5. I reati ambientali che consistono nella violazione del contenuto prescrittivo di un provvedimento amministrativo. Il modello ingiunzionale. » 95 5.1 Il modello ingiunzionale e la riserva di legge. » 99 5.2.Ratio ed estensione della discrezionalità amministrativa in relazione all’individuazione del contenuto del provvedimento. Prescrizioni «contenute» e prescrizioni «richiamate». » 112 5.3.L’illegittimità delle prescrizioni contenute nell’atto amministrativo e la sua rilevanza penale. » 117 6. L’integrazione della fattispecie ambientale ad opera di fonti comunitarie. » 121 6.1.Armonizzazione delle politiche comunitarie a tutela dell’ambiente e istanze di legalità. » 123 6.2.In particolare: l’apporto precettivo del regolamento comunitario integratore sotto il profilo della riserva di legge e della conoscibilità della legge penale. pag. 125 CAPITOLO III LA SELEZIONE DEGLI ILLECITI AMBIENTALI IN TERMINI DI OFFENSIVITÀ 1. La classificazione dei reati ambientali sotto il profilo dell’offensività: l’anticipazione della tutela come tecnica «privilegiata» di costruzione della fattispecie incriminatrice. » 142 2. L’utilizzo dei reati di pericolo astratto tra tutela di funzioni amministrative e tutela «mediata» di beni giuridici «finali». » 149 3. I vantaggi di una ricostruzione del concetto di ambiente come bene giuridico avente dignità costituzionale. » 159 4. La compatibilità delle tecniche di tutela utilizzate con il principio di offensività: dall’insufficienza di un inquadramento unitario alla necessità di un’impostazione differenziata. » 168 4.1.Le fattispecie incentrate su condotte «pregnanti» e dotate di attitudine offensiva nei confronti di beni giuridici «finali». » 169 4.2.Le fattispecie incentrate su condotte «neutre» quanto ad attitudine offensiva. » 172 5. Una prima condizione di compatibilità delle tecniche di anticipazione della tutela penale con il principio di offensività: la tipizzazione di condotte «inosservanti» che presentino un pregiudizio potenziale per il bene giuridico finale. » 176 5.1.Le altre condizioni di legittimità dei reati di pericolo astratto. Il rango del bene finale tutelato. » 183 5.2.Le difficoltà di accertamento del nesso causale tra determinate condotte e la creazione di una situazione di pericolo effettivo per il bene tutelato » 185 5.3.L’adeguata tipizzazione della condotta intrinsecamente pericolosa. » 189 6. I rischi connessi alla possibile sussistenza di uno scarto tra conformità al tipo e reale pericolosità della condotta per il bene tutelato. Le possibili soluzioni. pag. 191 6.1.L’applicazione del principio di offensività come canone ermeneutico. L’art. 49, comma secondo, c.p. e le altre possibili clausole di «necessaria offensività del fatto». » 194 6.2.L’interpretazione teleologica della fattispecie. In particolare: l’influenza della cornice empirico-criminologica della fattispecie. » 200 6.3.La conversione del pericolo astratto in pericolo concreto. » 204 6.4.L’inversione dell’onere della prova. » 205 CAPITOLO IV CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ED INDIVIDUAZIONE DI POSSIBILI DIRETTRICI DI RIFORMA 1. Gli obiettivi di una possibile riforma. » 209 2. Le necessaria depenalizzazione delle fattispecie di «pura inosservanza». » 211 3. La selezione di un’adeguata tecnica di tipizzazione dei reati di pericolo astratto . » 213 4. L’auspicabile recupero della centralità del codice. » 213 5. Un ipotetico restyling di alcune fattispecie poste a tutela dell’ambiente. A) Il superamento dei limiti tabellari. » 215 6. B) L’esercizio di attività pregiudizievoli per l’ambiente in assenza dei prescritti provvedimenti abilitativi. » 218 7. C) La violazione dei provvedimenti della Pubblica Autorità. » 219 BIBLIOGRAFIA » 221-253

Contributo allo studio del diritto penale dell'ambiente. Principi costituzionali e indirizzi di politica criminale

BERNASCONI, Costanza
2002

Abstract

INDICE CAPITOLO I L’INTERVENTO DEL DIRITTO PENALE NELLA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE: CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE 1. Le fonti del diritto ambientale in Italia: complessità del panorama normativo e «primato» della legislazione extra codicem Pag. 1 2. La ripartizione di competenze tra Comunità Europea, Stato, Regioni ed enti locali: cenni » 6 3. Rinvio al diritto amministrativo come caratteristica costante del diritto penale ambientale italiano: l’esplicazione da parte della Pubblica Amministrazione di funzioni di controllo, indirizzo tecnico, composizione di conflitti. » 10 4. Le fattispecie ambientali come ipotesi esemplificative delle problematiche proprie del c.d. diritto penale complementare in relazione ai principi della riserva di legge, tassatività, offensività e colpevolezza » 20 CAPITOLO II TECNICA NORMATIVA E PRINCIPIO DI LEGALITÀ NELLA COSTRUZIONE DEI REATI AMBIENTALI 1. La classificazione dei reati ambientali sotto il profilo della legalità: uno schema d’analisi. » 26 2. La tecnica del rinvio ed il fenomeno della scissione testuale tra precetto e sanzione. » 30 2.1.Il rinvio a enunciati normativi di pari grado ed il rinvio interno alla stessa legge. Riflessioni in tema di determinatezza e conoscibilità del divieto penale. pag. 33 2.2.Il rinvio c.d. a catena a fonti subordinate. L’eterointegrazione della norma penale sotto il profilo della riserva di legge. » 39 3. Le fattispecie incentrate sulla violazione dei limiti tabellari. » 46 3.1.I limiti tabellari fissati da fonti primarie ed il problema del loro aggiornamento alla luce del rapporto tra le fonti di produzione. » 47 3.2. La determinazione dei limiti tabellari ad opera di fonti subordinate: ambiti e condizioni della specificazione consentita dal principio di legalità. » 52 4. L’ancoraggio della tipicità penale all’assenza del provvedimento autorizzativo amministrativo prescritto per lo svolgimento di un’attività pericolosa per l’ambiente. » 55 4.1.La nozione di provvedimento amministrativo: varianti nominalistiche e criteri di individuazione. » 56 4.2.I poteri della pubblica amministrazione in relazione alla concessione dei provvedimenti di natura abilitativa: raggio di azione e ambito di discrezionalità. » 60 4.3.Il ruolo dell’atto amministrativo nella struttura della fattispecie e il principio di legalità. » 62 4.4.I riflessi dell’illegittimità del provvedimento amministrativo sulla sussistenza del reato. » 75 5. I reati ambientali che consistono nella violazione del contenuto prescrittivo di un provvedimento amministrativo. Il modello ingiunzionale. » 95 5.1 Il modello ingiunzionale e la riserva di legge. » 99 5.2.Ratio ed estensione della discrezionalità amministrativa in relazione all’individuazione del contenuto del provvedimento. Prescrizioni «contenute» e prescrizioni «richiamate». » 112 5.3.L’illegittimità delle prescrizioni contenute nell’atto amministrativo e la sua rilevanza penale. » 117 6. L’integrazione della fattispecie ambientale ad opera di fonti comunitarie. » 121 6.1.Armonizzazione delle politiche comunitarie a tutela dell’ambiente e istanze di legalità. » 123 6.2.In particolare: l’apporto precettivo del regolamento comunitario integratore sotto il profilo della riserva di legge e della conoscibilità della legge penale. pag. 125 CAPITOLO III LA SELEZIONE DEGLI ILLECITI AMBIENTALI IN TERMINI DI OFFENSIVITÀ 1. La classificazione dei reati ambientali sotto il profilo dell’offensività: l’anticipazione della tutela come tecnica «privilegiata» di costruzione della fattispecie incriminatrice. » 142 2. L’utilizzo dei reati di pericolo astratto tra tutela di funzioni amministrative e tutela «mediata» di beni giuridici «finali». » 149 3. I vantaggi di una ricostruzione del concetto di ambiente come bene giuridico avente dignità costituzionale. » 159 4. La compatibilità delle tecniche di tutela utilizzate con il principio di offensività: dall’insufficienza di un inquadramento unitario alla necessità di un’impostazione differenziata. » 168 4.1.Le fattispecie incentrate su condotte «pregnanti» e dotate di attitudine offensiva nei confronti di beni giuridici «finali». » 169 4.2.Le fattispecie incentrate su condotte «neutre» quanto ad attitudine offensiva. » 172 5. Una prima condizione di compatibilità delle tecniche di anticipazione della tutela penale con il principio di offensività: la tipizzazione di condotte «inosservanti» che presentino un pregiudizio potenziale per il bene giuridico finale. » 176 5.1.Le altre condizioni di legittimità dei reati di pericolo astratto. Il rango del bene finale tutelato. » 183 5.2.Le difficoltà di accertamento del nesso causale tra determinate condotte e la creazione di una situazione di pericolo effettivo per il bene tutelato » 185 5.3.L’adeguata tipizzazione della condotta intrinsecamente pericolosa. » 189 6. I rischi connessi alla possibile sussistenza di uno scarto tra conformità al tipo e reale pericolosità della condotta per il bene tutelato. Le possibili soluzioni. pag. 191 6.1.L’applicazione del principio di offensività come canone ermeneutico. L’art. 49, comma secondo, c.p. e le altre possibili clausole di «necessaria offensività del fatto». » 194 6.2.L’interpretazione teleologica della fattispecie. In particolare: l’influenza della cornice empirico-criminologica della fattispecie. » 200 6.3.La conversione del pericolo astratto in pericolo concreto. » 204 6.4.L’inversione dell’onere della prova. » 205 CAPITOLO IV CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ED INDIVIDUAZIONE DI POSSIBILI DIRETTRICI DI RIFORMA 1. Gli obiettivi di una possibile riforma. » 209 2. Le necessaria depenalizzazione delle fattispecie di «pura inosservanza». » 211 3. La selezione di un’adeguata tecnica di tipizzazione dei reati di pericolo astratto . » 213 4. L’auspicabile recupero della centralità del codice. » 213 5. Un ipotetico restyling di alcune fattispecie poste a tutela dell’ambiente. A) Il superamento dei limiti tabellari. » 215 6. B) L’esercizio di attività pregiudizievoli per l’ambiente in assenza dei prescritti provvedimenti abilitativi. » 218 7. C) La violazione dei provvedimenti della Pubblica Autorità. » 219 BIBLIOGRAFIA » 221-253
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